E accusa Piccini e Corradi "di non volere più la senesità della banca"
SIENA. Ho appreso, con un certo stupore, che una vecchia compagna di partito con la quale tante volte ci siamo trovati impegnati in battaglie importanti per la città era a fare volantinaggio “contro” fuori dall’assemblea del Monte dei Paschi. Niente di strano, se non fosse che lei è Antonella Buscalferri, già dirigente per tanti anni del Pci – Pds – Ds e dal 2005 membro della deputazione della Fondazione MPS.
Buscalferri, che oggi si candida a fianco di Laura Vigni contro il centrosinistra unito, ha firmato in prima persona un lungo intervento in cui critica l’acquisizione di Antonveneta da parte della banca, avvenuta nel 2008. Si è lanciata in una ampia trattazione dei fondamenti economico – finanziari su cui fonda la sua affermazione parlando di Basilea 3, Banca d’Italia, Tremonti bond, strategie della Cassa depositi e Prestiti con una proprietà di linguaggio sorprendente per una persona che da trent’anni si occupa soprattutto di anestesia (è medico alle Scotte).
Non ho la sua stessa competenza in materia che deve aver maturato in questi sei anni alla Fondazione, ma faccio politica da abbastanza tempo per scorgere una contraddizione evidente nel suo comportamento, perlomeno da un punto di vista etico. Può un membro di un organismo (la Fondazione Mps che è socio di maggioranza assoluta della Banca) che avallato le scelte e le strategie di questi anni, criticarle aspramente e pubblicamente senza neanche fare un passo indietro?
Più bello sarebbe stato, mi perdoni Antonella, se si fosse dimessa dalla Fondazione o che la sua voce si fosse levata al momento della scelta dell’acquisizione di Antonveneta. Posso sbagliare, ma non ricordo di aver registrato posizioni discordanti all’interno della Fondazione quando la banca dette il via libera a questa acquisizione. Al contrario la decisione fu plaudita dal presidente della sua deputazione che, fino a prova contraria, è espressione legittima e autorevole del pensiero dei deputati che lo hanno eletto e poi riconfermato nel 2010 (lei compresa). Anche in questi anni sucessivi al 2008, non ricordo di aver letto di mozioni di sfiducia presentate dalla Buscalferri verso il presidente Mancini o altre prese di posizioni “contro”. Inventarsi oggi “contro”, alla vigilia del voto, è troppo facile e anche un po’ sconsiderato, visto il ruolo preminente affidatole da tutta la comunità senese. La Buscalferri è stata chiamata dalla città a rappresentarla all’interno della deputazione, a tutelare la Fondazione usando le proprie capacità per orientarne le scelte e le decisioni e per questo percepisce un compenso.
Contro chi protestava con il suo volantino? Sicuramente anche contro se stessa. Allora, se non condivide più certe scelte che ha avallato, meglio farebbe e riconsegnare il suo mandato e a dimettersi. Purtroppo, in questa campagna elettorale, la brama di raggiungere un risultato positivo fa perdere di vista che esistono delle istituzioni e dei valori cittadini che non possono essere tirati per la giacca ad ogni occorrenza. Servirebbe una coerenza che evidentemente non fa parte dell’agire politico di certe persone. Altrimenti non si spiegherebbe perché, ad esempio, Piccini si dichiari contro il mantenimento della maggioranza di MPS che secondo lui – come del resto sostiene il suo candidato Corradi – “serve a preservare un sistema di potere”. Era sempre stato un fautore della senesità della banca, ora che fa comodo sostenere il contrario sulla stampa nazionale ha cambiato idea: la senesità della banca è un male da combattere. Corradi dice che alimenta il clientelismo. Io e tutto il centro sinistra, pensiamo che la senesità della banca sia – prima che un vanto – una necessità per la città per garantire posti di lavoro qualificati, risorse fondamentali per mantenere il nostro patrimonio storico e artistico, per creare nuove opportunità di lavoro nella cultura, nelle biotecnologie. La Fondazione sostiene numerosi progetti nel sociale, nelle attività produttive, nella cultura, nell’ambito paliesco, con i bandi anticrisi ha esteso gli ammortizzatori sociali a intere categorie di lavoratori scoperte da ogni strumento di sostegno al reddito. E questo si chiama clientelismo? No, si chiama impegno e dedizione verso la città. Il programma del candidato sindaco che il centrosinistra unito ha scelto per tutti i senesi, Franco Ceccuzzi, apre il capitolo dedicato alla Fondazione con queste parole: “La Fondazione Mps è l’istituzione che custodisce la senesità della Banca Monte dei Paschi”.
Noi, come ben ha spiegato in questi giorni Ceccuzzi, vogliamo ripartire da qui per superare la crisi che coinvolge tutto il sistema bancario, non solo la nostra banca. Franco Ceccuzzi ha detto che mantenere il 51% dei diritti di voto nell’assemblea della banca è necessario per “custodire e accrescere ciò che è stato tramandato dalle generazioni precedenti”. E in questo tutto il centrosinistra si riconosce.
Lorenzo Brenci, candidato Pd di Siena per il consiglio comunale