SINALUNGA. A Sinalunga l’arrosto arriva in tavola e non… fumante. Per l’impianto di biomasse in Località le Persie il dado sarebbe ormai tratto, nel senso che la Provincia, responsabile ultima delle normative sull’emissione dei fumi, capitolo salute, taglia il nodo gordiano che sta trasformandosi nel casus belli della cosiddetta svolta Toscana in materia di Energie Rinnovabili, uno dei capisaldi del documento di programmazione assunto nelle ultime amministrative dal Governatore Rossi. Vero che c’è stata al proposito poca informazione, prudenza velata da un punta d’ambiguità, chiarezza insufficiente rispetto l’importante sterzata (stranamente bipartisan quando i due poli sono divisi su tutto), che peraltro richiama ai protocolli di Kyoto. Si tratta del solito discorso di affrontare i problemi dell’informazione secondo la vecchia maniera politica, quella del pissi pissi bao bao, senza interagire con la cittadinanza, tentare di armonizzare il diritto-dovere d’impresa e quello della gente. Internet non è uno strumento sufficiente, a volte diventa anzi un tritatutto dei problemi, occorrono invece momenti di comunicazione e confronti continui e civili perché i consigli comunali, a volte troppo politicizzati o tecnicizzati, non sono sufficienti per fornire risposte come nel caso di svolte epocali, vedi l’attuale. Perché siamo in un mondo che cerca di uscire, con la crisi economica, dalla dipendenza delle energie del sottosuolo.
Esauriti comunque la scorsa settimana nel palazzo della Provincia una serie di febbrili incontri con i vertici del Comune di Sinalunga per le verifiche del caso, con la consulenza degli esperti in Legislazione Ambientale dell’Università di Siena, nei prossimi giorni e autorità provinciali sarebbero ormai pronte per il placet definitivo al quale il Comune farà seguire la lettera d’obbligo con tutti i possibili vincoli.
Istruita la pratica fin agli inizi di agosto dell’anno scorso, dopo il via libera da parte del sindaco e della Giunta nei primi colloqui con l’imprenditore e i progettisti e le tre conferenze di servizi per esaminare la fattibilità,negli ultimi due mesi c’è stato uno stop brusco ma non meno enigmatico. Questo sotto la spinta dell’azione dell’Associazione Don Chisciotte decisa a piantare quattro paletti : “la sostenibilità ambientale, l’ubicazione, le troppe incertezze sul materiale da bruciare e l’incidenza sull’attrattiva turistica”. Successivamente il testimone è passato al neonato al Comitato Aria Pura costituito il 17 settembre, e subito al lavoro per sensibilizzare la cittadinanza e redarre un “manifesto” per impedire, attraverso una raccolta di firme, l’apertura dell’impianto. Come contrappeso importante, si muoveva tuttavia a sua volta con una raccolta di firme anche l’associazione locale vicina a Legambiente “Sì alle Energie Rinnovabili, No al nucleare” che ha supportato il Progetto Regionale e Provinciale della Toscana, uno dei cardini del piano industriale-politico nelle ultime amministrative, per dare slancio a quella green economy voluta per prima da Prodi e sposata da Berlusconi che col suo Governo ha previsto anche incentivi e semplificazione burocratica con una semplice DIA “essendo – spiegano gli esperti – l’Italia in forte ritardo rispetto a tutti gli altri paesi europei sugli obiettivi di una produzione complessiva del 20 per cento”.
La Toscana una delle regioni leader per le Geotermia è contro il nucleare ma considera la Green Economy una fonte vitale di sviluppo, con due linee d’intervento a forbice allargata, i grandi impianti a biomasse a filiera lunga (vedi quello di Piombino, un termovalorizzatore di ben 24 megawatt) e i piccoli impianti a filiera corta (da 4 a 1 megawatt). In quest’ultima tipologia rientra quello di Sinalunga che dovrebbe essere gemello di quello inaugurato recentemente a Calenzano (Firenze), una joint venture (un felice matrimonio d’interessi, dicono in quel luogo, che fornisce energia e riscaldamemto) fra Comune e privati, che “divora” 10 mila tonellate all’anno per metà legno e cippato e per metà potatura di olivo, vite e sfalcio d’erba della pulizia dei torrenti. Però niente spazzatura o materiale inquinante.
