Al confronto-convegno sono mancate risposte precise a domande precise. Ed è mancato anche il sindaco...
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di Enrico Campana
SINALUNGA. Sulla battaglia dell’impianto a biomasse, il colpo di scena preannunciato in modo sfumato dal moderatore del convegno organizzato dal Comune di Sinalunga sul tema “Energie rinnovabili: luci e ombre?” è stato ufficializzato solo in extremis. E grazie a una nostra precisa domanda, per chiudere l’inchiesta (trasversale) condotta sul Cittadinoonline.it questa settimana su questa scottante querelle dell’impianto in località Le Persie che, ripeto, contiene tutti gli ingredienti per tenere il cartellone del Teatro Povero di Monticchiello della prossima stagione.
Vedendo che su questo “fatto nuovo” nessuno interveniva, ciascuno a portare avanti le proprie convinzioni dettate magari dalla poca conoscenza, dalla psicosi (o dalla convenienza o dalla visione settaria…), ascoltate attentamente tre ore di relazioni buone da parte dei cinque esperti in materia (sotto i vari aspetti, legislativo, organizzativo, scientifico), annotata la sorprendente adesione al progetto che dovrebbe sorgere in località Le Persie– e addirittura in tre passaggi e con un sì chiaro, come il suo modo di pensare – dello scienziato-umanista di spessore come il professor Eros Bacci dell’Università di Siena (sì, proprio il feroce oppositore del nucleare, ironico con l’ultima trovata della “trazione elettrica” e invece fortemente pessimista riguardo alla nostra salute “per quell’Oceano di fumi di petrolio che sta sopra le nostre teste”), onde evitare che tutto finisse in fureria, abbiamo chiesto lumi su questi supposti indennizzi alla cittadinanza al vice-sindaco Riccardo Agnoletti. Assente il sindaco Maurizio Botarelli, faceva gli onori di casa il suo vice, forte anche delle sue deleghe specifiche in materia, ambiente e attività produttive.
Agnoletti, imprenditore di area Margherita, uno dei papabili nel dopo-Botarelli (al secondo mandato), buttava là che “la presentazione della DIA vincolava la società richiedente a un atto d’obbligo predisposto come indennizzo della gente”. “C’è già una fidejussione – specificava anche – che servirà come indennizzo per i controlli previsti e per rifare le strade che l’impresa dovrà pagare”.
Risposta troppo sintetica, e un po’ lacunosa, non essendo stata specificata con la dovuta chiarezza a una platea peraltro troppo sparuta, inferiore alla qualità della proposta e del problema sollevato dai comitati (peraltro molto defilati…), che questi indennizzi non sono ad personam per ipotetici danni all’ambiente. Cosa che ha tratto in inganno addirittura un consigliere comunale, la titolare di un’agenzia immobiliare, alzatasi stizzita, avendo pensato addirittura si trattasse di un onore per cittadini della zona già tanto colpita.
Bastava infatti invitare sul palco il progettista, l’ingegnerAlberto Flori, presente in sala (importante e professionale voce in capitolo sull’argomento) e l’equivoco si sarebbe chiarito. Si tratta, cosa non specificata, di un indennizzo di prassi – previsto dalla Regione – detto di “mitigazione ambientale nella misura dell’1 per cento del fatturato del’azienda, destinato alle opere di migliorie della rete stradale e dei controlli sull’impianto”
Il comunicato stampa sul convegno (“luci ombre e foschi presagi”, ci ha scherzato su Alessandro Vannini, il moderatore) riporta “che il vicesindaco Riccardo Agnoletti ha saputo rispondere con tranquillità e professionalità ai numerosi interventi dei presenti, segnalando che, qualora l’impianto a biomasse venisse realizzato, saranno previsti degli indennizzi a favore dei cittadini da parte dell’azienda che effettuerà l’impianto”.
