MONTALCINO. Con i recenti sviluppi delle indagini sul Brunello di Montalcino 2003 di Castello Banfi, possiamo adesso focalizzare la nostra attenzione sul futuro – il futuro di Castello Banfi, il futuro di Montalcino, ed il futuro del Brunello.
E’ nostra profonda convinzione che il patrimonio del Brunello si basi saldamente sulla nobiltà del vitigno Sangiovese, ed in ciò dovrà fondare il proprio futuro. Questo è il motivo per cui, negli ultimi trenta anni, abbiamo dedicato le nostre risorse alla “Ricerca dell’Eccellenza”, avvalendoci della collaborazione di valenti studiosi e ricercatori, registrando e coltivando i migliori cloni di Sangiovese nei terreni a loro più congeniali all’interno della nostra proprietà. E questo è il motivo per cui riteniamo che il Brunello di Montalcino debba essere prodotto con uve Sangiovese, con una minima tolleranza (3%-5%) da includere necessariamente nel Disciplinare di Produzione del Brunello di Montalcino, al fine di tutelare i produttori da eventuali minime disomogeneità in vigna ed errori umani in cantina.
Allo stesso tempo lavoreremo insieme agli altri produttori per sviluppare il Rosso di Montalcino in una denominazione più ampia in cui il Sangiovese, in assemblaggio con altre varietà, possa esprimere, con le sue caratteristiche, l’unicità del terroir di Montalcino: Super Tuscan di Montalcino.
Quando la nostra cantina è stata inaugurata nel 1984, John Mariani espresse il profondo desiderio che Castello Banfi fosse “un bene per la gente di Montalcino, un bene per l’Italia, un bene per l’America e un bene per tutti coloro che amano i vini di qualità.” Le certificazioni che abbiamo ottenuto, la qualità dei nostri vini, e l’integrità del nostro operato dimostrano che quel desiderio è ancora vivo, ora e per sempre.
E’ nostra profonda convinzione che il patrimonio del Brunello si basi saldamente sulla nobiltà del vitigno Sangiovese, ed in ciò dovrà fondare il proprio futuro. Questo è il motivo per cui, negli ultimi trenta anni, abbiamo dedicato le nostre risorse alla “Ricerca dell’Eccellenza”, avvalendoci della collaborazione di valenti studiosi e ricercatori, registrando e coltivando i migliori cloni di Sangiovese nei terreni a loro più congeniali all’interno della nostra proprietà. E questo è il motivo per cui riteniamo che il Brunello di Montalcino debba essere prodotto con uve Sangiovese, con una minima tolleranza (3%-5%) da includere necessariamente nel Disciplinare di Produzione del Brunello di Montalcino, al fine di tutelare i produttori da eventuali minime disomogeneità in vigna ed errori umani in cantina.
Allo stesso tempo lavoreremo insieme agli altri produttori per sviluppare il Rosso di Montalcino in una denominazione più ampia in cui il Sangiovese, in assemblaggio con altre varietà, possa esprimere, con le sue caratteristiche, l’unicità del terroir di Montalcino: Super Tuscan di Montalcino.
Quando la nostra cantina è stata inaugurata nel 1984, John Mariani espresse il profondo desiderio che Castello Banfi fosse “un bene per la gente di Montalcino, un bene per l’Italia, un bene per l’America e un bene per tutti coloro che amano i vini di qualità.” Le certificazioni che abbiamo ottenuto, la qualità dei nostri vini, e l’integrità del nostro operato dimostrano che quel desiderio è ancora vivo, ora e per sempre.