di Enrico Campana
SIENA. Dalla Grecia Kostas Daskalopoulos ci scrive che Dusan Ivkovic sarà il nuovo allenatore di Olympiakos, memore di quell’unica Coppa dei Campioni vinta dai ”reds del Pireo” nel ’97 (73-58). Chiamarlo “nuovo” è un eufemismo, in quanto il grande Dusko, personaggio singolare che mi annovera fra i suoi amici, uno che sussurra ai giganti ma anche alle colombe (alleva piccioni viaggiatori, pensate un po’…) ha quasi 67 anni e ha tagliato ormai il traguardo dei 50 anni nel basket, da quando giocava giovanissimo nel Radnicki Belgrado, la prima delle 10 squadre di club che ha allenato vincendo tutti i maggiori titoli europei: Radinicki, Partizan, Aris Salonicco, Sibenka, Vojvodina, Paok, Panionios, Olympiakos, Aek, Cska Mosca (dopo il rilancio ha lasciato la squadra a Ettore Messina che ha completato l’opera), Dynamo Mosca. E alla guida dei “plavi”, i blu della nazionale slava, ha vinto 3 ori, un mondiale e due argenti oltre a un argento olimpico, e con la Serbia un oro e un argento europeo l’ultimo dei quali l’anno scorso in Polonia.
Al ritorno sul Pireo, Ivkovic strappa ai rivali anche un giocatore-chiave quale Vassilli Spanoulis, che è libero e ha lo stesso agente del Tito del basket, se ci passate il paragone col personaggio storico che fece da collante alla causa pan-slava. Il Panathinaikos ha offerto a “Span” un rinnovo triennale di 1,95 milioni di euro al anno – alla faccia dell’economia disastrata vero? – questa è la risposta della Grecia, mentre Olympiakos offre ben 2,7 milioni.
C’è da dire però, viste le cifre “pazze”, che trovano una giustificazione economica per via dei contratti TV e le migliaia di abbonamenti, mentre da altre parti si perseguono politiche diverse. Tutto il mondo è paese, altri magari mancano di incassi preferendo biglietti di favore e ingressi-famiglia. Logiche, alla fine, convergenti che portano a una conclusione: non ci può essere un’economia tipo NBA. Anche se io sono un tifoso dell’Eurolega che è davvero palpitante e offre un contenuto tecnico che credo sia ormai a livello della NCAA dove, tuttavia, più freschezza e costume sportivo. E che Siena, forse come avveniva a Varese negli anni d’oro, piace più del campionato a senso unico.
Ma tornano alle “follie greche”, dopo aver subito questo smacco dal club che ha strapazzato nella finale della lega ellenica, “il Panathinaikos – racconta Kostas – è pronto di pagare il buy out di Terell McIntyre (270mila euro) per acquistare l'americano di Siena”. Non viene specificata la cifra d’ingaggio, ma credo si ragioni come minimo sui 1,5 milioni di euro per 2-3 anni.
La tendenza di questo european-market è quello che ha ispirato da anni Siena: rafforzarsi strappando i pezzi migliori ai probabili concorrenti, come la Mps ha fatto con i vari Kaukenas, Stonerook, Thornton, Myers, e via via negli ultimi anni con Finley, Moss e Hawkins soprattutto, il quale aveva giocato la finale con Roma e Milano ma per vincere il suo primo scudetto ha dovuto optare per Siena. Dato atto che invece McIntyre e Jesi sono stati due capolavori del club, in quanto prelevati da club di secondo piano e portati a potenzialità che altri non avevano individuato (questo è stato l’esame di laurea di Pianigiani e del suo presidente), tornando a questo gioco del ratto dei “quattro cantoni”, Tanjevic non ha fatto mistero al suo arrivo a Roma di voler fermare “lo strapotere di Siena” e sta cercando di convincere Pietro Aradori a scegliere la Lottomatica, che gli garantirebbe un ruolo di star. E qui non credo sia solo questione di soldi, Aradori gioca ancora per gusto, per crescere, e chiaramente potrebbe scattare in lui la molla dell’orgoglio: essere il leader di una piazza che negli ultimi anni ha subito troppe frustrazioni e ha bisogno di un leader italiano per chiudere il suo progetto in versione tricolore.
Non dimentichiamo che Tanjevic ha scelto l’Italia come patria adottiva (anche se ha allenato e allenerà la Turchia ai prossimi mondiali), e che è suo l’ultimo oro della pallacanestro italiana, un europeo che è stato rinverdito poi dalla bella pagina olimpica della nazionale di Recalcati.
