SIENA. La nota stampa del capogruppo PD in merito allo svolgimento del consiglio comunale sull’Università è politicamente scorretta, così come lo è stato il comportamento del medesimo e di tutto il gruppo PD durante l’intera seduta consiliare.
E’ da sottolineare innanzitutto come per tutta la mattina i banchi del PD siano stati desolatamente vuoti, nonostante la presenza in aula di una folta rappresentanza di lavoratori e a prova dell’interesse del gruppo PD per i problemi dell’Università, salvo poi registrare tra gli stessi banchi il tutto esaurito nel pomeriggio quando il consiglio si approssimava alle votazioni.
Per quanto riguarda poi la mozione presentata dalla maggioranza c’è da dire come la stessa fosse impresentabile in quanto verbosa, autocelebrativa e soprattutto priva di concretezza.
La mozione infatti oltre ad auspicare cose che tutti auspicano, invitava perentoriamente il Governo ad erogare quel finanziamento a fondo perduto di 100 milioni che l’on. Ceccuzzi richiede ormai ripetutamente da mesi.
Come evidenziato in altra occasione non si capisce per quale motivo il Governo Nazionale, dimenticando gli altri atenei in crisi, debba regalare 100 mln a quello senese, quando la banca MPS, in occasione di un tavolo interistituzionale e di fronte ad una richiesta di sostegno da parte dello stesso Ateneo senese, ebbe a dichiarare “Non siamo la Misericordia!”.
La stessa mozione intimava al Governo di autorizzare urgentemente la stipula del contratto di finanziamento, senza neppure verificare, come da noi richiesto, se ne esistono le condizioni, dimenticando per altro che tuttora esiste una legge che autorizza gli enti a contrarre mutui solo in presenza di nuovi investimenti e non per pagare debiti.
C’era poi la parte comica della gita a Roma con comitiva costituita da Rettore, sindaco, Presidenti della Provincia e della Regione, naturalmente accompagnati dall’on. Ceccuzzi che il giorno prima aveva dichiarato che il PD resta in campo e vuole una gestione collegiale.
Le opposizioni sono invece convinte che se coloro che presiedono gli enti territoriali vogliono incontrare il Governo, lo possono fare quando vogliono senza bisogno del giustificativo del consiglio comunale e tanto meno di essere accompagnati dall’ on. Ceccuzzi.
Se poi l’on. Ceccuzzi a Roma non ha entrature, questo è un suo problema del quale non può farne carico al Rettore, al Sindaco, ai Presidenti di Provincia e Regione, al consiglio comunale ed all’intera comunità civica.
I problemi in campo sono ben altri e le opposizioni erano ben disponibili a fare la loro parte ed hanno infatti dato la loro disponibilità a trovare una soluzione unitaria che auspicasse quel che c’era da auspicare, che consentisse a Rettore, Sindaco, Presidenti di Provincia e Regione di interfacciarsi istituzionalmente con Roma, senza essere sottoposti a tutele esterne di consigli comunali ed onorevoli Ceccuzzi vari, e soprattutto prevedesse un impegno concreto del sindaco a predisporre, in qualità di membro del tavolo interistituzionale, insieme agli altri enti territoriali interessati, un programma dettagliato per il riassorbimento del personale in esubero e dei precari dell’università.
Di fronte alla disponibilità ed alle proposte delle opposizioni, che si dichiaravano pronte a riscrivere il documento immediatamente od in qualunque altro momento, il capogruppo PD Cortonesi replicava che lui doveva portare a casa un risultato anche minimo, che le opposizioni potevano solo emendare il testo di maggioranza e che in caso contrario l’accordo si sarebbe potuto trovare successivamente al voto.
Era chiaro che a Cortonesi dell’Università e dei precari nulla importava e che a lui interessava solo un risultato politico.
Quale sia il risultato politico nell’ autorizzare una gita a Roma di una comitiva che si porta dietro un documento generico e senza impegni, scritto e votato dalla sola maggioranza, è cosa che Cortonesi può spiegare solo all’on. Ceccuzzi.
Per quanto riguarda le opposizioni queste sono pronte, in ogni momento, a riprendere un confronto che abbia per fine un contributo concreto alla soluzione dei problemi dell’Ateneo senese.
