di Roberto Cappelli
CASTIGLIONE D'ORCIA. "L’inizio, almeno letterario, della storia viticola dell’occidente è racchiuso nel IX Canto dell’Odissea dove i vini ‘forti e scuri’ portati da Ulisse a Polifemo e prodotti nel mediterraneo orientale si contrappongono a quelli dell’isola dei ciclopi,"‘… che nulla piantano con le mani, né arano. Tutto cresce per loro senza semina né aratura: e grano, e orzo, e viti producono vino dai grossi grappoli, e la pioggia di Zeus li rigonfi" e che configura nettamente le caratteristiche dell’uva selvatica, sottoposta ad una coltivazione primitiva o nulla.
I confini tra la vite selvatica e quella coltivata sono molto labili, non solo nelle viticolture più antiche dove avvenivano i processi di domesticazione, ma anche a livello genetico dove malgrado i progressi ottenuti dalla ricerca molecolare, non è ancora possibile ricostruire con precisione il cammino compiuto dalle viti spontanee, con l’aiuto dell’uomo, verso i vitigni che oggi coltiviamo. Ma come diceva Levadoux, lo sforzo maggiore deve essere indirizzato alla salvaguardia ed allo studio delle viti selvatiche presenti nella flora spontanea dell’Europa, fino al Caucaso, attualmente in rapida erosione genetica, perché in queste è nascosto il segreto delle origini della nostra viticoltura” Questo è quanto afferma il Prof. Attilio Scienza della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano.
Il convegno internazionale che si svolgerà nei giorni 25-26 giugno al Podere Forte presso Castiglione d’Orcia, si pone l’obiettivo di porre a confronto le ricerche in corso sulla conservazione e lo studio della vite selvatica in Europa e quelle sui rapporti genetici tra viti selvatiche e vitigni coltivati, certamente questo uno dei grandi misteri ancora irrisolti della viticoltura. Questo il programma dell’iniziativa.
Venerdì 25 Giugno: 9,30 Saluto di benvenuto dalle Autorità locali e dalla proprietà (Pasquale Forte); 10 Presentazione ed introduzione convegno da parte del prof. Attilio Scienza; 10,45 Interventi dei vari relatori: prof. Osvaldo Failla, Dipartimento di Produzione Vegetale, Facoltà di Agraria, Università degli Studi di Milano: Tappe e tracce della domesticazione della vite, prof. Rafael Ocete, Departamento de Fisiología y Zoología, Faculdad de Biología, Universidad de Sevilla, España: “Wild grapevine in the Iberian Peninsula”, dott.ssa Barbara Biagini, Dipartimento di Produzione Vegetale, Facoltà di Agraria, Università degli Studi di Milano: “La vite selvatica in Italia”, prof. David Maghradze, Research Institute of Horticulture, Viticulture and Oenology, Tbilisi, Georgia: “Wild grapevine in Georgia”, dott.ssa Claire Arnold, National Centre of Competence in Research (NCCR) Plant Survival, University of Neuchâtel, Swisse: “Modelling and genetics: tools for a better comprehension of the ecology and conservation of wild grapevine populations in Europe”,. dott.ssa Rosa Arroyo-García, Centro de Biotecnología y Genómica de Plantas UPS-INIA, Madrid, España: “Genetic analysis of wild grapevine populations in the Iberian Peninsula: are they real or hybrid?, ore 13-14: pausa pranzo; e nel pomeriggio prosieguo dei lavori: dott. Roberto Bacilieri, Institut National Recherche Agronomique (INRA), Montpellier – France: “Genetic diversity in european wild and cultivated grapevines : evolutionary and conservation questions”, dott.ssa Stella Grando e dott.ssa Flavia Moreira, Istituto di San Michele all’Adige, (TN), Italia: “Studio delle accessioni di Vitis vinifera sylvestris e sativa in collezione presso la Fondazione Mach”, prof. Ferdinand Regner, HBLAuBA Klosterneuburg, Department for Grapevine Breeding, Austria: “Where are the traces of the wild vines in the Mid European grapevine?, dott.ssa Serena Imazio, Dipartimento di Produzione Vegetale, Facoltà di Agraria, Università degli Studi di Milano: “Biologia molecolare e Archeologia per capire la storia dei Vitigni Autoctoni”, prof. Andrea Zifferero, dott. Andrea Ciacci, dott.ssa Miryam Giannace – del Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti, Facoltà di Lettere e Filosofia, Università di Siena, e dott.ssa Monica Scali, dott.ssa Rita Vignani, dott.ssa Elisa Paolucci, dott. Jacopo Bigliazzi e dott. Valerio Zorzi, del Dipartimento di Scienze Ambientali, Università degli Studi di Siena: “Dalla vite silvestre ai vitigni autoctoni: contributi e prospettive degli approcci archeologico e biomolecolare”; 20,30 Cena a cura di “Da Vittorio” di Brusaporto (Bergamo) *** Michelin, Concerto d’archi, gruppo “Architorti”; direzione artistica “Forte Eventi Musicali”.