Una frase sibillina, che ha creato qualche sorpresa, equivoci e incomprensioni. “Veramente non è così, il nostro vicesindaco ha detto che eventuali danni saranno presi in considerazione”, ha eccepito il saggio capo dell’opposizione Duccio Angioletti, che come medico ha posto e ripetuto una domanda precisa agli esperti e ai suoi politici senza però avere esaurienti risposte: “che cosa esce dal camino e qual è il pericolo per la salute?”. All’incalzante domanda del gran dottore dei sinalunghesi non ha saputo dare una riposta nemmeno l’esperta di biomasse (“non solo in grado di rispondere”, ha ammesso ), la quale ha però esortato a “ragionare per filiera”, a vedere caso per caso “perché se le risorse si trovano in luogo ci sono costi minori ma ci possono essere anche benefici per la collettività”. Ovvero, il discorso che facevamo nei giorni scorsi sul progetto di Calenzano che si approvvigiona del 50 per cento con sfalcio, potatura di viti e olivo, condizione ancor più favorevole in Sinalunga, che però l’Amministrazione comunale avrebbe scartato con eccezioni di presunti trattamenti chimici, debolissimo appiglio perché impianti analoghi funzionano in Puglia rifornendosi con la sola potatura degli olivi.
“L’equivalente di una centrale come questa di Sinalunga – così il professor Bacci è arrivato in soccorso della collega della biomasse che non sono altro che “materiale organico costituito da derivati di organismi vegetali o loro componenti, alberti, erba, residui agricoli e artigianali”- produce dei fumi simili a quando si cuoce una bistecca nel camino di casa. Si tratta di polveri sottili nulle, al massimo fanno un po’ di nebbiolina nera, sono invece quelle mobili che ammazzano. Abbiamo un vicino tratto di autostrada coi bilichi molto più pericoloso; bisogna quindi smetterla di essere litigiosi e vedere bene quali sono i problemi veri di tutta l’operazione””
“Indennità? Ma non esiste nel modo più assoluto – taglia corto da parte sua Salvatore Spanò, l’imprenditore dell’Azienda Agricola Valdichiana interpellato sull’argomento -. L’amministrazione comunale non ci ha mai prospettato indennizzi per la cittadinanza. Si è parlato solo di una tantum di 25 mila euro all’anno per i rilievi dell’Arpat, sulla quale non abbiamo eccepito o discusso, ritenendola più che giusta”.
Quindi nessun paletto, come poteva sembrare la storia di questa indennità, per tentare di stoppare l’Azienda nel suo progetto e tacitare la cittadinanza che ritiene ci sia stata poca informazione, se non disinformazione.
“Il brodo si è allungato parecchio” ha ammesso il vicesindaco Agnoletti, che in questa circostanza ha presentato anche l’Ecocard, iniziativa per avviare opere di miglioria o nuovi progetti in materia di energie rinnovabili. Ma non ha lanciato – strano iter – ultimatum né si è dato dei tempi per definire la pratica, chiedendo però ai superesperti di “supportarci in questo percorso”.
La frase di congedo di Riccardo Agnoletti è stata laconica e sibillina: “L’azienda non ha presentato la DIA (Denuncia di Inizio Attività) e finchè non sono a posto le carte, per me il progetto non esiste”. Cosa vuole dire? Aspettiamo la prossima puntata: Magari un dialogo con tutte le parti in commedia eviterebbe altri equivoci e pericoloso polemiche. E una seduta straordinaria del Consiglio con tutta la cittadinanza, nel teatro dove l’iniziativa del Comune con la sezione di Legambiente locale, tutto sommato, è stata utile.
Per chiudere ci sono rimaste sulla punta della lingua tre domande: 1) Perché non si è fatto vedere il sindaco, che recentemente si sentiva bersaglio di una lotta politica? 2) Perché non si è chiesto all’Azienda Agricola Valdichiana di illustrare il suo progetto, in chiave tecnica e anche imprenditoriale? 3) Perché la sala molto istituzionale, con molti installatori, non era piena, e il Comitato Aria Pulita ha evitato il confronto a largo raggio?
Senza un’agenda di lavoro, un tavolo di concertazione, qualsiasi decisione in questo panorama intossicherà l’aria, sì, ma per le polemiche.
