L'attaccante si avvicina al rientro dopo il brutto infortunio

di Francesco Giustiniani
SIENA. Ha voglia di tornare in campo per aiutare la Robur Siena. Stefano Guberti è tornato in gruppo ed è pronto a dare il proprio contributo nel finale di stagione dopo l’infortunio che lo ha tenuto a lungo fuori. “Il primo ad essere dispiaciuto di questa situazione sono io – spiega il 35enne attaccante – purtroppo ho avuto un problema ad ottobre dal quale credevo di essere uscito, invece da gennaio sto tribolando per un po’ di complicazioni”.
Responsabilità. “Mi sto allenando da due settimane con la squadra e cerco di forzare un po’ di più ogni giorno, voglio dare una mano ai ragazzi, sono uno di quelli che in teoria doveva prendersi più responsabilità, ma quando stai fuori è difficile, spero di star bene in questo finale di stagione e di poter dare una mano. Ringrazio il dottore e tutto lo staff medico, stiamo lavorando insieme per superare questi problemi, sto meglio e, anche se è brutto dirlo, questo periodo di stop del campionato mi permette di lavorare con più calma”.
Aspettative e valutazioni sbagliate. “Pensavamo di essere un gradino sopra le altre, invece come dice la classifica siamo 5-6 squadre più o meno sullo stesso livello, sicuramente la squadra ha sofferto la mia assenza e quella di Cesarini, ogni squadra ha giocatori sui quali si appoggia”.
Pregi e difetti. “Sappiamo che abbiamo alcuni difetti, dobbiamo cercare il modo di andare oltre, dobbiamo alzare l’attenzione per cercare di non prendere gol, per primi noi attaccanti: non è il calcio che mi piace, ma quando la qualità non è nettamente superiore agli avversari, la difesa ermetica fa la differenza”.
Lo stop al campionato. “Spero che sia fatta chiarezza il prima possibile sull’emergenza Coronavirus, tutti gli interessi che sono intorno al calcio adesso devono passare in secondo piano. Ho una famiglia, voglio capire bene cosa sta succedendo. Voglio essere positivo, non ho paura di andare in giro per l’Italia a giocare, se la pensassimo così nessuno uscirebbe più di casa”.