SIENA. I titoli di studio di “Geometra”, “Perito industriale” “Perito Agrario” e “Ragioniere” lascerà il posto al nuovo “Diploma di Istruzione Tecnica” con l’individuazione di 11 indirizzi di studio:
– 9 di indirizzo “tecnologico”;
– 2 di indirizzo “economico”
Questo il riordino imposto dal Ministero dell’Istruzione agli istituti tecnici.
Il chiarimento sulla riforma è portato avanti in questi giorni dal Collegio dei Periti Industriali di Siena. La nuova istruzione tecnica non è più inquadrabile come scuola terminale ai fini di una professione intellettuale. Un messaggio ben preciso che deve arrivare ai giovani e alle loro famiglie, in seguito alla poca chiarezza fatta sull’argomento. Viste le non corrette interpretazioni della riforma, provenienti tra l’altro proprio da chi ne è direttamente coinvolto, come alcuni dirigenti scolastici regionali, il Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati, unitamente al COGEPAPI (Comitato Geometri, Periti Agrari e Periti Industriali) ha inviato nello scorso marzo una nota stampa al Ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini per la richiesta di un chiarimento ufficiale sulla riforma. Per quanto riguarda la provincia di Siena già si sono svolti alcuni incontri tra il Collegio dei Periti Industriali e alcune classi dell’Istituto Tecnico Industriale Tito Sarrocchi. Nell’occasione sono stati fatti gli opportuni chiarimenti legati alla professione e alle prospettive future post diploma. Questo sempre nell’ambito di una corretta informazione da rivolgere ai giovani e alle loro famiglie. Il nuovo diploma degli istituti tecnici rappresenta per la riforma scolastica italiana un notevole passo in avanti verso una formazione adeguata agli standard europei. La nuova istruzione tecnica che entrerà in vigore già dalle prime classi del prossimo anno non rilascerà più un titolo spendibile ai fini della professione intellettuale. L’Università ed i Corsi di Istruzione Tecnica Superiore rappresenteranno dunque un passaggio obbligatorio per chi vorrà esercitare la libera professione.
– 9 di indirizzo “tecnologico”;
– 2 di indirizzo “economico”
Questo il riordino imposto dal Ministero dell’Istruzione agli istituti tecnici.
Il chiarimento sulla riforma è portato avanti in questi giorni dal Collegio dei Periti Industriali di Siena. La nuova istruzione tecnica non è più inquadrabile come scuola terminale ai fini di una professione intellettuale. Un messaggio ben preciso che deve arrivare ai giovani e alle loro famiglie, in seguito alla poca chiarezza fatta sull’argomento. Viste le non corrette interpretazioni della riforma, provenienti tra l’altro proprio da chi ne è direttamente coinvolto, come alcuni dirigenti scolastici regionali, il Consiglio Nazionale dei Periti Industriali e dei Periti Industriali Laureati, unitamente al COGEPAPI (Comitato Geometri, Periti Agrari e Periti Industriali) ha inviato nello scorso marzo una nota stampa al Ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini per la richiesta di un chiarimento ufficiale sulla riforma. Per quanto riguarda la provincia di Siena già si sono svolti alcuni incontri tra il Collegio dei Periti Industriali e alcune classi dell’Istituto Tecnico Industriale Tito Sarrocchi. Nell’occasione sono stati fatti gli opportuni chiarimenti legati alla professione e alle prospettive future post diploma. Questo sempre nell’ambito di una corretta informazione da rivolgere ai giovani e alle loro famiglie. Il nuovo diploma degli istituti tecnici rappresenta per la riforma scolastica italiana un notevole passo in avanti verso una formazione adeguata agli standard europei. La nuova istruzione tecnica che entrerà in vigore già dalle prime classi del prossimo anno non rilascerà più un titolo spendibile ai fini della professione intellettuale. L’Università ed i Corsi di Istruzione Tecnica Superiore rappresenteranno dunque un passaggio obbligatorio per chi vorrà esercitare la libera professione.