SIENA. Per fortuna il signor Lorenzo Rosso, consigliere eletto nel comune di Castelnuovo Berardenga, ci ha rassicurato che i residenti non pagheranno il balzello sull’autopalio.
“Parola di Matteoli”, così almeno asserisce lo stesso Rosso, anche se non chiarisce i residenti dove.
E’ infatti necessario chiarire se l’esenzione vale solo per i residenti di Siena, oppure di tutta la provincia, compreso quindi anche Castelnuovo Berardenga, oppure ancora, visto che la strada ha due direzioni, vale anche per i residenti di Firenze, provincia compresa.
Credo che, per quanto attiene la fattibilità, il dettaglio non sia secondario.
Però per noi che abbiamo intravisto nel balzello uno straordinario volano di sviluppo economico, qualche timore rimane.
Mi spiego meglio.
L’autopalio, ovvero il raccordo autostradale RA3, è una diramazione dell’autostrada A1 che collega il capoluogo toscano con la città di Siena dopo un percorso di circa 55 Km.
Tale raccordo, per quanto classificato come strada di tipo A (autostrada), non è tipo logicamente riconducibile alle autostrade, in quanto, pur presentando carreggiate separate e due corsie per ogni senso di marcia, è sprovvista di corsie di emergenza ed è caratterizzata da pendenze e curve incompatibili con i requisiti che deve possedere per legge un’autostrada.
L’autopalio è per altro collegata al territorio circostante tramite ben undici svincoli, oltre naturalmente a quelli iniziale e finale, e considerando che per ogni località gli svincoli di entrata e di uscita sono sui lati opposti della carreggiata, ne consegue che i caselli da realizzare, per il pagamento del pedaggio, non potrebbero essere meno di ventiquattro.
E siccome ogni casello, per quanto automatizzato, ha bisogno di personale di controllo, ne consegue inoltre che per predisporre il tutto sia necessario un servizio costante di 24 persone che, tenendo conto degli orari di servizio, delle festività e magari anche di qualche malattia, corrispondono ad un organico totale di circa cento unità.
E questa è certamente un’ottima opportunità di occupazione per il territorio, cui per altro corrisponde un investimento iniziale non secondario per la realizzazione dei ventiquattro caselli.
Il timore, purtroppo ancora non rimosso, è che se qualcuno fa i conti di quelle che sono le entrate e le uscite, si accorga che l’operazione non sta in piedi, perché eccessivamente onerosa e per la quale non ci potrà mai essere un ritorno economico.
Ed allora ci si domanda per quale motivo, prima di allarmarsi e chiedere garanzie per i residenti, non si fanno due conti e magari, in caso di incertezza, anche una telefonata all’ANAS.
Agostino Milani
“Parola di Matteoli”, così almeno asserisce lo stesso Rosso, anche se non chiarisce i residenti dove.
E’ infatti necessario chiarire se l’esenzione vale solo per i residenti di Siena, oppure di tutta la provincia, compreso quindi anche Castelnuovo Berardenga, oppure ancora, visto che la strada ha due direzioni, vale anche per i residenti di Firenze, provincia compresa.
Credo che, per quanto attiene la fattibilità, il dettaglio non sia secondario.
Però per noi che abbiamo intravisto nel balzello uno straordinario volano di sviluppo economico, qualche timore rimane.
Mi spiego meglio.
L’autopalio, ovvero il raccordo autostradale RA3, è una diramazione dell’autostrada A1 che collega il capoluogo toscano con la città di Siena dopo un percorso di circa 55 Km.
Tale raccordo, per quanto classificato come strada di tipo A (autostrada), non è tipo logicamente riconducibile alle autostrade, in quanto, pur presentando carreggiate separate e due corsie per ogni senso di marcia, è sprovvista di corsie di emergenza ed è caratterizzata da pendenze e curve incompatibili con i requisiti che deve possedere per legge un’autostrada.
L’autopalio è per altro collegata al territorio circostante tramite ben undici svincoli, oltre naturalmente a quelli iniziale e finale, e considerando che per ogni località gli svincoli di entrata e di uscita sono sui lati opposti della carreggiata, ne consegue che i caselli da realizzare, per il pagamento del pedaggio, non potrebbero essere meno di ventiquattro.
E siccome ogni casello, per quanto automatizzato, ha bisogno di personale di controllo, ne consegue inoltre che per predisporre il tutto sia necessario un servizio costante di 24 persone che, tenendo conto degli orari di servizio, delle festività e magari anche di qualche malattia, corrispondono ad un organico totale di circa cento unità.
E questa è certamente un’ottima opportunità di occupazione per il territorio, cui per altro corrisponde un investimento iniziale non secondario per la realizzazione dei ventiquattro caselli.
Il timore, purtroppo ancora non rimosso, è che se qualcuno fa i conti di quelle che sono le entrate e le uscite, si accorga che l’operazione non sta in piedi, perché eccessivamente onerosa e per la quale non ci potrà mai essere un ritorno economico.
Ed allora ci si domanda per quale motivo, prima di allarmarsi e chiedere garanzie per i residenti, non si fanno due conti e magari, in caso di incertezza, anche una telefonata all’ANAS.
Agostino Milani