Sempre molto trendy: è il capo per tutte le stagioni
SIENA. E quando pensi che nulla potrà mai andare peggio di così, ecco che arriva sempre qualcosa, magari un piccolo episodio, a farti capire che, “no” non abbiamo ancora toccato il fondo.
In questi giorni, come se non ci fossero altri argomenti di particolare interesse (e di notevole urgenza) ci si ritrova a parlare di politica “secca”. Al centro del dibattito gli imminenti appuntamenti del Partito Democratico, impegnato in una fase congressuale che dura già da settimane, se si considera la fase preparatoria, quella delle regole e quelle dei “candidati” alla segreteria nazionale. Insomma, una vera farsa in grande stile, addirittura con la volata arrivata da Roma.
A Siena, che si distingue sempre in senso peggiorativo, la diatriba delle correnti si è mutata in un fuggi fuggi… ovviamente dalla parte “giusta”. Ovvero dalla parte di Renzi, il sindaco fiorentino che vuole un partito cool! Addirittura Niccolò Guicciardini in persona, il giovane segretario provinciale del Pd, dopo lunga e combattuta permanenza nelle schiere bersaniane, si è dichiarato pronto a passare dalla parte di Renzi. Non solo: come premio per la sua coerenza, per la fede che ha sempre avuto nei confronti del rottamatore, ha deciso di candidarsi a ricoprire, nuovamente, il ruolo di segretario provinciale. Una abnegazione che commuove, dal momento che questa decisione viene presa con “umiltà” da un protagonista della politica senese. Uno dei protagonisti del “rinnovamento” alla C., ovviamente. Se è vero, come è vero che il giovane Guicciardini ha sempre sostenuto con fin troppo calore la ricandidatura di C. alla carica di sindaco, addirittura mostrando i denti, in qualche circostanza, al quasi suocero Valentini durante la guerra per le primarie interne al Pd. Un Guicciardini che non ha mosso accuse alla classe dirigente del suo partito, rea di aver danneggiato gravemente una città, una banca e una fondazione nei modi e con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti; un Giucciardini che, di fronte alle alzate di ingegno di un segretario comunale quale Guido Carli alla presentazione delle liste del Pd alle ultime amministrative (liste fatte senza il minimo confronto con il candidato sindaco) è mancato clamorosamente. Un Guicciardini, infine, sotto la cui dirigenza, il partito ha perso consensi, continuando a macerarsi dall’interno per colpa di vecchie logiche vassallifere che poco hanno a che vedere con il rinnovamento. Atteggiamenti, questi, che non hanno dato di lui l’immagine di un leader impegnato a portare alcuna rottamazione o “discontinuità” all’interno del partito che si era trovato a rappresentare a livello provinciale. Pronto a scagliarsi contro i nemici che, di volta in volta, C. gli suggeriva, il segretario provinciale uscente (ma non tanto), non ha proprio lasciato l’impronta del rivoluzionario. Tanto meno del rinnovatore, stando sempre attento a mettersi dalla parte degli “amici giusti” più che degli “amici nel giusto”.
Ma tant’è. La politica da basso impero di questo millennio ci ha abituato a questi tristi trasformismi.
In realtà, la notizia davvero sorprendente, di quelle che mettono un certo disagio, è che i veri renziani, quelli della prima ora per indenderci, non hanno fatto una piega davanti alla autocandidatura di Guicciardini alla segreteria provinciale senese con il marchio di “renziano”. Ci saremmo aspettati un’alzata di scudi, un moto di indignazione, una rivolta popolare… magari un anatema scagliato contro i vecchi volti della politica locale, pronti a salire sul carro del vincitore, e pure sotto la regia neppure tanto nascosta dell’onnipresente C.
Invece, dopo l’incontro dell’altra sera (7 ottobre) a Torrita di Siena, i renziani si sono resi complici di un’operazione di restaurazione senza precedenti. A partire da Valentini (manco a dirlo), pronto a rilanciare la figura del quasi genero incitando i renziani a ributtarsi in politica attiva, dopo una pausa di riflessione…
Stupore anche per la posizione di Stefano Scaramelli, renziano della prima ora, coordinatore provinciale del movimento interno al Pd. Anche lui, nella riunione non pare aver sollevato alcuna obiezione sulla ricandidatura di Guicciardini in veste di rottamatore. Nessun moto di indignanzione, neppure un dubbio circa la “purezza” di questa conversione… Una posizione, quella di Scaramelli, non proprio condivisa dal resto del consesso. In diversi, in verità, hanno manifestato un qualche disagio davanti ad una “magata” troppo evidente per passare inosservata. Passi per Dallai, il deputato renziano che, unico caso in Italia, alle primarie del Pd tra il bersaniano Mugnaioli (del discontinuatore C.) ed il renziano Valentini aveva dato il suo appoggio al primo… passi che, già dopo le primarie, i due (Dallai e Valentini) si siano trovati dalla stessa parte della strada (parlare di barricata è davvero troppo!) in un dialogo quasi assente ma, nei momenti cruciali hanno saputo non perdersi di vista. Passi anche per la decisione del segretario provinciale uscente di scendere in campo sotto le insegne del sindaco di Firenze… ma prenderlo in considerazione come candidato del rinnovamento e della esigenza di resettare il partito (Dallai docet) è francamente troppo!
E invece, in quel di Siena, dove il Gattopardo si è messo a guardare dalla finestra di qualche palazzo del centro perchè ha da imparare e ben poco da insegnare, tutto è possibile.
E’ possibile anche che un coordinatore comunale di un partito alla maggioranza in Consiglio Comunale si trovi reclutato nel ruolo di portavoce del sindaco. Stiamo parlando di Orlando Paris, a capo di Sel Siena. Una scelta ammissibile ma decisamente sconveniente dal punto di vista della opportunità! Dopo la signora assunta nello staff del sindaco, ecco la new entry… evidentemente Valentini non vuole lasciarci a corto di argomenti! Se l’è scelto e se lo paga?
E pensare, invece, che noi ce ne staremmo proprio bene a dare solo notizie belle, entusiasmanti, incoraggianti, in un tempo di sempre più gravi disagi.
Ci piacerebbe, per esempio, poter raccontare di come politici giovani e pieni di belle speranze abbiano cambiato opinione (perchè è legittimo) ma non trovandosi, casualmente, sempre dalla parte del più forte. Sarebbe bello vedere quei giovani prendere posizioni scomode ai più, ergersi contro i vecchi della politica con uno spirito battagliero e indomito, proprio dei loro anni… e non vederli già avvezzi al mantenimento delle poltrone e pronti ad omaggiare senza alcun senso critico la cariatidi di un potere logoro e immorale.
Una famosa frase di Enrico Berlinguer chiama in causa le giovani generazioni: “Se i giovani si organizzano, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e lottano con i lavoratori e gli oppressi, non c’è scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull’ingiustizia”. Dove sono questi giovani? Visto il quadro generale della situazione direi che hanno scelto strade diverse… il “vecchio ordine” gode di ottima salute grazie all’apporto di energie fresche e desiderose di imparare come funziona il mondo. La questione anagrafica è ormai un optional: non ci sono incendiari nè pompieri… ci sono calciatori, veline… e politici!
