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SIENA. Il grido di aiuto del personale penitenziario del carcere di Ranza, a San Gimignano, non può continuare a non avere risposte. Il problema dell’organico ridotto a fronte dell’aumento del numero dei carcerati, pone all’attenzione di tutti la questione sicurezza sia per il personale interno che per il territorio circostante.
Per far comprendere a tutti la gravità della situazione è sufficiente citare alcuni dati: l’attuale personale è ridotto di circa il 40 per cento, rispetto al necessario calibrato sulla struttura a pieno regime e cioè con circa 250 detenuti oggi deve sorvegliare circa 320 detenuti, quindi un 25 per cento in più. Lo svolgimento di programmi di lavoro e di altre attività da parte dei detenuti richiedono inoltre, una maggiore sorveglianza e rendono più duri i turni di lavoro con fortissimi rischi sul piano della sicurezza. Non è un caso che anche il Prefetto di Siena si sia interessato della situazione fissando per il 22 ottobre un tavolo sulla sicurezza dedicato alla questione “Ranza”.
L’allarme lanciato dalla polizia penitenziaria quindi ha bisogno di tutta l’attenzione possibile sia sul piano politico che istituzionale. Bene hanno fatto i parlamentari del Pd Susanna Cenni e Franco Ceccuzzi a farsi carico della questione, presentando al ministro dell’interno alcune interrogazioni sul Carcere di Ranza. Ci auspichiamo che il lavoro congiunto delle istituzioni e della politica riesca a superare gli ostacoli burocratici, arrivando a soluzioni condivise che garantiscano l’arrivo di personale sufficiente a ristabilire sicurezza e serenità a chi deve svolgere un lavoro difficile in un ambiente difficile.
Loriana Bettini, responsabile provinciale welfare e lavoro del Pd
Per far comprendere a tutti la gravità della situazione è sufficiente citare alcuni dati: l’attuale personale è ridotto di circa il 40 per cento, rispetto al necessario calibrato sulla struttura a pieno regime e cioè con circa 250 detenuti oggi deve sorvegliare circa 320 detenuti, quindi un 25 per cento in più. Lo svolgimento di programmi di lavoro e di altre attività da parte dei detenuti richiedono inoltre, una maggiore sorveglianza e rendono più duri i turni di lavoro con fortissimi rischi sul piano della sicurezza. Non è un caso che anche il Prefetto di Siena si sia interessato della situazione fissando per il 22 ottobre un tavolo sulla sicurezza dedicato alla questione “Ranza”.
L’allarme lanciato dalla polizia penitenziaria quindi ha bisogno di tutta l’attenzione possibile sia sul piano politico che istituzionale. Bene hanno fatto i parlamentari del Pd Susanna Cenni e Franco Ceccuzzi a farsi carico della questione, presentando al ministro dell’interno alcune interrogazioni sul Carcere di Ranza. Ci auspichiamo che il lavoro congiunto delle istituzioni e della politica riesca a superare gli ostacoli burocratici, arrivando a soluzioni condivise che garantiscano l’arrivo di personale sufficiente a ristabilire sicurezza e serenità a chi deve svolgere un lavoro difficile in un ambiente difficile.
Loriana Bettini, responsabile provinciale welfare e lavoro del Pd