Però senza arroganza, senza demagogia e soprattutto senza imposizioni da parte di chicchessia.
Agostino Milani consigliere comunale
E’ da sottolineare innanzitutto come per tutta la mattina i banchi del PD siano stati desolatamente vuoti, nonostante la presenza in aula di una folta rappresentanza di lavoratori e a prova dell’interesse del gruppo PD per i problemi dell’Università, salvo poi registrare tra gli stessi banchi il tutto esaurito nel pomeriggio quando il consiglio si approssimava alle votazioni.
Per quanto riguarda poi la mozione presentata dalla maggioranza c’è da dire come la stessa fosse impresentabile in quanto verbosa, autocelebrativa e soprattutto priva di concretezza.
La mozione infatti oltre ad auspicare cose che tutti auspicano, invitava perentoriamente il Governo ad erogare quel finanziamento a fondo perduto di 100 milioni che l’on. Ceccuzzi richiede ormai ripetutamente da mesi.
Come evidenziato in altra occasione non si capisce per quale motivo il Governo Nazionale, dimenticando gli altri atenei in crisi, debba regalare 100 mln a quello senese, quando la banca MPS, in occasione di un tavolo interistituzionale e di fronte ad una richiesta di sostegno da parte dello stesso Ateneo senese, ebbe a dichiarare “Non siamo la Misericordia!”.
La stessa mozione intimava al Governo di autorizzare urgentemente la stipula del contratto di finanziamento, senza neppure verificare, come da noi richiesto, se ne esistono le condizioni, dimenticando per altro che tuttora esiste una legge che autorizza gli enti a contrarre mutui solo in presenza di nuovi investimenti e non per pagare debiti.
C’era poi la parte comica della gita a Roma con comitiva costituita da Rettore, sindaco, Presidenti della Provincia e della Regione, naturalmente accompagnati dall’on. Ceccuzzi che il giorno prima aveva dichiarato che il PD resta in campo e vuole una gestione collegiale.
Le opposizioni sono invece convinte che se coloro che presiedono gli enti territoriali vogliono incontrare il Governo, lo possono fare quando vogliono senza bisogno del giustificativo del consiglio comunale e tanto meno di essere accompagnati dall’ on. Ceccuzzi.
Se poi l’on. Ceccuzzi a Roma non ha entrature, questo è un suo problema del quale non può farne carico al Rettore, al Sindaco, ai Presidenti di Provincia e Regione, al consiglio comunale ed all’intera comunità civica.
I problemi in campo sono ben altri e le opposizioni erano ben disponibili a fare la loro parte ed hanno infatti dato la loro disponibilità a trovare una soluzione unitaria che auspicasse quel che c’era da auspicare, che consentisse a Rettore, Sindaco, Presidenti di Provincia e Regione di interfacciarsi istituzionalmente con Roma, senza essere sottoposti a tutele esterne di consigli comunali ed onorevoli Ceccuzzi vari, e soprattutto prevedesse un impegno concreto del sindaco a predisporre, in qualità di membro del tavolo interistituzionale, insieme agli altri enti territoriali interessati, un programma dettagliato per il riassorbimento del personale in esubero e dei precari dell’università.
Di fronte alla disponibilità ed alle proposte delle opposizioni, che si dichiaravano pronte a riscrivere il documento immediatamente od in qualunque altro momento, il capogruppo PD Cortonesi replicava che lui doveva portare a casa un risultato anche minimo, che le opposizioni potevano solo emendare il testo di maggioranza e che in caso contrario l’accordo si sarebbe potuto trovare successivamente al voto.
Era chiaro che a Cortonesi dell’Università e dei precari nulla importava e che a lui interessava solo un risultato politico.
Quale sia il risultato politico nell’ autorizzare una gita a Roma di una comitiva che si porta dietro un documento generico e senza impegni, scritto e votato dalla sola maggioranza, è cosa che Cortonesi può spiegare solo all’on. Ceccuzzi.
Per quanto riguarda le opposizioni queste sono pronte, in ogni momento, a riprendere un confronto che abbia per fine un contributo concreto alla soluzione dei problemi dell’Ateneo senese.
Però senza arroganza, senza demagogia e soprattutto senza imposizioni da parte di chicchessia.
Agostino Milani consigliere comunale