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SIENA. Quando abbiamo letto la notizia della costituzione del ‘Comitato cassintegrati e precari della Valdelsa’ l’istinto è stato quello di tirare un respiro di sollievo: finalmente altri, oltre alla Lega Nord di Siena, sembrano essersi interessati alla situazione di crisi che colpisce RCR – CALP, le aziende della camperistica valdelsana e tante altre PMI della zona.
Purtrpoppo, però, l'intervento del neonato ‘Comitato’ denota una posizione troppo morbida nei confronti delle ingiustizie che sono state commesse, almeno in RCR, dove, lo ripetiamo per l'ennesima volta, da più parti ci vengono segnalate scelte arbitrarie, in contrasto con l’etica morale e con le normative del contratto nazionale.
L’accordo siglato dai Sindacati con l’Azienda, infatti, avrebbe permesso che si verificassero situazioni senza precedenti: persone con due, persino tre figli sono state poste incredibilmente in cassa integrazione, mentre, nello stesso reparto, sarebbero state mantenute a lavoro persone senza figli, che vivono in famiglia. Personale posto in cassa integrazione in alcuni reparti sarebbe stato rimpiazzato con addetti provenienti da altri reparti; alcune posizioni organizzative, sarebbero invece state affidate a personale esterno, mentre chi lo ricopriva è stato posto in cassa integrazione. Sempre in CIGS sono stati posti dipendenti con un’anzianità trentennale, mantenendo invece a lavoro alcuni degli ultimi assunti. Non sono stati compresi, inoltre, i motivi che hanno spinto l’Azienda a non effettuare la rotazione del personale in cassa integrazione, come previsto dalla normativa, e non si capisce come il Sindacato abbia acconsentito a firmare un accordo simile, che ha destato perplessità anche ad altri esponenti delle organizzazioni stesse.
Un’altra vergogna, che ha indignato profondamente i dipendenti di RCR, è come tutti gli esponenti di spicco della RSU sarebbero finiti immancabilmente per esser promossi a mansioni migliori: è davvero curioso, come persone che devono, in teoria, in una situazione simile, esser in forte contrapposizione con l’azienda, ottengano invece delle promozioni. Il tutto passa sotto silenzio, nessuno che alza la voce: i dipendenti, forse intimoriti, hanno paura a contrapporsi alla RSU ed all’Azienda, mentre le organizzazioni sindacali parlano di ‘raggiungimento di un accordo’.
L’accordo siglato dai Sindacati con l’Azienda, infatti, avrebbe permesso che si verificassero situazioni senza precedenti: persone con due, persino tre figli sono state poste incredibilmente in cassa integrazione, mentre, nello stesso reparto, sarebbero state mantenute a lavoro persone senza figli, che vivono in famiglia. Personale posto in cassa integrazione in alcuni reparti sarebbe stato rimpiazzato con addetti provenienti da altri reparti; alcune posizioni organizzative, sarebbero invece state affidate a personale esterno, mentre chi lo ricopriva è stato posto in cassa integrazione. Sempre in CIGS sono stati posti dipendenti con un’anzianità trentennale, mantenendo invece a lavoro alcuni degli ultimi assunti. Non sono stati compresi, inoltre, i motivi che hanno spinto l’Azienda a non effettuare la rotazione del personale in cassa integrazione, come previsto dalla normativa, e non si capisce come il Sindacato abbia acconsentito a firmare un accordo simile, che ha destato perplessità anche ad altri esponenti delle organizzazioni stesse.
Un’altra vergogna, che ha indignato profondamente i dipendenti di RCR, è come tutti gli esponenti di spicco della RSU sarebbero finiti immancabilmente per esser promossi a mansioni migliori: è davvero curioso, come persone che devono, in teoria, in una situazione simile, esser in forte contrapposizione con l’azienda, ottengano invece delle promozioni. Il tutto passa sotto silenzio, nessuno che alza la voce: i dipendenti, forse intimoriti, hanno paura a contrapporsi alla RSU ed all’Azienda, mentre le organizzazioni sindacali parlano di ‘raggiungimento di un accordo’.
Chiedere 50 euro di integrazione salariale alla CIGS, come proposto da questo Comitato, non può esser sufficiente per rendere giustizia ai dipendenti della Calp.
Avrebbe fatto meglio, il Comitato, ad esempio, a criticare con asprezza le modalità di erogazione del Bando straordinario della Provincia e della Fondazione MPS, volto a sostenere il reddito di chi ha perso il lavoro. In questo caso, le erogazioni straordinarie non hanno corrisposto alle attese. Alla fine, è verosimile presupporre che le risorse, rispetto alla casistica sostenuta, risultino addirittura in eccesso: questo a causa dell'obbligo, per chi ha perso il posto di lavoro, di scelta tra la possibilità di percepire l'assegno di disoccupazione e l'adesione alla forma di sostegno prevista dal Bando, tant'è che sono solo 400 le domande di adesione al Bando rispetto agli oltre 7.000 posti di lavoro persi dall'inizio dell'anno nella nostra Provincia. Quando qualcuno, coraggiosamente, criticò le modalità di erogazione delle risorse della Fondazione, nessuno, da parte dei Sindaci e degli esponenti del Partito Democratico, ebbe il coraggio di attaccare le scelte dell'Amministrazione Bezzini: cosa che, invece, è avvenuta puntualmente sulle nomine in Fondazione. Evidentemente, per il PD ed i Sindacati contano più le poltrone che le questioni concrete ed il sostegno alle categorie più deboli.
La Lega Nord – Lega Toscana, in conclusione, auspica che la realtà avvenuta all'interno della CALP sia portata a conoscenza di tutti e che la ‘cortina di silenzio’ che regna attorno a questa torbida vicenza sia finalmente abbattuta. A nostro giudizio, infatti, bisogna battersi con tenacia per chiedere l'applicazione della Legge e la revisione dell'accordo aziendale.
Lega Nord – Lega Toscana
Segreteria Provinciale di Siena