di Vito Zita
SIENA. Nella serata di ieri (17 marzo) il presidente del Consiglio Conte nel corso di una videoconferenza con gli altri leaders europei ha detto: “Dobbiamo assicurare a tutti i cittadini europei le cure mediche necessarie e la protezione sociale ed economica di cui hanno bisogno. Non ci sono alternative”. Ed ha ribadito le sue parole di qualche giorno fa: “A una crisi straordinaria, senza precedenti, si risponde con mezzi altrettanto straordinari”.
Un prologo che è servito per fare una richiesta ben precisa: quella di emettere dei bond garantiti dagli stati europei per finanziare la spesa per l’emergenza pandemia o eventualmente un fondo di garanzia europeo cui i singoli Paesi membri possano attingere per varare le misure economiche necessarie per far fronte alla crisi economica in corso e a quella successiva alla fine dell’emergenza pandemia.
Pandemia e crisi economica sono due argomenti strettamente legati fra di loro perché non ci si può limitare solo a finanziare il costo sanitario, bisogna sostenere anche imprese e famiglie durante la pandemia ma soprattutto dopo. Voci giornalistiche riferiscono che l’emissione di bond sarebbe di circa 500 mld di euro garantiti dalla BEI o altre istituzioni finanziarie, ma non dalla BCE.
Vedremo cosa rispondono fra una settimana i rigidi paesi nordici europei, allergici nel passato a garantire l’emissione di bond utili ai paesi del sud Europa, che considerano il ventre molle del Vecchio Continente. Forse adesso che il virus colpisce tutti senza distinzione può ricondurli ad esaminare la proposta che hanno sempre rigettato con sdegno.
Una scelta, quella delle emissioni di bond ad hoc già fatta a partire dallo scorso mese di febbraio in Cina, dove le aziende hanno raccolto circa 34 mld di dollari, con tassi dall’1,5% al 6% ovvero al di sotto dei tassi normali, godendo di un notevole aiuto in un momento di estrema crisi economica. Si tratta di circa il 20% di tutte le emissioni obbligazionarie effettuate da istituzioni non finanziarie, finalizzate a finanziare le strutture sanitarie ma che a ben vedere che sono servite anche a finanziare a basso costo anche le aziende nel settore chimico farmaceutico, biotecnologico e alimentare, senza trascurare i settori del deep tech che hanno un alto impatto sociale come intelligenza artificiale, robotica, scienza dei materiali, fotonica ed elettronica, informatica quantistica e blockchain.
Il premier Conte ha definito una lotta che va su un doppio binario: quello sanitario che coinvolge tutti e quello finanziario che riguarda solo alcuni Paesi dell’UE. Per ora…