L'appello di David Chiti, presidente dell'associazione NOI: "Sottoscrivete le petizioni internazionali"
SIENA. Sono, queste, ore di grande trepidazione per chi tiene alla vita di Sakineh Mohammed Ashtiani. Le voci di un’esecuzione imminente della donna iraniana, condannata a morte per adulterio, si rincorrono da un capo all’altro del mondo lasciando una scia di sconforto per la leggerezza con cui, ancora una volta, vengono calpestati i più elementari diritti civili.
“Meno di un mese fa – afferma David Chiti presidente dell’Associazione NOI – abbiamo organizzato insieme alla Fondazione Derek Rocco Barnabei, ad UNICEF Siena e all’Associazione Antigone un concerto rock per manifestare l’appoggio morale e civile di un’intera città alla battaglia durissima che questa donna sta combattendo. Invito – prosegue Chiti – tutti i miei concittadini, in questo momento difficile, a mantenersi informati, a sottoscrivere, qualora non l’avessero ancora fatto, le petizioni internazionali in difesa della vita di Sakineh. Li invito a ribellarsi, indignandosi per un atto ingiusto che rischia di divenire irrimediabile”.
Sulla stampa è una ridda di proclami e smentite condita da propaganda di regime che dipinge i paesi occidentali come coloro che, per sferrare l’ennesimo attacco all’islam, sollevano un caso di violazione di diritti civili laddove viene invece esercitato il semplice diritto di uno stato sovrano a giudicare i reati secondo il proprio codice.
“Niente di più falso – sbotta Chiti – noi abbiamo manifestato contro la pena di morte condannando tutti gli stati in cui essa viene praticata, Stati Uniti compresi. Qui parliamo di una vicenda in cui ci sono grandi irregolarità nello svolgimento del processo che ha portato alla condanna di Sakineh. Difendiamo i diritti civili di tutti quando lottiamo per i diritti dei singoli. L’iniziativa di NOI ha voluto informare e far riflettere i senesi; bagnare questo deserto di barbarie con una piccola goccia di giustizia”. Tutto continuando a sperare per il meglio.