Il gruppo consiliare si dichiara "profondamente preoccupato" per la scelta di Poggibonsi
POGGIBONSI. Siamo profondamente preoccupati per l’approvazione della mozione promossa dalla maggioranza PD perché rischia di far passare per normale un messaggio aberrante e contro natura come quello dell’identità di genere, più comunemente chiamata ideologia gender, che spesso si cela dietro alla più che legittima e generale lotta alla dischiminazione omosessuale.
Lotta all’omofobia e ideologia gender sono infatti due cose completamente diverse e se è giusto, come riteniamo anche noi, lottare contro ogni qualsiasi forma di discriminazione sessuale poiché è un diritto inalienabile di ogni individuo vivere serenamente la propria sessualità senza essere discriminato, è altrettanto importante impedire l’affermazione del pensiero gender.
Secondo tale ideologia infatti, l’identità sessuale di ciscun individuo non viene stabilita dalla natura e dall’incontrovertibile dato biologico ma unicamente dalla soggettiva percezione di ciascun individuo, il quale sarà libero di assegnarsi il genere percepito, “orientando” la propria sessualità secondo i propri istinti e le proprie mutevoli pulsioni.
Alla luce di ciò, siamo preoccupati che l’adesione del Comune di Poggibonsi alla “Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per Orientamento Sessuale e Identità di Genere” possa rilevarsi il cavallo di Troia con cui alcune associazioni possano legittimare dei messaggi devastanti come ad esempio quelli dell’utero in affitto per coppie omosessuali e dell’educazione al gender, veicolate anche attraverso nuovi e specifici progetti scolastici che vengono promosssi fin dalle scuole d’infanzia e che si pongono l’obiettivo di “destrutturare” quelli che vengono definiti gli “stereotipi di genere”, vale a dire ad esempio, insegnare ai bambini dagli 0 ai 4 anni che non si è maschio o femmina perché nati con certe identità fisiche, ma lo si è solo se ci si riconosce come tali, oppure educarli fin da piccoli alla masturbazione infantile precoce, alla scoperta degli organi genitali ovvero ad acquisire consapevolezza dell’identità di genere, così come ad esprimere i propri bisogni, desideri e limiti attraverso “giochi” come quello del dottore o del trasvestimento con abiti del sesso opposto, come accaduto in svariate scuole d’Italia.
Come abbiamo fortemente affermato in Consiglio comunale, il gruppo Lega Salvini Premier è fermamente contrario a questo tipo di ideologie e riteniamo un grande errore l’adesione ad una Rete che non ha mai preso le distanze dall’ideologia gender e da pratiche mediche, come appunto la vedita dei gameti e la maternità surrogata, che addirittura sono tutte pratiche vietate dalla legge italiana.
In tal senso ci sorprende e ci rammarica il voto favorevole con il quale la lista civica Insieme si è appiattita sul documento del PD. Forse non si è compreso che questa non è una mera battaglia di posizione politica tra partiti, ma lo è piuttosto per scongiurare anche solo l’ipotesi di un coinvolgimento dei bambini nell’insegnamento di determinate ideologie, poiché, come ha sostenuto persino Papa Francesco in un suo discorso al BICE, deve essere rifiutata, testuali parole, “ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio! Gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del secolo XX non sono spariti; conservano la loro attualità sotto vesti diverse e proposte che, con pretesa di modernità, spingono i bambini e i giovani a camminare sulla strada dittatoriale del “pensiero unico”. Mi diceva, poco più di una settimana fa, un grande educatore: “A volte, non si sa se con questi progetti – riferendosi a progetti concreti di educazione – si mandi un bambino a scuola o in un campo di rieducazione”.
Nei prossimi mesi saremo occupati in prima linea per informare la cittadinanza su questi argomenti.
Gruppo consiliare Lega Salvini Premier