Il nuovo portiere si presenta: “Siamo un ottimo gruppo”
di Francesco Giustiniani
SIENA. “E’ stata una cosa improvvisa, due settimane fa ho ricevuto la chiamata del direttore sportivo e mi sono messo subito a disposizione. Il mio obiettivo è quello di arrivare al 100% prima possibile, stiamo lavorando per accorciare i tempi. Sono a disposizione dell’allenatore e cercherò di dare il massimo e farmi trovare pronto”. Si presenta così Thomas Saloni, nuovo portiere bianconero, tesserato dalla Robur Siena dopo l’infortunio al crociato anteriore del ginocchio destro di Lorenzo Ferrari. L’estremo difensore ex Prato, Carrarese, Monopoli e Virtus Francavilla era rimasto senza squadra dopo la scadenza dei tre anni di contratto con lo Spezia. “Non è stata una bella esperienza rimanere svincolato – dice il 23enne ligure – , ma cerco di guardare gli aspetti positivi: sono cambiato anche personalmente, mi sono allenato da solo, e per questo ringrazio il preparatore Leonardo Frolla. Poi ho ricevuto la chiamata del Siena, ho fatto due allenamenti e ho firmato il contratto”. Il primo impatto con la nuova realtà è stato positivo. “La squadra mi ha fatto un’ottima impressione – prosegue Saloni – è un ottimo gruppo fatto di persone prima che di giocatori, sono riuscito subito a integrarmi bene. Peccato per la partita con la Pistoiese, abbiamo avuto questo episodio sfortunato all’ultimo minuto, il calcio però insegna che abbiamo l’opportunità di riscattarci fra tre giorni contro l’Albinoleffe davanti ai nostri tifosi”.
Saloni è pronto alla volata finale, che vedrà la Robur in lotta per un posto di rilievo in vista dei play off. “Nel girone di ritorno ogni partita è alla morte, c’è chi deve fare i play off e chi si deve salvare, diventa difficile far punti contro qualsiasi avversario – conclude il portiere – è un campionato equilibrato, si gioca spesso sulla difensiva e trovare gli spazi è difficile. Domenica scorsa contro la Pistoiese è stata una partita dura perché i nostri avversari erano messi bene in campo, stavano tutti sotto la linea della palla ed era difficile trovare il passaggio in verticale”.