Il periodo di monitoraggio è quello del triennio 2016-2018
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FIRENZE. Per definire lo stato ambientale di un corpo idrico è necessario conoscerne lo stato ecologico e lo stato stato chimico. Lo stato ecologico tiene conto di 5 indicatori:
- indicatori di qualità biologica (macroinvertebrati, macrofite, diatomee)
- elementi fisico-chimici (concentrazioni di nutrienti e livelli di ossigeno ‐ LimEco)
- elementi chimici (concentrazioni medie delle sostanze di Tabella 1B del Dlgs 175/15)
La valutazione viene effettuata prendendo il risultato peggiore tra gli indici monitorati sopra riportati. Generalmente l’indicatore più sensibile risulta la struttura della comunità di macroinvertebrati, seguito da macrofite; gli indicatori meno sensibili sono rappresentati dai LimEco. I parametri biologici sono suddivisi in 5 classi di qualità (Cattiva, Scarsa, Sufficiente, Buona, Elevata).
L’anno 2018 ha rappresentato la fine del primo triennio del secondo sessennio di applicazione della Direttiva Europea 2000/60/UE sul monitoraggio dei corpi idrici in Toscana.
Nel triennio 2016-2018 nella Provincia di Siena l’attività di monitoraggio ha interessato 31 punti della rete regionale toscana.
I risultati di sintesi mostrano uno stato chimico “buono” per il 61 % dei punti monitorati; solo 8 punti di monitoraggio sono stati classificati come “non buono” relativamente allo stato chimico. Di questi, per 6 punti il parametro fuori limite è stato il Mercurio, gli altri due punti presentano valori fuori limite per Piombo e PFOS.
Nel triennio 2013-2015 lo stato chimico “buono” era stato raggiunto nel 74% dei punti monitorati; rispetto al triennio successivo per 5 punti si è passati da “buono” a “non buono” mentre in soli 2 casi è avvenuto il passaggio inverso. Nel dettaglio in quasi tutti i casi il parametro fuori limite è stato il Mercurio.
La determinazione del mercurio nelle acque è un’analisi molto delicata: la possibilità di ottenere falsi positivi è elevata, in quanto le concentrazioni da rilevare risultano estremamente basse e gli inquinamenti accidentali molto probabili. In quest’ottica in ARPAT è stato ritenuto prioritario verificare l’efficacia delle procedure relative alla gestione della vetreria oltre che l’affidabilità delle risposte strumentali. Da questa analisi sono scaturite nuove modalità sia di gestione della vetreria che di campionamento che miglioreranno la risposta analitica.
Nel triennio 2016-2018 lo stato ecologico è “buono” per il 39% dei punti, una qualità ecologica “scarsa” si registra solo su 7 punti ma nessun punto è in qualità ecologica “elevata”. (nella mappa che segue i risultati dello stato ecologico del triennio 2016-2018)
Le maggiori criticità si registrano nel sotto bacino del torrente Elsa dove qualità chimica ed ecologica risultano buone solo sul Torrente Foci .
Il sotto bacino della Chiana presenta limitate criticità dal punto di vista chimico; dal punto di vista ecologico in alcuni corpi idrici ci sono difficoltà di campionamento, in altri il livello di qualità restituito dallo studio della comunità di macroinvertebrati risulta in qualità “sufficiente”.
I 4 punti sul bacino del fiume Ombrone in territorio senese presentano criticità limitate al Torrente Chiusella sia dal punto di vista chimico (Mercurio) che biologico (a causa della comunità macrofitica che si ferma a una classificazione “sufficiente”). Gli altri punti sono classificati buoni sia dal punto di vista chimico che biologico.
Nel bacino dell’Arbia la qualità ecologica risulta “sufficiente” nei due tratti dell’Arbia, “buona” sui torrenti Stile e Piana e “scarsa” sul Tressa che, in territorio senese, in effetti mostra un ambiente piuttosto degradato con presenza di rifiuti, ad esempio materiale inerte, anche in alveo.
