La manifestazione seguita è stata quella di Arezzo
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SIENA. Il DAS – Dimensione Autonoma Studentesca – desidera intervenire per chiarire alcuni punti sulla manifestazione universitaria del 17 novembre, su cui si sta cercando di speculare gratuitamente attaccando la nostra associazione.
Dai media locali si apprende che il DAS non avrebbe aderito all’appello che lanciava la manifestazione di ieri, andando contro gli interessi degli studenti per perseguire i propri. Posizioni assunte dalle due più grandi associazioni studentesche senesi di sinistra, che hanno organizzato nella città il corteo del 17 novembre in modo autonomo ed esclusivo, chiedendoci di partecipare a cose già fatte nella volontà palese di mettere un cappello sull’autonomia studentesca di questa città. Un modus operandi disdicevole, che purtroppo si manifesta in tutto il territorio nazionale, dove i collettivi indipendenti vengono scientemente isolati dagli altri gruppi “riformisti”, coinvolgendoli solo per avere grandi numeri in piazza ma senza alcun rispetto per le istanze di radicale cambiamento che sono portate avanti da migliaia di studenti in tutta Italia.
Il DAS ha deciso di scendere in piazza non a Siena – dove era prevedibile che ci fosse un gran numero di studenti in corteo, cosa che poi non è successa ma sicuramente per responsabilità non avocabili a noi ma semmai agli organizzatori – ma ad Arezzo, città in cui si trova una delle due Facoltà di Lettere dell’Università di Siena e che potrebbe vedere, nei prossimi mesi, la chiusura dei corsi e l’accorpamento con Siena. Abbiamo deciso di manifestare là dove per prime si manifesteranno le gravissime conseguenze del “buco” e dell’approvazione del DDL Gelmini, abbiamo scelto di sommare le nostre forze a quelle dell’UniSim e del CSA per lottare insieme contro la svendita dell’Università e della Scuola.
Ci sorprendiamo dell’attacco di queste forze sindacali studentesche che, forse inconsapevoli della gravità della situazione aretina o più interessate a farsi uno spot che alla lotta vera, ci rimproverano di aver perseguito finalità propagandistiche non meglio chiarite (si può chiarire un controsenso?).
Il nostro collettivo ha sempre lavorato per unire sia il movimento studentesco che il corpo accademico e la società tutta intorno ai problemi reali del mondo dell’Università, dei saperi e della Cultura. Abbiamo portato avanti questo obiettivo quotidianamente, dialogando con tutti coloro che sanno rispettare – come facciamo noi – le reciproche differenze, ben consapevoli che la diversità è un valore e non un ostacolo. Ci rammarichiamo del fatto che le forze studentesche di centrosinistra non riescano a capire la portata di questo obiettivo. Unire le lotte non vuol dire monopolizzare il movimento, significa unire le varie prospettive in una più grande e più varia. Lottare per l’Università pubblica non significa farsi vedere dagli studenti per aumentare le fila della propria associazione, ma avere il coraggio di mettersi alla prova e focalizzarsi su dove è più necessaria l’opposizione.
Il DAS continuerà la propria lotta per un mondo più giusto e meno ipocrita. La continuerà anche da solo, se le forze riformiste della sinistra universitaria non volessero proseguire alcun percorso congiunto che prescinda dall’omogeneizzazione politica. Ma il DAS non è da solo: il mondo dell’opposizione autonoma, slegata da partiti, partitini, sindacati e sindacatini è in continua crescita, e il nostro grido contro l’umiliazione che da decenni sopporta la classe oppressa di questo paese sveglierà il riformismo riportandolo alla realtà dei fatti. E alla lotta vera…
Dimensione Autonoma Studentesca