Sabato 26 Giugno: 9.30 arrivo al Podere degli ospiti; saluto di Pasquale Forte e presentazione Progetto Forte.,10.30 relazione Dott. Claude Bourguignon sui suoli, esperienza Podere Forte, 11 visita ai vigneti e giro nel Podere, 11.30 relazione Dott. Donato Lanati su vinificazione, Sangiovese e vitigni internazionali, esperienza Podere Forte, 12.30 degustazione vini di Podere Forte condotta dal Master of Wine Ian D’Agata della Wine Academy di Roma, 14 pranzo presso il ristorante “Dal Falco” di Pienza, 16 visita guidata ai monumenti e ai Palazzi di Pienza, 17.30 fine lavori.
Ma perché un convegno del genere proprio al Podere Forte?
Nel vivo quadro rinascimentale italiano che è la Val d’Orcia, racchiusa tra le colline di Montalcino, Pienza e Castiglione d’Orcia e protetta dal monte Amiata, Pasquale Forte, nel suo podere e con l’unicità dei suoi prodotti, ha saputo riportare in vita quell’amore ancestrale che lega l’uomo alla natura, quell’antica esperienza nel lavorare la terra e i suoi doni che già anticamente, proprio in questi luoghi, Etruschi e Romani conoscevano e onoravano. Niente è capace di suscitare un piacere così atavico e profondo, niente sa riportare tanto alle origini, come un sapore genuino o un profumo evocativo della natura. Ecco perché nell’azienda agricola Podere Forte ogni prodotto viene seguito con dedizione e passione, e viene ottenuto assecondando i ritmi naturali della terra in cui nasce. Questa filosofia, strettamente legata alle antiche tradizioni, qui si trasforma in vino pregiato che decanta la straordinaria energia della terra in cui le viti affondano le loro radici, in olio straordinario che si distingue per l’aroma inconfondibile, in miele dorato che profuma di fiori o di preziosa melata, in farina che nasce da grani antichi e che viene macinata a pietra, in salumi dal gusto unico, frutto di naturalità e di esperienza. Proprio la grande professionalità, il lavoro rigoroso e instancabile, la continua sperimentazione di impronta scientifica sostenuta da un laboratorio di analisi che segue passo dopo passo la vinificazione, dalla raccolta alla vendemmia fino alla progettazione dei tini e la scelta delle migliori barriques, hanno consentito la realizzazione del principale sogno di Pasquale Forte: produrre un vino di straordinaria classe e personalità, capace di esprimere tutte le potenzialità del vitigno Sangiovese. Podere Forte è un mondo nuovo che funziona con tecniche antiche, sostenuto da una visione estremamente lucida e un approccio metodologico sistematico che hanno come scopo quello di interpretare e valorizzare al massimo i segnali della terra. Per maggiori informazioni preghiamo contattare la Segreteria organizzativa al numero 031. 63 62 89 – Grazia Berva, e-mail: infoline@podereforte.it.