Gentile Redazione,
il piano di risanamento prospettato per l'Università di Siena dal Rettore e ribadito dal Sen. Quagliarello appare essenzialmente improntato al buon senso del padre di famiglia a cui si fa riferimento nel Codice Civile ed a fronte della portata del dissesto finanziario potrebbe rivelarsi anche troppo morbido.
Alle misure prospettate, e che presto a cascata interesseranno gran parte delle Università italiane e di certo tutte le toscane, sarebbe opportuno aggiungere da parte della nuova amministrazione almeno la adozione della contabilità economica, tipica delle aziende, che permetterebbe di tenere conto degli ammortamenti e di avere sotto controllo il patrimonio dell'Ateneo negli anni, come consigliato qualche giorno fa in un dossier del Sole 24Ore e già attuato a Trento.
Da parte del governo invece, per ringiovanire il personale docente e per alleggerirne i costi, gravati dagli alti stipendi dei professori ordinari più anziani (fino a 5 volte lo stipendio di un Ricercatore!), probabilmente si dovrà arrivare ad estendere anche a queste figure giuridiche la possibilità da parte della amministrazione di disporre la collocazione a riposo al raggiungimento dei 40 anni di retribuzione. Di certo la potentissima lobby dei professori universitari insorgerà, ma a mali estremi estremi rimedi, almeno per le sedi universitarie dissestate. In questo contesto già di per sé assai complesso, molto preoccupanti appaiono da un lato le manovre di qualche passato Rettore tese a defenestrare Focardi per restaurare un ancient regime di cui francamente non si sente il bisogno e che comunque aveva inaugurato la stagione dei contributi non versati e dall'altro il tentativo degli enti locali, anticipato dalla richiesta dell'Assessore regionale Baronti di condividere la scelta del nuovo Direttore Amministrativo, di concerto con i sindacati, di porre sotto tutela l'Università, istituzione per definizione e per legge autonoma.
Quanto poi alle proteste degli studenti e dei precari, consideriamo strumentali le prime (gli studenti sono i primi che dovrebbero pretendere una Università con i conti in ordine e di livello) e solidarizziamo con i secondi che dovrebbero prendersela però con chi li ha illusi ed ancora continua a prenderli in giro prospettando soluzioni irrealizzabili. Siamo sicuri che in una Università risanata, se meritevoli, ci sarà posto anche per loro.
Associazione Terra di Mezzo
il piano di risanamento prospettato per l'Università di Siena dal Rettore e ribadito dal Sen. Quagliarello appare essenzialmente improntato al buon senso del padre di famiglia a cui si fa riferimento nel Codice Civile ed a fronte della portata del dissesto finanziario potrebbe rivelarsi anche troppo morbido.
Alle misure prospettate, e che presto a cascata interesseranno gran parte delle Università italiane e di certo tutte le toscane, sarebbe opportuno aggiungere da parte della nuova amministrazione almeno la adozione della contabilità economica, tipica delle aziende, che permetterebbe di tenere conto degli ammortamenti e di avere sotto controllo il patrimonio dell'Ateneo negli anni, come consigliato qualche giorno fa in un dossier del Sole 24Ore e già attuato a Trento.
Da parte del governo invece, per ringiovanire il personale docente e per alleggerirne i costi, gravati dagli alti stipendi dei professori ordinari più anziani (fino a 5 volte lo stipendio di un Ricercatore!), probabilmente si dovrà arrivare ad estendere anche a queste figure giuridiche la possibilità da parte della amministrazione di disporre la collocazione a riposo al raggiungimento dei 40 anni di retribuzione. Di certo la potentissima lobby dei professori universitari insorgerà, ma a mali estremi estremi rimedi, almeno per le sedi universitarie dissestate. In questo contesto già di per sé assai complesso, molto preoccupanti appaiono da un lato le manovre di qualche passato Rettore tese a defenestrare Focardi per restaurare un ancient regime di cui francamente non si sente il bisogno e che comunque aveva inaugurato la stagione dei contributi non versati e dall'altro il tentativo degli enti locali, anticipato dalla richiesta dell'Assessore regionale Baronti di condividere la scelta del nuovo Direttore Amministrativo, di concerto con i sindacati, di porre sotto tutela l'Università, istituzione per definizione e per legge autonoma.
Quanto poi alle proteste degli studenti e dei precari, consideriamo strumentali le prime (gli studenti sono i primi che dovrebbero pretendere una Università con i conti in ordine e di livello) e solidarizziamo con i secondi che dovrebbero prendersela però con chi li ha illusi ed ancora continua a prenderli in giro prospettando soluzioni irrealizzabili. Siamo sicuri che in una Università risanata, se meritevoli, ci sarà posto anche per loro.
Associazione Terra di Mezzo