Il consigliere leghista ha partecipato all'assemblea in cui la gente ha espresso preoccupazioni sull’impianto di carbonizzazione idrotermale
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FIRENZE. “ L’inchiesta pubblica regionale dovrà fugare ogni ragionevole dubbio sulle possibili criticità o ricadute ambientali, sui rischi per la salute dovuti a emissioni o fuoriuscite, sul peso che l’impianto può avere sulla viabilità e quindi sulla sicurezza relativamente al trasporto dei fanghi da trattare, sulla sicurezza del processo produttivo. Ma già da ora è doveroso chiedersi: perché i residenti non sono stati informati prima del progetto che Acea Ambiente voleva realizzare nell’area dell’ex centro carni di Chiusi? Del resto lo stesso Consiglio regionale toscano si è pronunciato al riguardo approvando, nell’aprile 2018, una mozione diretta a evidenziare la mancanza di un precedente confronto tra amministrazione comunale e cittadini – dichiara il consigliere regionale Marco Casucci (Lega)- L’importanza di tale impianto, che ha una potenzialità per trattare 80 mila tonnellate/anno di fanghi provenienti da Toscana, Umbria e Lazio, avrebbe richiesto anche il coinvolgimento dei comuni limitrofi. Un tale progetto è in contrasto con gli orientamenti assunti recentemente dalla Regione per quanto riguarda l’obiettivo di “toscana carbon free” dal 2050. Infatti, il trattamento dei fanghi reflui produrrà carbone di tipo C. Attenderemo gli esiti dell’inchiesta pubblica: in ogni caso esprimiamo sin da ora le nostre perplessità circa la localizzazione dell’impianto, vista la vocazione turistica della zona”.