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Sono in molti a parlarne nel dibattito politico, per poi tacere in senso positivo o negativo quando ci si trova di fronte ad una pagina di vita reale, come quella di Sara e Margherita.
Il Partito Socialista – Riformisti ha le idee chiarissime da questo punto di vista e da sempre, in ogni luogo, le ha ribadite. Tutte le coppie hanno diritto di vivere il loro disegno di vita.
Alcuni anni fa, nella sala delle lupe, organizzammo un incontro sulla legge inerente la fecondazione assistita. Lo facemmo con una formazione politica che apprezzava a differenza nostra quella legge. Invitammo a parlare due professori contrari e due a favore. Un modo per offrire una visione oggettiva ed aiutare i cittadini a farsi un’opinione propria e consapevole. Noi mettevamo in evidenza come quella legge, desse vita ad una diversità di opportunità. Chi può permetterselo va all’estero a fare quello che in Italia non è permesso, al tempo l’analisi preimpianto, la possibilità di non reimpiantare obbligatoriamente tre embrioni fecondati (con possibilità di parti trigemellari), la possibilità di congelare gli embrioni e quindi non imporre alla donne frequenti cure ormonali, la fecondazione eterologa.
E’ evidente che l’Italia sia un paese la cui storia è intrisa dei valori cattolici e che gli stessi siano alla base delle scelte etiche di molti (ma non tutti) cittadini. Fatta questa doverosa premessa, è altrettanto giusto ribadire che lo Stato deve essere laico nelle scelte e nella scrittura delle leggi, perché mai i precetti religiosi devono essere fonte di diritto o di legislazione. Il nostro auspicio è che l’esperienza di Sara e Margherita possa riaprire con decisione il dibattito anche a Siena sulle coppie di fatto e sui diritti delle persone che decidono di condividere un percorso di vita, affinché tutti possano auto determinare la loro felicità, la loro strada, a prescindere dal loro genere, religione o idea.
E’ forse arrivato il momento di riaprire anche a Siena il dibattito sul registro delle unioni civili, ovvero delle coppie di fatto. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di coppie eterosessuali che decidono di convivere senza legarsi in matrimonio, ma ci sono anche coppie omosessuali che hanno tutto il diritto di essere considerate al pari delle altre, se questo è il loro desiderio.
Pisa è stata la prima città italiana a costituire il Registro delle Unioni Civili. La prima ad unirsi civilmente fu una coppia eterosessuale con una figlia; l'iscrizione al registro avvenne il 20 febbraio 1998. In luglio si iscrisse al registro una coppia di due donne, la prima coppia omosessuale. Ci sono state poi le esperienze positive di Firenze e di tante altre città italiane, fino a Colle Val d’Elsa.
“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”, non si tratta di una frase casuale, ma dell’articolo 1 della “Carta dei diritti umani” dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Era il 10 dicembre 1948 quando fu pubblicata, ma ancora di strada ne deve essere compiuta tanta, se qualcuno nel 2010 pensa che persone come Sara e Margherita non abbiano diritto a scegliere il modo in cui vivere la loro vita ed essere felici.
Partito Socialista – Riformisti Siena