VALDELSA. Leggiamo sulla stampa che la Provincia di Siena è stata insignita del premio Pimby 2008, per il progetto del “termovalorizzatore”. Il Pimby premia la “Cultura del Fare” di “quelle amministrazioni locali che hanno scelto di realizzare grandi opere coniugando rispetto delle regole con il consenso dei cittadini”.
Quale consenso? Fin dal 1997 in Valdelsa si è costituito un comitato che ha raccolto 5000 firme contro l’ampliamento dell’inceneritore (termovalorizzatore è una parola rifiutata dall’Accademia della Crusca). Questo Comitato non ha proposto la “Cultura del No” perchè ha subito indicato le soluzioni alternative. Cento proprietari (tra i quali le Fattorie di Pietrafitta, Montefalconi, Cusona), fecero ricorso al TAR contro il piano provinciale dei rifiuti ma il TAR non accolse tale ricorso per il motivo che i proprietari non erano ditte concorrenziali del Sienambiente (il nuovo ente gestore, creato col piano provinciale senza gara pubblica).
Nessuna partecipazione: il Comitato ha proposto tecnologie alternative di avanguardia che sono state rifiutate. Gli amministratori pubblici non hanno mai aperto nessun tavolo di confronto per discutere le tecnologie alternative di avanguardia proposte dal Comitato.
Nel Convegno a Poggibonsi del marzo 1997 il Vicesindaco di Torre Boldone (Bg) avv. Ronzoni illustrò il metodo “porta a porta” che in pochi mesi aveva raggiunto una raccolta differenziata dell’80%; venne quindi citato l’ esempio del Consorzio Padova 1, con il 55% di Raccolta differenziata. All’assessore all’Ambiente di Poggibonsi Iozzi fu consegnato un opuscolo che conteneva ogni atto deliberativo necessario per attuare velocemente tale raccolta differenziata. Infine il Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni ha presentato agli amministratori gli studi sulle tecnologie che trattano i rifiuti a freddo , rispettando la salute ed il protocollo di Kyoto.
Poca trasparenza e molte irregolarità hanno ritardato la costruzione dell’inceneritore
La prima valutazione di impatto ambientale fu fatta quasi all’insaputa del comitato; nonostante ciò furono protocollate diverse osservazioni su gravi irregolarità riscontrate, che portarono all’annullamento della relativa deliberazione, ritardando così di parecchi anni la realizzazione dell’inceneritore.
I moderni inceneritori risultano più pericolosi per la salute di quelli vecchi
A Sindaci valdelsani ed alla Provincia fu inviato il plico che raccoglieva un centinaio di studi internazionali sulla nocività degli inceneritori, definiti impianti pericolosi dalle Direttive della Comunità Europea.
L’Istituto di Statistica dell’Università di Firenze ha dimostrato l’aumento di tumori in un vasto comprensorio intorno all’inceneritore di Campi: tale statistica è analoga a quella fatta per gli inceneritori di Besancon e di Mantova.
Lo studio del prof. Montanari, Direttore del Laboratorio di Nanodiagnostica di Modena (incaricato dagli USA di seguire le persone esposte alle polveri del crollo delle Torri Gemelle) ha dimostrato che i moderni inceneritori sono più pericolosi di quelli vecchi perché producono maggiori quantità di nanopolveri (che entrano nel sangue e nel nucleo delle cellule provocando tumori e malformazioni).
Coordinamento dei Comitati valdelsani
La portavoce Laura Comi – medico, già ufficiale sanitario
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