Nel primo tratto sul Merse si registra un’unica criticità per lo stato chimico. La qualità ecologica è “sufficiente” sul Merse, “buona” negli altri tratti, ad eccezione del Serpenna, dove la presenza di nutrienti porta allo stato “scarso”.
Nel Sotto Bacino Orcia la situazione è abbastanza variegata, con due criticità da metalli su Tuoma e Sucenna; lo stato ecologico è “scarso” su Asso e Sucenna, “sufficiente” nel tratto a valle dell’Orcia e “buono” negli altri punti. Il Torrente Sucenna inoltre è soggetto a secche estive molto prolungate che rendono molto difficoltoso il campionamento.
Effettuando un confronto con i dati della classificazione ecologica relativa al precedente triennio di monitoraggio (2013-2015) emerge una situazione sostanzialmente stabile in provincia di Siena con 18 punti di monitoraggio che hanno mantenuto la stessa classe di qualità. Nei casi in cui la classe è variata si contano 3 casi in cui lo stato ecologico è passato da “buono” a “non buono”, 2 casi in cui lo stato ecologico è passato da “non buono” a “buono” e 4 casi in cui il miglioramento registrato non ha comunque portato il corpo idrico allo stato “buono”. Si segnalano infine 3 casi in cui lo stato ecologico è formalmente migliorato perché è passato da “non buono” a “buono” ma solo in conseguenza della classificazione data dalla concentrazione media annua di nutrienti quali Ossigeno, Azoto ammoniacale e nitrico e Fosforo totale (Lim-eco). In questi 3 punti situati sul Fiume Ombrone e sul Torrente Tuoma, nel triennio 2016-2018 non sono stati effettuati campionamenti di elementi biologici (Macrobenthos, Macrofite e Diatomee) a causa delle difficoltà di accesso al punto.
Negli ultimi anni infatti si registrano sempre maggiori difficoltà di campionamento delle matrici vegetale e animale dei corsi d’acqua toscani. Tali difficoltà possono essere legate:
- alle condizioni idrologiche dei corsi d’acqua che presentano sempre più spesso o secche prolungate (come nella stagione primavera/estate del 2017 – si veda a tal proposito l’immagine a fianco che mostra la secca dell’anno 2017 sul Torrente Foenna) o piene repentine in conseguenza di fenomeni piovosi brevi e intensi (le cosiddette “bombe d’acqua”)
- alle condizioni morfologiche dei corsi d’acqua che nel tempo possono mostrare un progressivo abbassamento dell’alveo dovuto alla scarsa dinamica laterale.
Un altro fattore che influisce fortemente sulla colonizzazione del fiume da parte di organismi vegetali e animali è il taglio della vegetazione spondale che viene fatto sempre più spesso in modo del tutto indiscriminato e con l’utilizzo di mezzi cingolati e con bracci meccanici (nell’immagine a fianco il taglio della vegetazione spondale lungo il Torrente Staggia).
Il risultato di queste operazioni è un taglio a raso di tutta la vegetazione sia arbustiva che di alto fusto che riduce l’ombreggiamento e la varietà di habitat presenti nel corso d’acqua e rende le sponde più fragili e più soggette a dilavamento e frane in caso di piena o di piogge consistenti. Senza contare il danno diretto ed immediato su flora e fauna dovuto al passaggio di questi mezzi che entrano spesso direttamente in alveo.
Tutti questi fattori influiscono ovviamente sull’attività di campionamento delle matrici ecologiche e possono portare a una riduzione del numero di campionamenti effettuati nell’anno che determinano quindi una minore robustezza delle valutazioni annuali.
(Testo di M. Vignali, M.G. Marchi, S. Cerofolini, M. Pischedda, G. Cara, E. Di Capua, M. Cruscanti, S. Cavalieri)