SIENA.‘Oh Bobbe, ma a che ore s’arriva?’ – si chiedeva – ‘a mezzanotte e tre’ (facendo il verso alla melodia di Celentano) rispondeva alla ciurma. E la ciurma era fatta tutta da ragazzetti di 10/13 anni, spensierati e desiderosi di imparare a vivere, per abusare di un’espressione in voga tra gli anziani. Il Bobbe è stato per tanti giovani, a partire dal sottoscritto ormai ‘profugo’ in terre lontane, un esempio, una guida, una figura carismatica amata davvero.
È stato un whatsapp del mio amico Alessio a darmi notizia della sua tragica scomparsa; l’emozione e le lacrime seguenti mi hanno indotto a scrivere a memoria d’un personaggio che, sono certo, sarà considerato vanto di Siena, e sintomo del miracolo d’una comunità che esprime valori e lascia traccia nello spirito.
Orbene il Bobbe … io che bisticciavo fui fatto immergere nella Merse insieme al mio antagonista per depurarci da liti infantili e … diventammo migliori amici … io giovane studente venivo prelevato – con tanti altri che ricordo con affetto – al pian d’Ovile per andare ad allenarci. E l’allenamento non era semplice football ma scuola di vita, con continue sollecitazioni, incoraggiamenti, racconti dei tempi andati. Che spasso!
E sorvolo sulle proverbiali vacanze estive da lui organizzate per noi ragazzi: una eccezionale forma educativa (learning by doing, direbbero i capaci), dal mungere le vacche, al cercare tartufi, al fare squadra, dal sapere attendere il momento giusto, al non rischiare per il nulla. Il tutto trasfuso, con ovvio colore, a ragazzini (insomma a citti, e nel passaggio da cittini a citti) che tanto avevano da apprendere e che le famiglie, giustamente fiduciose, affidavano al Bobbe. Ricordo ancora la partenza per Ascea in concomitanza con il palio rinviato del 2 luglio … l’anno 1997 … fantino c’è Cianchino, cavallo c’è Vittorio, ecc. non continuo oltre, né vi racconto gli esiti.
Vorrei solo rendere tributo a una grandissima persona, un ‘mastro’ educatore, un figlio di Siena cui io sono grato e come me, son certo, tanti ragazzi che hanno avuto le sorti più diverse ma tutte all’insegna, grazie al ‘Bobbe’, della voglia di migliorarsi e della collaborazione con gli amici e i vicini.
Insomma, la quint’essenza della senesità che noi ‘esuli’ portiamo nel cuore.
Viva il Bobbe, viva Siena
Giovanni Diele