SINALUNGA. Sulla battaglia dell’impianto a biomasse, il colpo di scena preannunciato in modo sfumato dal moderatore del convegno organizzato dal Comune di Sinalunga sul tema “Energie rinnovabili: luci e ombre?” è stato ufficializzato solo in extremis. E grazie a una nostra precisa domanda, per chiudere l’inchiesta (trasversale) condotta sul Cittadinoonline.it questa settimana su questa scottante querelle dell’impianto in località Le Persie che, ripeto, contiene tutti gli ingredienti per tenere il cartellone del Teatro Povero di Monticchiello della prossima stagione.
Vedendo che su questo “fatto nuovo” nessuno interveniva, ciascuno a portare avanti le proprie convinzioni dettate magari dalla poca conoscenza, dalla psicosi (o dalla convenienza o dalla visione settaria…), ascoltate attentamente tre ore di relazioni buone da parte dei cinque esperti in materia (sotto i vari aspetti, legislativo, organizzativo, scientifico), annotata la sorprendente adesione al progetto che dovrebbe sorgere in località Le Persie– e addirittura in tre passaggi e con un sì chiaro, come il suo modo di pensare – dello scienziato-umanista di spessore come il professor Eros Bacci dell’Università di Siena (sì, proprio il feroce oppositore del nucleare, ironico con l’ultima trovata della “trazione elettrica” e invece fortemente pessimista riguardo alla nostra salute “per quell’Oceano di fumi di petrolio che sta sopra le nostre teste”), onde evitare che tutto finisse in fureria, abbiamo chiesto lumi su questi supposti indennizzi alla cittadinanza al vice-sindaco Riccardo Agnoletti. Assente il sindaco Maurizio Botarelli, faceva gli onori di casa il suo vice, forte anche delle sue deleghe specifiche in materia, ambiente e attività produttive.
Agnoletti, imprenditore di area Margherita, uno dei papabili nel dopo-Botarelli (al secondo mandato), buttava là che “la presentazione della DIA vincolava la società richiedente a un atto d’obbligo predisposto come indennizzo della gente”. “C’è già una fidejussione – specificava anche – che servirà come indennizzo per i controlli previsti e per rifare le strade che l’impresa dovrà pagare”.
Risposta troppo sintetica, e un po’ lacunosa, non essendo stata specificata con la dovuta chiarezza a una platea peraltro troppo sparuta, inferiore alla qualità della proposta e del problema sollevato dai comitati (peraltro molto defilati…), che questi indennizzi non sono ad personam per ipotetici danni all’ambiente. Cosa che ha tratto in inganno addirittura un consigliere comunale, la titolare di un’agenzia immobiliare, alzatasi stizzita, avendo pensato addirittura si trattasse di un onore per cittadini della zona già tanto colpita.
Bastava infatti invitare sul palco il progettista, l’ingegnerAlberto Flori, presente in sala (importante e professionale voce in capitolo sull’argomento) e l’equivoco si sarebbe chiarito. Si tratta, cosa non specificata, di un indennizzo di prassi – previsto dalla Regione – detto di “mitigazione ambientale nella misura dell’1 per cento del fatturato del’azienda, destinato alle opere di migliorie della rete stradale e dei controlli sull’impianto”
Il comunicato stampa sul convegno (“luci ombre e foschi presagi”, ci ha scherzato su Alessandro Vannini, il moderatore) riporta “che il vicesindaco Riccardo Agnoletti ha saputo rispondere con tranquillità e professionalità ai numerosi interventi dei presenti, segnalando che, qualora l’impianto a biomasse venisse realizzato, saranno previsti degli indennizzi a favore dei cittadini da parte dell’azienda che effettuerà l’impianto”.
