Quante volte l’ho sentito dire! Proviamo a capire perché
di Mauro Aurigi
A chi scrive capita con una certa frequenza di citare l’invidiabile prosperità della vicinissima Svizzera e degli Svizzeri come risultato esclusivo dell’alto livello di democrazia adottato: primato della sovranità popolare e conseguente drastica riduzione del potere dei politicanti e dei loro partiti (tant’è che nessuno di noi conosce neanche il nome del presidente di quella Confederazione). E per quanto riguarda quel benessere diffuso, il più alto del pianeta, cerco di sottolineare sempre che – miracolo della democrazia! – ciò avvenga nonostante che quello sia il paese più povero di risorse dell’Europa (non ha neanche il mare!). E spesso, come ciliegina sulla torta, aggiungo che gli Svizzeri sono il popolo più felice del mondo secondo l’annuale classifica dell’ONU (World Happiness Report), galleggiando sempre al vertice insieme a Finlandesi, Danesi e Norvegesi (gli Italiani stagnano verso il 50° posto). Insomma, intendo dire, l’Italia non ha bisogno di Di Maio, Salvini, Renzi, Berlusconi o Meloni e neanche dell’ottimo Conte, per uscire dal baratro, ma ha bisogno solamente, anzi esclusivamente di maggiori livelli di democrazia. “Non abbiamo bisogno di buoni politici, ma di buoni cittadini”, diceva il buon J.J. Rousseau, ovviamente svizzero di Ginevra.
QUANTA OTTUSITA’ E DEMAGOGIA!
Ma non ottengo repliche favorevoli, anzi le risposte, piuttosto stizzite, sono di questo tipo:
- Gli Svizzeri sono ricchi grazie alla banche. Reazione tipica di ambiente sinistroide ossia di chi ha sempre accusato e accusa tutte le banche di rubare ai poveri. Evidentemente con eccezione di quelle svizzere, generosamente dedite a distribuire mucchi di franchi alla popolazione. E pensare che proprio a Siena il rapporto popolazione/banche è (era) largamente più favorevole, ma i Senesi non sono mai stati ricchi come gli Svizzeri.
- Tutto esclusivo merito del fatto che si tratta di un piccolo paese. Questa bella pensata origina da ambiente patriottardo, ossia da quelli del “Viva l’Unità d’Italia!” e “Viva anche Garibaldi, Savoia, Cavour e Mazzini!”. Insomma viva! tutti quelli che vollero che tanti piccoli paesi italiani fossero sanguinosamente riuniti in un solo grande Paese (come coerenza non c’è davvero male).
- In Svizzera ci sono i soldi della mafia e degli evasori italiani. In sostanza questa è la stupefacente accusa ai banchieri svizzeri (svizzeri!) di non mettere in galera i mafiosi e gli evasori italiani che la polizia e la magistratura italiane (italiane!) non hanno saputo acchiappare.
- Non fanno mai guerre. Un’accusa ancora più stupefacente che non merita altro commento.
- Gli Svizzeri non mi piacciono! E questo alla fine mi manda in bestia, per cui replico con un maligno: “l’ultima volta che non ci è piaciuto qualcuno è costata oltre 6 milioni di esseri umani gassati e infornati. Ma come si fa a dire, ancora oggi, che un popolo non ci piace?”.
GLI SVIZZERI?! E GLI ITALIANI, ALLORA?
Ma ultimamente una replica almeno un po’ ragionata l’ho ottenuta. Uno che mi ha scritto: “Buona la Svizzera!? Ma anche lì ci sono problemi ed essere italiano come sei tu (non svizzero italiano): l’essere italiano è una ‘diminutio in capite’ dal punto di vista sociale. Provare per credere”.
Non nascondo che la cosa mi abbia preso un po’ in contropiede, ma mi sono ripreso. Quello che segue è il succo della mia risposta.
Forse è davvero importante conoscere l’opinione che gli Svizzeri hanno degli Italiani, ma a me interessa qui molto di più sapere cosa ne pensino, invece, gli Italiani degli Italiani. Vorrei sapere cosa ne pensano di una Nazione e quindi di un popolo che è stato protagonista nelle due più spaventose guerre della storia dell’uomo, che ha massacrato gli Africani nelle colonie a centinaia di migliaia, che ha inventato il fascismo e l’ha diffuso nel mondo, che nel 1938 fece le leggi razziali contro gli Ebrei (ovviamente è corrente la convinzione che i razzisti e xenofobi siano gli Svizzeri), che ha un terzo del territorio controllato da un sistema antistato mafioso, che resta indifferente davanti a processi che nei tribunali durano dai dieci ai trent’anni, che assiste rassegnato alla rinascita della schiavitù sul proprio territorio a carico di uomini, prostitute e bambini, al regresso sul nostro territorio verso la miseria sei-settecentesca di intere comunità di immigrati e che ne sfrutta altre con salari di fame al nero e che infine – ciliegina sul gelato – sopporta, anzi sostiene una classe politica come la nostra. Sarei proprio curioso di sapere cosa ne pensano gli Italiani, al fine di misurare la loro intelligenza, la loro cultura, la loro coscienza e la loro buona fede.
IL CONFRONTO SVIZZERA ITALIA? 5 A 0!
E allora come meravigliarsi dell’opinione che degli Italiani hanno gli Svizzeri, loro che da secoli non hanno fatto una guerra, che non sono mai stati né fascisti né mafiosi, che non hanno mai avuto colonie, che hanno sul proprio territorio una quantità di immigrati pari al 50% della popolazione (dei quali più della metà già naturalizzati) senza avere alcun significativo problema di sicurezza e senza particolare allarme sociale, senza le baraccopoli da terzo mondo (da noi, con solo il 7% di immigrati è tutta un’altra cosa), loro che hanno ospitato da molti secoli a questa parte tutti i perseguitati del mondo, (anche gli anarchici italiani, anche Mazzini, anche Lenin). La Svizzera che ha nella Costituzione (nella Costituzione!) sancito il principio che la pensione massima non può superare il doppio della pensione minima (in Italia abbiamo almeno una pensione di oltre 90mila euro mensili e tante, come quella di Giuliano Amato, che superano i 30mila euro mensili, mentre abbiamo pensioni minime anche di 190 euro). La Svizzera, dove se un miliardario vuole ampliare la propria villa deve sottomettersi a un referendum dei cittadini, i quali dicono quasi sempre di no (è successo a Niki Lauda). La Svizzera, dove l’ammontare della multa per un’infrazione al codice della strada viene decisa dal tribunale e sarà proporzionata al censo del contravventore (è successo a Marchionne). La Svizzera che non fa le guerre ma dove ogni maschio superiore a 20 anni è militare per tutta la vita, per cui in piena seconda guerra mondiale, ormai accerchiata, ma sarebbe meglio dire affogata in un’Europa interamente nazi-fascistizzata, sapendo che Hitler si preparava ad aggredirla, acquartierò un numeroso esercito sulle montagne pronta a far saltare tutte le vie di comunicazione tra Italia e nord Europa (gallerie e ponti). Tanto che Hitler rinunciò, perché “la Svizzera è come un piccolo porcospino sul quale è conveniente non mettere le mani”.
E allora cosa volete che gli Svizzeri pensino degli Italiani?