di Red
SIENA. Senza neanche andare a cercare i riferimenti ci rammentiamo che, al momento in cui arrivò a Siena Alessandro Profumo, scrivemmo che a nostro giudizio era arrivato soltanto il finto moralizzatore che avrebbe continuato a coprire i misfatti della gestione precedente e che non avremmo mai avuto accesso né alla verità né ai responsabili. E ci bastò ascoltare in una calda serata d’estate alla Festa dell’Unità in fortezza le sesquipedali balle raccontate con la sponda di un giornalista amico per capire che nulla sarebbe cambiato a dispetto dei (finti) moniti della Banca d’Italia e della BCE, al cui vertice c’era come presidente l’uomo che aveva autorizzato Mussari ad acquistare Banca Antonveneta. Ça va sans dire.
E mentre vecchietti senesi intristiti da decenni di sottomissione al partito plaudevano a ricostruzioni storiche discutibili, il filo logico della continuazione del metodo (non del reato: per quello ci dovrebbe pensare la magistratura ad accertarlo, chi siamo noi?) ci indusse piano piano per sfinimento anche a raccontare le cose che sono poi accadute intorno alla banca MPS, tanto non c’era altro da dire.
E se già da tempo ci è arrivato il riconoscimento della veggente Cassandra sulla nazionalizzazione che Profumo disse sarebbe stata la tomba della banca – ma che è stato realizzato di fatto con il progressivo aumento dell’impegno statale nel capitale – oggi registriamo che c’è un giudice a Milano che ha le nostre stesse perplessità sulla gestione.
Secondo quanto scrive Il Giornale lo scorso 28/12/2019, in un articolo a firma Luca Fazzo, per il giudice Guido Salvini (della Procura Generale) la Procura della Repubblica di Milano non ha indagato a sufficienza su Profumo e Viola per quanto potrebbero aver occultato della situazione patrimoniale della banca dal 2012 al 2015 almeno, anzi, non avrebbe nemmeno avuta tanta voglia di farlo.
“Cosa accade, tra il 2012 e il 2015 – si chiedono il giudice di Milano Guido Salvini e il giornalista Luca Fazzo – nel colosso della «finanza rossa»? Si moralizza e si ripulisce, o si continua a mentire ai mercati e agli investitori?”.
Noi un’idea sull’argomento ce l’avremmo, e chi ci ha seguiti in questi anni lo ricorda bene che l’abbiamo anche scritta. Ricordiamo solo che il 21 gennaio 2016, in televisione, l’allora presidente del consiglio Renzi “consigliava” l’acquisto delle azioni MPS perché la banca era risanata.
Ad maiora!