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SIENA. Si concluderà domenica 23 febbraio L’AltRa Stagione a Siena con l’ultimo appuntamento del calendario Il Duomo dei senesi.
Alle ore 16, nella Sala delle Statue del Museo dell’Opera, Il Saloncino – Un tè all’Opera , ospiterà Maura Martellucci con la conferenza dal titolo: Santa Maria di mezzagosto: le feste politico – religiose per il culto dell’Assunta.
Era cominciato presto, a Siena, il culto della Madonna Assunta come figura celeste di riferimento per l’intera città. Era cominciato fin dalla dedicazione della nuova cattedrale, consacrata (dice la tradizione, ma la data è controversa) nel 1179. Di fatto, fra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo, l’Assunta diventa la vera e propria patrona (anche se ufficialmente i patroni sono altri) di Siena. Soprattutto del suo Stato, un Commonwealth nel quale i Santi patroni delle località che lo formavano non potevano disinvoltamente essere messi in ombra dai protettori della Dominante. Così l’Assunta copre con il suo mantello di protezione celeste la Repubblica senese fin dal formarsi del suo territorio, ed è logico che la sua festa sia, dunque, una vera e propria “festa nazionale” dello Stato senese. E i senesi non mancavano di solennizzare adeguatamente questa ricorrenza: andando in corteo in cattedrale, il giorno della vigilia, a fare le offerte di cera e a vedere le comunità dello Stato pagare i loro censi; giocando (cacciate e pugna); guardando i cavalli correre per le vie della città il palio alla lunga. Poi, la cosa è nota, ci si misero di mezzo le Contrade: facendo la “ricorsa” dopo il Palio di luglio che le vedeva protagoniste e dedicando questa seconda gara proprio all’Assunta nel giorno dopo la cui festa il Palio si correva. Cominciarono nel 1701 e non smisero più. Era stato invece dismesso il Corteo dei ceri e dei censi, sotto i colpi della modernizzazione delle istituzioni, ma si volle ricreare anche quello. Erano gli anni Venti del Novecento (nemmeno cento anni fa) e Fabio Bargagli Petrucci “reinventò” questa tradizione. Perché nel Novecento, come nel Duecento, niente sembrava abbastanza per rendere omaggio a Maria Santissima Assunta in Cielo Regina di Siena e del suo Stato. Otto secoli ininterrotti di venerazione. Otto secoli di storia e memoria comune di una città. Otto secoli in cui ogni 15 agosto sembra sempre identico a se stesso perché identico è lo spirito civico che ci sta dietro.