Ieri il Senato Accademico ed il Cda dell'Università si sono riuniti per esaminare le linee guida per il risanamento dell'Ateneo, diramando un comunicato riguardante l'opinione che verrà espressa a Rettore ed organi competenti per l'approvazione.
Casa Pound Siena guarda con approvazione alle linee generali dell'intervento, che puntano coscienziosamente verso l'orizzonte del risanamento tramite razionalizzazione della gestione.
I tempi delle vacche grasse sono terminati ma, anche riguardo a questi, sorge qualche dubbio considerato il dono che gli ultimi venti anni di "grandeur" hanno lasciato al presente.
Scendendo nel particolare sosteniamo ferventemente il pesante taglio riguardante i corsi di laurea (da 119 a 88), per il quale ci battiamo da anni, ed il blocco delle nuove assunzioni, considerato l'enorme surplus di personale che l'Università già dimostra. Casa Pound Siena vede inoltre con favore la riorganizzazione del patrimonio immobiliare: innanzitutto la dismissione di tutti quegli immobili per cui l'Ateneo paga affitti spropositati (la Facoltà di Lettere a Fieravecchia e Palazzo Chigi Zondadari, solo per fare due esempi), ma anche la cessione di quelle strutture che l'Università non riesce a mettere a frutto rimanendo praticamente inutilizzate, mantenute solo per vezzi di futile grandezza o semplicemente in surplus. Ci riferiamo qui ad esempio alle segreterie di Via Bandini, alla Certosa di Pontignano o al Santa Chiara; ma anche ad una redistribuzione più efficente dei dipartimenti all'interno dei vari immobili cittadini, attualmente ripartiti in una molteplicità di strutture che provocano vertiginosi aumenti nei costi di gestione e disagi per gli studenti stessi, costretti a spostarsi nella stessa giornata da un punto all'altro della città. Totalmente contrari invece al calo della scure sui poli universitari operanti nel territorio della nostra provincia, quale ad esempio Colle Val d'Elsa: deve passare il principio che l'Università degli Studi di Siena è un'istituzione del territorio e per il territorio senese. Deve perciò essere salvaguardato ciò che opera in favore di esso e va a beneficio del suo tessuto sociale, lavorativo, economico e culturale. Va al contrario sviluppato il contatto tra i poli decentrati della provincia con le istituzioni, le aziende ed il tessuto locale, in modo da sviluppare le rispettive potenzialità. Piuttosto considerare la reale utilità di mantenere sedi extra-provinciali.
Naturalmente netta contrarietà nei confronti dei tagli alla ricerca: impensabili ed indiscutibili. Piuttosto si facciano sugli sprechi, considerato che le strutture universitarie illuminate a giorno ad ogni ora della notte sono la barzelletta della città. Poco si è proposto anche per quanto riguarda il personale docente. Una pesante offensiva nei confronti dei baronati deve essere messa in atto anche tramite l'inibizione dalle cattedre: decadenza per coloro che hanno ricevuto l'incarico di docente ordinario da più di 25 anni, con passaggio definitivo a compiti di ricerca, e pesanti controlli di produttività ed efficenza sull'attività di docenti e dei loro team, nonchè del personale in età avanzata preposto a didattica e ricerca.
Il piano proposto risulta in larga parte condivisibile: speriamo, pur con le dovute modifiche, venga confermato.
Casa Pound Siena guarda con approvazione alle linee generali dell'intervento, che puntano coscienziosamente verso l'orizzonte del risanamento tramite razionalizzazione della gestione.
I tempi delle vacche grasse sono terminati ma, anche riguardo a questi, sorge qualche dubbio considerato il dono che gli ultimi venti anni di "grandeur" hanno lasciato al presente.
Scendendo nel particolare sosteniamo ferventemente il pesante taglio riguardante i corsi di laurea (da 119 a 88), per il quale ci battiamo da anni, ed il blocco delle nuove assunzioni, considerato l'enorme surplus di personale che l'Università già dimostra. Casa Pound Siena vede inoltre con favore la riorganizzazione del patrimonio immobiliare: innanzitutto la dismissione di tutti quegli immobili per cui l'Ateneo paga affitti spropositati (la Facoltà di Lettere a Fieravecchia e Palazzo Chigi Zondadari, solo per fare due esempi), ma anche la cessione di quelle strutture che l'Università non riesce a mettere a frutto rimanendo praticamente inutilizzate, mantenute solo per vezzi di futile grandezza o semplicemente in surplus. Ci riferiamo qui ad esempio alle segreterie di Via Bandini, alla Certosa di Pontignano o al Santa Chiara; ma anche ad una redistribuzione più efficente dei dipartimenti all'interno dei vari immobili cittadini, attualmente ripartiti in una molteplicità di strutture che provocano vertiginosi aumenti nei costi di gestione e disagi per gli studenti stessi, costretti a spostarsi nella stessa giornata da un punto all'altro della città. Totalmente contrari invece al calo della scure sui poli universitari operanti nel territorio della nostra provincia, quale ad esempio Colle Val d'Elsa: deve passare il principio che l'Università degli Studi di Siena è un'istituzione del territorio e per il territorio senese. Deve perciò essere salvaguardato ciò che opera in favore di esso e va a beneficio del suo tessuto sociale, lavorativo, economico e culturale. Va al contrario sviluppato il contatto tra i poli decentrati della provincia con le istituzioni, le aziende ed il tessuto locale, in modo da sviluppare le rispettive potenzialità. Piuttosto considerare la reale utilità di mantenere sedi extra-provinciali.
Naturalmente netta contrarietà nei confronti dei tagli alla ricerca: impensabili ed indiscutibili. Piuttosto si facciano sugli sprechi, considerato che le strutture universitarie illuminate a giorno ad ogni ora della notte sono la barzelletta della città. Poco si è proposto anche per quanto riguarda il personale docente. Una pesante offensiva nei confronti dei baronati deve essere messa in atto anche tramite l'inibizione dalle cattedre: decadenza per coloro che hanno ricevuto l'incarico di docente ordinario da più di 25 anni, con passaggio definitivo a compiti di ricerca, e pesanti controlli di produttività ed efficenza sull'attività di docenti e dei loro team, nonchè del personale in età avanzata preposto a didattica e ricerca.
Il piano proposto risulta in larga parte condivisibile: speriamo, pur con le dovute modifiche, venga confermato.
Gabriele Taddei
Responsabile provinciale
Casa Pound Italia – Nucleo Territoriale di Siena