Ad ogni modo, tornando al gioco del ratto, l’Olympiakos ruba Spanoulis al Panathinaikos ma rischia di perdere a sua volta Yannis Bouroussis, il centro di Olympiakos, un progetto del Barcellona pensando alle nuove dinamiche del regolamento con l’arretramento del tiro da 3 di mezzo metro, le aree cilindriche più spaziose e il semicerchio, per cui ci vuole un terzo pivot di gran fisico per giocare sotto canestro. A Xavi Pascual non bastano il senegalese Ndong e l’emergente Fran Vazquez. Del resto, va in questa direzione anche il mercato di Siena, con Milovan Rakovic e Eric Williams e il puntello di Lavrinovic e Ress, che però sono due ali alte, per cui io non scarterei Denis Marconato con l’uscita di Eze (meta la Spagna), il quale sarebbe invece stato perfetto nelle rotazioni, mentre non può essere il pivottone in grado di firmare una Coppa dei Campioni, altrimenti Siena l’avrebbe già conquistata da tempo.
Va invece su un pivot Usa David Blatt, che torna ad allenare il Maccabi dopo il ciclo d’oro di Pini Gershon, terminato con il clamoroso ko nella finale per il titolo, e precisamente Jeff Foote (22 anni, 2,13) che esce dalla Cornell University che ha vinto per la terza stagione la Ivy league della NCA. Foote è stato scelto nel quintetto ideale. Il Maccabi ha fatto tornare dalla Spagna anche la potente ala piccola Tal Burstein, lancia in prima squadra il giovane Elishay Kadir, ala forte, e ha rinnovato il contratto a Derrick Sharp, il capitano, che con i suoi 38 anni è il nonno dell’Eurolega. “Rappresenta la nostra tradizione, la combattività, la capacità di dare alla squadra tutto quanto, è stata una scelta fin troppo facile”, si giustifica l’ex allenatore dell’ultimo scudetto Benetton, il globetrotter del basket europeo che dopo la breve e poco fortunata parentesi all’Aris Salonicco torna in Israele dove sbarcò tanti anni fa come giocatore.
Sembrava ci fosse un’ipotesi Benetton per Marko Tomas, la giovane ala che arrivatao a Zagabria ha contribuito al rilancio del Cibona e alla qualificazione per le Top 16 con una media di 16 punti, invece dopo la partitona (31 punti) contro il Partizan nella finale della Lega Adriatica (hanno vinto gli slavi di 1 punto nel supplementare con un canestro del capitano Dusan Kecman, non nuovo a questi eroismi), è stato ingaggiato dai campioni del Fenerbahce che firmato l’allenatore Neven Spahija hanno rinnovato Roko Ukic (ex Roma) e preso Angin Etsur (23, 193) promettente guardia del Besitkas. Il coach del Cibona Perasovic ha soffiato a Repesa la panchina e firmato per l’Efes che ha divorziato da Ergin Ataman, al quale è ascritto il primo e unico successo nelle coppe dei senesi.
A proposito di turchi, Erman Kunter, una sorta di Recalcati ottomano passato alla panchina dopo essere stato uno delle migliori guardie tiratrici, ha portato per la prima volta al successo lo Cholet dopo aver lavorato anche come assistente della nazionale del suo paese e al Villeurbanne. Dal 2006 era a Cholet, e alla sua sesta stagione è riuscito a conquistare il titolo soffiandolo a Le Mans. Gli hanno rinnovato il contratto e per prima cosa ha voluto il rinnovo del pivot Romain Duport, 2,17, 23 anni, arrivato 3 anni fa da Le Havre e che ha superato questa stagione un problema al ginocchio segnando 8 punti, con 6 rimbalzi in soli 17 minuti per gara.
A proposito di “cose turche”, sappiamo cosa è successo a Treviso: Jasmin Repesa ha stracciato il contratto, un triennale, mica pizza e fichi, la Benetton l’ha portato in tribunale e vuole bloccarlo per i prossimi due anni impedendogli di firmare per l’Efes, e adesso cerca un coach straniero, forse Bozidar Maljkovic, uno dei plurititolati coach slavi, vincente con la Jugoslastika, in Spagna e Grecia. A Treviso non credono decisamente ai coach italiani, e sbagliano. Spiegano che a parte Messina tutti hanno fallito. Ma lì ha fallito anche Obradovic, il cannibale della panchina, e forse questo problema andrebbe rovesciato. Hai sul mercato un coach come Luca Bechi, un’opzione come Rudy Hackett, beh, chi non risica non rosica. Anche se vero che il nuovo presidente Andrea Benetton ha bisogno di andare sul sicuro.