Una frase sibillina, che ha creato qualche sorpresa, equivoci e incomprensioni. “Veramente non è così, il nostro vicesindaco ha detto che eventuali danni saranno presi in considerazione”, ha eccepito il saggio capo dell’opposizione Duccio Angioletti, che come medico ha posto e ripetuto una domanda precisa agli esperti e ai suoi politici senza però avere esaurienti risposte: “che cosa esce dal camino e qual è il pericolo per la salute?”. All’incalzante domanda del gran dottore dei sinalunghesi non ha saputo dare una riposta nemmeno l’esperta di biomasse (“non solo in grado di rispondere”, ha ammesso ), la quale ha però esortato a “ragionare per filiera”, a vedere caso per caso “perché se le risorse si trovano in luogo ci sono costi minori ma ci possono essere anche benefici per la collettività”. Ovvero, il discorso che facevamo nei giorni scorsi sul progetto di Calenzano che si approvvigiona del 50 per cento con sfalcio, potatura di viti e olivo, condizione ancor più favorevole in Sinalunga, che però l’Amministrazione comunale avrebbe scartato con eccezioni di presunti trattamenti chimici, debolissimo appiglio perché impianti analoghi funzionano in Puglia rifornendosi con la sola potatura degli olivi.
“L’equivalente di una centrale come questa di Sinalunga – così il professor Bacci è arrivato in soccorso della collega della biomasse che non sono altro che “materiale organico costituito da derivati di organismi vegetali o loro componenti, alberti, erba, residui agricoli e artigianali”- produce dei fumi simili a quando si cuoce una bistecca nel camino di casa. Si tratta di polveri sottili nulle, al massimo fanno un po’ di nebbiolina nera, sono invece quelle mobili che ammazzano. Abbiamo un vicino tratto di autostrada coi bilichi molto più pericoloso; bisogna quindi smetterla di essere litigiosi e vedere bene quali sono i problemi veri di tutta l’operazione””
“Indennità? Ma non esiste nel modo più assoluto – taglia corto da parte sua Salvatore Spanò, l’imprenditore dell’Azienda Agricola Valdichiana interpellato sull’argomento -. L’amministrazione comunale non ci ha mai prospettato indennizzi per la cittadinanza. Si è parlato solo di una tantum di 25 mila euro all’anno per i rilievi dell’Arpat, sulla quale non abbiamo eccepito o discusso, ritenendola più che giusta”.
Quindi nessun paletto, come poteva sembrare la storia di questa indennità, per tentare di stoppare l’Azienda nel suo progetto e tacitare la cittadinanza che ritiene ci sia stata poca informazione, se non disinformazione.
“Il brodo si è allungato parecchio” ha ammesso il vicesindaco Agnoletti, che in questa circostanza ha presentato anche l’Ecocard, iniziativa per avviare opere di miglioria o nuovi progetti in materia di energie rinnovabili. Ma non ha lanciato – strano iter – ultimatum né si è dato dei tempi per definire la pratica, chiedendo però ai superesperti di “supportarci in questo percorso”.
La frase di congedo di Riccardo Agnoletti è stata laconica e sibillina: “L’azienda non ha presentato la DIA (Denuncia di Inizio Attività) e finchè non sono a posto le carte, per me il progetto non esiste”. Cosa vuole dire? Aspettiamo la prossima puntata: Magari un dialogo con tutte le parti in commedia eviterebbe altri equivoci e pericoloso polemiche. E una seduta straordinaria del Consiglio con tutta la cittadinanza, nel teatro dove l’iniziativa del Comune con la sezione di Legambiente locale, tutto sommato, è stata utile.
Per chiudere ci sono rimaste sulla punta della lingua tre domande: 1) Perché non si è fatto vedere il sindaco, che recentemente si sentiva bersaglio di una lotta politica? 2) Perché non si è chiesto all’Azienda Agricola Valdichiana di illustrare il suo progetto, in chiave tecnica e anche imprenditoriale? 3) Perché la sala molto istituzionale, con molti installatori, non era piena, e il Comitato Aria Pulita ha evitato il confronto a largo raggio?
Senza un’agenda di lavoro, un tavolo di concertazione, qualsiasi decisione in questo panorama intossicherà l’aria, sì, ma per le polemiche.