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GALLINA (Castiglione d'Orcia). La Lega Nord Toscana è stata chiamata dal “Comitato Salvaguardia Ambiente Amiata Val D’Orcia”, perché anche questo comitato ha a cuore la salvaguardia del territorio e la protezione della salute pubblica e siccome la Lega Nord è stata individuata come unico movimento politico che non mette davanti alla protezione del territorio e della salute pubblica nessun altro tipo di interesse, come è ormai consuetudine la Lega ha immediatamente raccolto l’invito.
Il Consigliere Provinciale Lega Nord Gabor Rossi, insieme al Responsabile Provinciale dell’Ufficio Politico del Carroccio Giovanni Di Stasio, si sono recati a prendere visione dello stato dei luoghi, oltre ad aver visionato alcuni documenti prodotti dal comitato da dove si evincono alcuni dubbi in merito alla bontà di questo progetto.
Il primo dubbio è dato al fatto che nel cartellone esterno al cantiere non viene segnalata la costruzione di una centrale a Biomasse, ma semplicemente viene menzionato l’ampliamento del centro commerciale.
Il secondo punto che ci ha fatto sorgere dei dubbi è che, tra le persone che abbiamo incontrato e alle quali abbiamo chiesto lumi in merito a questa costruzione, nessuno ha saputo rispondere: tutti affermavano di non esserne a conoscenza, nonostante l’Italia abbia recepito una direttiva europea dove si impone di concertare certe scelte con la popolazione e poi iniziare eventualmente la progettazione e realizzazione dei lavori.
Il terzo punto che ci ha messo in allarme è stato la lettura di una dichiarazione del Sindaco di Castiglione D’Orcia, la quale sostanzialmente diceva che “avrebbe controllato i valori di inquinamento dopo che la la centrale fosse entrata in funzione”.
La Lega Nord invece chiede alcune cose che secondo i due esponenti del Carroccio, Gabor Rossi e Giovanni Di Stasio, sono imprescindibili dalla creazione di questa centrale: in primis un’immediata analisi del terreno, dell’aria e dell’acqua per poter verificare in seguito quale andamento tiene il tasso di inquinamento e non trovarsi di nuovo di fronte all’impossibilità di poter fare la valutazione tra il prima e il dopo come invece è successo ad Abbadia S.Salvatore con la geotermia.
La seconda: vera concertazione con la popolazione includendo nel confronto la partecipazione del comitato di zona al quale sono iscritti diversi abitanti, affinché si rispetti la volontà della popolazione. Terzo e per il momento ultimo punto: sapere, oltre a bruciare la paglia e i residui dell’agricoltura prodotti dal territorio circostante alla centrale che, da come ci ha riferito un esperto, potrebbero tenere in combustione l'impianto non più di cinque giorni all’anno, per tutto il resto dei 365 giorni cosa si brucia? Da dove arriverà il materiale? Quali aziende sia locali che esterne al territorio hanno già sottoscritto contratti di consegna? Quali sono i quantitativi previsti?
Sarà nostra cura mettere a conoscenza anche organi governativi affinché niente venga lasciato al caso e niente venga fatto che non sia a totale beneficio del territorio e dei suoi abitanti.