Senza aspettare comunque il nome del nuovo coach intanto ha firmato con un biennale il playmaker serbo Stefan Markovic, 197 centimetri, nelle ultime stagioni all’Hemofarm Vrsac nel primo quintetto e Miglior Difensore del campionato serbo, dove la sua squadra ha giocato la finale per il titolo contro il Partizan. Markovic, che giocherà con la sua Nazionale i Mondiali, ha 22 anni (è nato a Belgrado il 25 aprile 1988), viene descritto come “un playmaker moderno”, molto aggressivo e atletico, con “ottima visione di gioco”. Peccato aver scaricato Daniel Hackett, ma questo è un altro dei problemi del nostro basket (anche dove c’è a volte molta competenza), quello di non avere pazienza. Troppe graticole sulfuree alla fine hanno certamente favorito Siena.
P. S. L’attualità mi ha costretto a rinviare la puntata dedicata alle scelte di Simone Pianigiani che, sappiamo, ha convocato il 33enne Carraretto per la nazionale, così nessuno potrà scrivere che nessun campione d’Italia è in azzurro.
SIENA. Dalla Grecia Kostas Daskalopoulos ci scrive che Dusan Ivkovic sarà il nuovo allenatore di Olympiakos, memore di quell’unica Coppa dei Campioni vinta dai ”reds del Pireo” nel ’97 (73-58). Chiamarlo “nuovo” è un eufemismo, in quanto il grande Dusko, personaggio singolare che mi annovera fra i suoi amici, uno che sussurra ai giganti ma anche alle colombe (alleva piccioni viaggiatori, pensate un po’…) ha quasi 67 anni e ha tagliato ormai il traguardo dei 50 anni nel basket, da quando giocava giovanissimo nel Radnicki Belgrado, la prima delle 10 squadre di club che ha allenato vincendo tutti i maggiori titoli europei: Radinicki, Partizan, Aris Salonicco, Sibenka, Vojvodina, Paok, Panionios, Olympiakos, Aek, Cska Mosca (dopo il rilancio ha lasciato la squadra a Ettore Messina che ha completato l’opera), Dynamo Mosca. E alla guida dei “plavi”, i blu della nazionale slava, ha vinto 3 ori, un mondiale e due argenti oltre a un argento olimpico, e con la Serbia un oro e un argento europeo l’ultimo dei quali l’anno scorso in Polonia.
Al ritorno sul Pireo, Ivkovic strappa ai rivali anche un giocatore-chiave quale Vassilli Spanoulis, che è libero e ha lo stesso agente del Tito del basket, se ci passate il paragone col personaggio storico che fece da collante alla causa pan-slava. Il Panathinaikos ha offerto a “Span” un rinnovo triennale di 1,95 milioni di euro al anno – alla faccia dell’economia disastrata vero? – questa è la risposta della Grecia, mentre Olympiakos offre ben 2,7 milioni.
C’è da dire però, viste le cifre “pazze”, che trovano una giustificazione economica per via dei contratti TV e le migliaia di abbonamenti, mentre da altre parti si perseguono politiche diverse. Tutto il mondo è paese, altri magari mancano di incassi preferendo biglietti di favore e ingressi-famiglia. Logiche, alla fine, convergenti che portano a una conclusione: non ci può essere un’economia tipo NBA. Anche se io sono un tifoso dell’Eurolega che è davvero palpitante e offre un contenuto tecnico che credo sia ormai a livello della NCAA dove, tuttavia, più freschezza e costume sportivo. E che Siena, forse come avveniva a Varese negli anni d’oro, piace più del campionato a senso unico.
Ma tornano alle “follie greche”, dopo aver subito questo smacco dal club che ha strapazzato nella finale della lega ellenica, “il Panathinaikos – racconta Kostas – è pronto di pagare il buy out di Terell McIntyre (270mila euro) per acquistare l'americano di Siena”. Non viene specificata la cifra d’ingaggio, ma credo si ragioni come minimo sui 1,5 milioni di euro per 2-3 anni.
La tendenza di questo european-market è quello che ha ispirato da anni Siena: rafforzarsi strappando i pezzi migliori ai probabili concorrenti, come la Mps ha fatto con i vari Kaukenas, Stonerook, Thornton, Myers, e via via negli ultimi anni con Finley, Moss e Hawkins soprattutto, il quale aveva giocato la finale con Roma e Milano ma per vincere il suo primo scudetto ha dovuto optare per Siena. Dato atto che invece McIntyre e Jesi sono stati due capolavori del club, in quanto prelevati da club di secondo piano e portati a potenzialità che altri non avevano individuato (questo è stato l’esame di laurea di Pianigiani e del suo presidente), tornando a questo gioco del ratto dei “quattro cantoni”, Tanjevic non ha fatto mistero al suo arrivo a Roma di voler fermare “lo strapotere di Siena” e sta cercando di convincere Pietro Aradori a scegliere la Lottomatica, che gli garantirebbe un ruolo di star. E qui non credo sia solo questione di soldi, Aradori gioca ancora per gusto, per crescere, e chiaramente potrebbe scattare in lui la molla dell’orgoglio: essere il leader di una piazza che negli ultimi anni ha subito troppe frustrazioni e ha bisogno di un leader italiano per chiudere il suo progetto in versione tricolore.