Trovatasi fra due…fuochi, dopo la nota stizzita del suo sindaco che ha gridato all’attacco politico , escluso il pericolo di avvelenamento della popolazione, è cominciato negli ultimi due mesi il volantinaggio e le assemblee di lotta di Don Chisciotte e Aria Pura. Da ultimo l’Amministrazione Comunale sinalunghese assieme alla sezionale locale di Legamabiente e l’Associazione Esperti in legislazione Ambientale del Dipartimento di Economia dell’Università di Siena ha organizzato sabato 26 settembre il Convegno “Energie Rinnovabili, Luci ed Ombre?” per fare il punto della situazione su questo tema, e presentare l’Ecoscard, un’iniziativa per promuovere questa forma di economia “utile alla riqualificazione ambientale nel territorio sia per i privati che le aziende”. Il senso insomma è stato questo: noi non si lascia, ma si raddoppia…
Un passo formale di non poco conto affrontato con i pareri decisamente rassicuranti degli esperti in materia, soprattutto da parte del professor Eros Bacci, il “signornò” del nucleare e dell’Oceano di veleni sopra il nostro capo che sta uccidendo l’umanità, per il quale un impianto della dimensione di quello previsto in località Le Persie produrrebbe “fumi equiparabili a quelli di un caminetto che brucia salsicce”, e anche della relatrice sulle biomasse per la quale “bisogna ragionare in termini di utilità e di numeri, come viene garantito dai piccoli impianti fino a 4 megawatt.”
Da parte sua in quella circostanza, in assenza del sindaco Botarelli e davanti a una platea ristretta, con alcuni esponenti dell’opposizione, numerosi installatori e stranamente disertata dalla popolazione e con la presenza anche di alcuni amministratori di altri comuni, come il sindaco Carini (il Giovanni Rana dei portoni elettrocomandati…) di Monte San Savino, il vicesindaco Riccardo Agnoletti, quale titolare delle deleghe in materia di Attività Produttive e Ambiente sensibile alle legittime preoccupazioni della gente, a monte di precise tutele previste dal Comune, ha però illustrato l’ambizioso progetto locale sulle Energie Rinnovabili, un caposaldo dell’attuale mandato del partito di maggioranza. E sollecitato addirittura la collaborazione degli esperti dell’Università di Siena per uscire dal ginepraio causato dalla preoccupazione per le ricadute sul territorio, l’ambiente e la salute dell’opera che con i suoi mille metri quadrati e i 12 metri della ciminiera viene considerato un “piccolo impianto”,. Niente a che fare, hanno spiegato gli esperti, con centrali, impianti per lo smaltimento di rifiuti, termovalorizzatori. Magari la questione Le Persie poteva essere già risolta da un pezzo promuovendo un referendum iniziale su tutto il territorio, dove peraltro non sono rari casi di inquinamenti acclarati. Dal traffico pesante della superstrada che si appresta a un ulteriore sovraccarico con la trasformazione in autostrada a pagamento, quello in direzione dell’Outlet all’uscita del casello Valdichiama, specie nei fini settimana, stoccaggio di acque reflue riutilizzate per la coltivazione in periodi di siccità, il caso della discarica delle Macchiaie che preoccupa gli agricolotori della zona, cassonetti divenuti discariche malsane a cielo aperto pronte a scoppiare, il mancato smantellamento di coperture d’amianto, sterrati che alzano pericolose polveri al silicio e così via.
L’intervento finale del vicesindaco Agnoletti è servito per il momento solo ad alzare altre cortine fumogene, e incomprensioni. Per questo adesso è sceso in campo anche l’opposizione con una raccolta di firme in occasione della tradizionale Fiera del Rosario, notoriamente la grande adunata annuale della Valdichiana senese. Al termine del Convegno ha lasciato di stucco inoltre l’affermazione di Agnoletti secondo la quale “il problema per noi non esiste, perché nessuna carta è stata ancora firmata” o che “è previsto un risarcimento per la cittadinanza”. Non si tratta di tacitare la gente dell’area, ed era meglio spiegare che si tratta di un contributo ( detto di mitigazione) previsto dalla Regione relativo ai presunti danni sulla viabilità e ai costi dei controlli.
L’azienda Agricola Valdichiana da parte sua ribadisce di essere pronta a investire 4 milioni di euro per creare un’economia a filiera corta, quindi con ricadute anche sul territorio per i prossimi 15 anni, come assicurano cercando al tempo stesso di tranquillizzare e i Comitati con tutte le risposte del caso, “perché – precisa il progettista arch.Flori– grazie alla tecnologia particolarmente avanzata i fumi sono purificati completamente e i valori d’emissionesono 100 volte inferiori a quelli previsti dalle norme”.
L’importante adesso è non allungare ulteriormente il brodo, e magari ragionare realisticamente caso per caso, vedi per Sinalunga l’utilizzo delle potature di olivo, vite e sfalcio offerte dalla zona come nel caso di Calenzano. Una raccolta a cura dell’azienda agricola Valdichiana che si è detta pronta a risolvere un problema annoso degli agricoltori, quello di ritirare gli scarti organici per eliminare i fuochi sui campi che sviluppano nuvole pericolose di Co2 e il rischio d’incendi. Sono possibili quindi accordi in tal senso per la raccolta gratuita con cooperative agricole, consorzi, e associazioni di agricoltori. Perché il Comune di Sinalunga non promuove contatti o un tavolo in questo senso, che presenta numeri interessanti, anche a livello di persone e soggetti , nel contesto di un’agricoltura ormai a perdere?. Orti e campi significano conservazione del paesaggio, e il mantenimento di oasi verdi, ossigenazione e una cultura locale che rischia di sparire.
© RIPRODUZIONE RISERVATA