SIENA. Gentile redazione,
mi leggo in un vostro articolo della pagina politica odierna, e vorrei mi fosse permesso riprenderne alcuni punti.
Sentirmi definito "uno dei fedelissimi" di Alessandro Starnini mi spinge a precisare che non mi sembra una definizione corretta, poiché già due anni fa, allorquando Ceccuzzi fu eletto Segretario comunale e Starnini (con Trapassi) vice-segretario, espressi pubblicamente la mia irriducibilità all'arruolamento "forzoso" in qualsivoglia coorte: forse più fortunato di altri, potendomi fregiare di un cognome "importante" (senza merito, come tutte le cose acquisite per nascita), mi definii – e mi definisco oggi – unicamente "mazziniano".
Infatti uno dei problemi più profondi del PD è proprio la divisione inane non tanto in correnti, quanto addirittura in gruppi e gruppetti al seguito di qualche capo-bastone (dalemiani, veltroniani…). Questo affannarsi dietro a supposti "leaders" – leaders di cosa, si perde sempre – fa sì che manchino persone e idee nuove: e i risultati si vedono.
Peraltro la mia non riconducibilità ai "fedelissimi" di questo o quest'altro non mi impedisce di nutrire profonda stima verso Starnini così come nei confronti di altri "compagni di viaggio" citati nel vostro articolo (compreso Alessandro Mugnaioli: anche se nessuno me l'ha ancora chiesto): non avrebbe senso stare in un partito di cui non si stimano molti appartenenti!
Infine due precisazioni: il termine "maggiorenti" sa molto di contrada – dove l'esperienza e il rispetto sono valori fondamentali – e poco di partito, soprattutto in una fase in cui ci sarà grande bisogno di idee innovative e coraggiose per rispondere alle sfide che pone il governo della città. L'ultima è che se incontrare ed ascoltare iscritti e simpatizzanti (siamo il Partito delle Primarie!) significa "fare fronda", allora, quando partirá la campagna d'ascolto ufficiale del PD, ci troveremo ad avere molte fronde…
Saluti cordiali
Paolo Mazzini
(Foto di repertorio di Augusto Mattioli)
mi leggo in un vostro articolo della pagina politica odierna, e vorrei mi fosse permesso riprenderne alcuni punti.
Sentirmi definito "uno dei fedelissimi" di Alessandro Starnini mi spinge a precisare che non mi sembra una definizione corretta, poiché già due anni fa, allorquando Ceccuzzi fu eletto Segretario comunale e Starnini (con Trapassi) vice-segretario, espressi pubblicamente la mia irriducibilità all'arruolamento "forzoso" in qualsivoglia coorte: forse più fortunato di altri, potendomi fregiare di un cognome "importante" (senza merito, come tutte le cose acquisite per nascita), mi definii – e mi definisco oggi – unicamente "mazziniano".
Infatti uno dei problemi più profondi del PD è proprio la divisione inane non tanto in correnti, quanto addirittura in gruppi e gruppetti al seguito di qualche capo-bastone (dalemiani, veltroniani…). Questo affannarsi dietro a supposti "leaders" – leaders di cosa, si perde sempre – fa sì che manchino persone e idee nuove: e i risultati si vedono.
Peraltro la mia non riconducibilità ai "fedelissimi" di questo o quest'altro non mi impedisce di nutrire profonda stima verso Starnini così come nei confronti di altri "compagni di viaggio" citati nel vostro articolo (compreso Alessandro Mugnaioli: anche se nessuno me l'ha ancora chiesto): non avrebbe senso stare in un partito di cui non si stimano molti appartenenti!
Infine due precisazioni: il termine "maggiorenti" sa molto di contrada – dove l'esperienza e il rispetto sono valori fondamentali – e poco di partito, soprattutto in una fase in cui ci sarà grande bisogno di idee innovative e coraggiose per rispondere alle sfide che pone il governo della città. L'ultima è che se incontrare ed ascoltare iscritti e simpatizzanti (siamo il Partito delle Primarie!) significa "fare fronda", allora, quando partirá la campagna d'ascolto ufficiale del PD, ci troveremo ad avere molte fronde…
Saluti cordiali
Paolo Mazzini
(Foto di repertorio di Augusto Mattioli)