SIENA. Il quarto scudetto di fila del Montepaschi – non piacerà a Siena ma è così- non appassiona piu' di tanto, entusiasma poco un basket in crisi di idee, identita', con squadre azzerate, compresa Siena, in Eurolega.
In una serie A senza un solo giocatore italiano che catturi l'interesse dei tifosi, con tante troppe squadre piene zeppe di stranieri che ballano una sola estate, la maggioranza degli appassionati vorrebbe un cambiamento totale, radicale. Un ritorno all'antico, quando c'era più equilibrio, due, tre stranieri per squadra e il resto giocatori italiani. E' inutile negarlo, le squadre imbottite di stranieri sono senza anima, senza tradizioni.
Ma qui andiamo a toccare un tasto non da poco, visto che la stessa Siena è per prima contraria a questo. D'altronde è per lo meno paradossale che una società che vince – pure – titoli giovanili in serie o arriva in finale, non abbia un solo giovane di successo in prima squadra. Un sistema dove l'appassionato fa fatica ad orientarsi. D'altronde bisogna accettare che uno Stoneerook sia italianizzato e presentato dalla stessa Siena come il faro della squadra. Solo che poi, con lo status di italiano, se gli chiedono di dare una mano alla Nazionale il presidente Minucci dice che "vista la stagione lunga, il giocatore d'estate sarebbe meglio che si riposi".
Un campionato di basket tra l'altro, invisibile agli appassionati, per vederlo bisogna essere abbonati a Sky, una scelta miope della Lega con l'avvento del digitale. E pagare per vedere un campionato scontato è difficile… E poi neppure a Siena per la finale con Milano c'è stato lil tutto esaurito.
Ci sarebbe da riunire al tavolo i proprietari dei club per uscire da questa situazione di impasse che rischia di sfinire gli appassionati perché dopo un'altra finale superscontata, si va verso la più totale noia. Sembra la pallanuoto, quando Recco vinceva per dei lustri.
Eppure la simpatia per Siena nel resto d'Italia non è mai nata. Varese, Cantù, Bologna, ovviamente Milano, quando vincevano avevano tifosi e simpatie in buona parte d'Italia. Sarà perché vince troppo, certamente, sarà anche perché al suo presidente Minucci non piacciono troppo le critiche. Anzi, a favore di Siena c'è un plebiscito generale da democrazia bulgara. La stampa è tutta prostrata di elogi per il modello Siena, dove tutto è perfetto, disciplinato, pianificato, proiettato al futuro. Lo stesso allenatore Pianigiani è considerato un conduttore straordinario, impeccabile, preciso: un fenomeno. Peccato che le sue scelte in Eurolega non sono sempre apparse all'altezza della situazione e lo squadrone che fa tremare l'Italia, in Europa qualcuno che gli ha fatto pelo e contropelo lo ha trovato: Barcellona, Real Madrid e Maccabi.
Certo in Italia é tutto diverso. Finché trovano uno come Bucchi che li sfida a viso aperto è dura contenerli. Per il resto quando qualche squadra li ha messi in difficoltà o stava per batterli, finali di Coppa Italia docet, qualche "piccolo" aiutino arbitrale arrivava. Almeno cosi è sembrato.
Adesso il prode Pianigiani allenerà la Nazionale in crisi di risultati e di immagine. Bisognerà qualificarsi per i Campionati Europei dell'anno prossimo. Se Pianigiani ce la fa siamo alla beatificazione. Di lui, del modello Siena, che per tutti è da copiare certamente, solo che però ci vogliono i dobloni del Montepaschi, dici niente!, del Presidente Minucci che lo ha lanciato e che, bontà sua e del suo Feudo, l'ha prestato all'interesse superiore. Per grazia ricevuta.
Vincenzo Mombrini
In una serie A senza un solo giocatore italiano che catturi l'interesse dei tifosi, con tante troppe squadre piene zeppe di stranieri che ballano una sola estate, la maggioranza degli appassionati vorrebbe un cambiamento totale, radicale. Un ritorno all'antico, quando c'era più equilibrio, due, tre stranieri per squadra e il resto giocatori italiani. E' inutile negarlo, le squadre imbottite di stranieri sono senza anima, senza tradizioni.
Ma qui andiamo a toccare un tasto non da poco, visto che la stessa Siena è per prima contraria a questo. D'altronde è per lo meno paradossale che una società che vince – pure – titoli giovanili in serie o arriva in finale, non abbia un solo giovane di successo in prima squadra. Un sistema dove l'appassionato fa fatica ad orientarsi. D'altronde bisogna accettare che uno Stoneerook sia italianizzato e presentato dalla stessa Siena come il faro della squadra. Solo che poi, con lo status di italiano, se gli chiedono di dare una mano alla Nazionale il presidente Minucci dice che "vista la stagione lunga, il giocatore d'estate sarebbe meglio che si riposi".
Un campionato di basket tra l'altro, invisibile agli appassionati, per vederlo bisogna essere abbonati a Sky, una scelta miope della Lega con l'avvento del digitale. E pagare per vedere un campionato scontato è difficile… E poi neppure a Siena per la finale con Milano c'è stato lil tutto esaurito.
Ci sarebbe da riunire al tavolo i proprietari dei club per uscire da questa situazione di impasse che rischia di sfinire gli appassionati perché dopo un'altra finale superscontata, si va verso la più totale noia. Sembra la pallanuoto, quando Recco vinceva per dei lustri.
Eppure la simpatia per Siena nel resto d'Italia non è mai nata. Varese, Cantù, Bologna, ovviamente Milano, quando vincevano avevano tifosi e simpatie in buona parte d'Italia. Sarà perché vince troppo, certamente, sarà anche perché al suo presidente Minucci non piacciono troppo le critiche. Anzi, a favore di Siena c'è un plebiscito generale da democrazia bulgara. La stampa è tutta prostrata di elogi per il modello Siena, dove tutto è perfetto, disciplinato, pianificato, proiettato al futuro. Lo stesso allenatore Pianigiani è considerato un conduttore straordinario, impeccabile, preciso: un fenomeno. Peccato che le sue scelte in Eurolega non sono sempre apparse all'altezza della situazione e lo squadrone che fa tremare l'Italia, in Europa qualcuno che gli ha fatto pelo e contropelo lo ha trovato: Barcellona, Real Madrid e Maccabi.
Certo in Italia é tutto diverso. Finché trovano uno come Bucchi che li sfida a viso aperto è dura contenerli. Per il resto quando qualche squadra li ha messi in difficoltà o stava per batterli, finali di Coppa Italia docet, qualche "piccolo" aiutino arbitrale arrivava. Almeno cosi è sembrato.
Adesso il prode Pianigiani allenerà la Nazionale in crisi di risultati e di immagine. Bisognerà qualificarsi per i Campionati Europei dell'anno prossimo. Se Pianigiani ce la fa siamo alla beatificazione. Di lui, del modello Siena, che per tutti è da copiare certamente, solo che però ci vogliono i dobloni del Montepaschi, dici niente!, del Presidente Minucci che lo ha lanciato e che, bontà sua e del suo Feudo, l'ha prestato all'interesse superiore. Per grazia ricevuta.
Vincenzo Mombrini