Non dimentichiamo che Tanjevic ha scelto l’Italia come patria adottiva (anche se ha allenato e allenerà la Turchia ai prossimi mondiali), e che è suo l’ultimo oro della pallacanestro italiana, un europeo che è stato rinverdito poi dalla bella pagina olimpica della nazionale di Recalcati.
Ad ogni modo, tornando al gioco del ratto, l’Olympiakos ruba Spanoulis al Panathinaikos ma rischia di perdere a sua volta Yannis Bouroussis, il centro di Olympiakos, un progetto del Barcellona pensando alle nuove dinamiche del regolamento con l’arretramento del tiro da 3 di mezzo metro, le aree cilindriche più spaziose e il semicerchio, per cui ci vuole un terzo pivot di gran fisico per giocare sotto canestro. A Xavi Pascual non bastano il senegalese Ndong e l’emergente Fran Vazquez. Del resto, va in questa direzione anche il mercato di Siena, con Milovan Rakovic e Eric Williams e il puntello di Lavrinovic e Ress, che però sono due ali alte, per cui io non scarterei Denis Marconato con l’uscita di Eze (meta la Spagna), il quale sarebbe invece stato perfetto nelle rotazioni, mentre non può essere il pivottone in grado di firmare una Coppa dei Campioni, altrimenti Siena l’avrebbe già conquistata da tempo.
Va invece su un pivot Usa David Blatt, che torna ad allenare il Maccabi dopo il ciclo d’oro di Pini Gershon, terminato con il clamoroso ko nella finale per il titolo, e precisamente Jeff Foote (22 anni, 2,13) che esce dalla Cornell University che ha vinto per la terza stagione la Ivy league della NCA. Foote è stato scelto nel quintetto ideale. Il Maccabi ha fatto tornare dalla Spagna anche la potente ala piccola Tal Burstein, lancia in prima squadra il giovane Elishay Kadir, ala forte, e ha rinnovato il contratto a Derrick Sharp, il capitano, che con i suoi 38 anni è il nonno dell’Eurolega. “Rappresenta la nostra tradizione, la combattività, la capacità di dare alla squadra tutto quanto, è stata una scelta fin troppo facile”, si giustifica l’ex allenatore dell’ultimo scudetto Benetton, il globetrotter del basket europeo che dopo la breve e poco fortunata parentesi all’Aris Salonicco torna in Israele dove sbarcò tanti anni fa come giocatore.
Sembrava ci fosse un’ipotesi Benetton per Marko Tomas, la giovane ala che arrivatao a Zagabria ha contribuito al rilancio del Cibona e alla qualificazione per le Top 16 con una media di 16 punti, invece dopo la partitona (31 punti) contro il Partizan nella finale della Lega Adriatica (hanno vinto gli slavi di 1 punto nel supplementare con un canestro del capitano Dusan Kecman, non nuovo a questi eroismi), è stato ingaggiato dai campioni del Fenerbahce che firmato l’allenatore Neven Spahija hanno rinnovato Roko Ukic (ex Roma) e preso Angin Etsur (23, 193) promettente guardia del Besitkas. Il coach del Cibona Perasovic ha soffiato a Repesa la panchina e firmato per l’Efes che ha divorziato da Ergin Ataman, al quale è ascritto il primo e unico successo nelle coppe dei senesi.
A proposito di turchi, Erman Kunter, una sorta di Recalcati ottomano passato alla panchina dopo essere stato uno delle migliori guardie tiratrici, ha portato per la prima volta al successo lo Cholet dopo aver lavorato anche come assistente della nazionale del suo paese e al Villeurbanne. Dal 2006 era a Cholet, e alla sua sesta stagione è riuscito a conquistare il titolo soffiandolo a Le Mans. Gli hanno rinnovato il contratto e per prima cosa ha voluto il rinnovo del pivot Romain Duport, 2,17, 23 anni, arrivato 3 anni fa da Le Havre e che ha superato questa stagione un problema al ginocchio segnando 8 punti, con 6 rimbalzi in soli 17 minuti per gara.
A proposito di “cose turche”, sappiamo cosa è successo a Treviso: Jasmin Repesa ha stracciato il contratto, un triennale, mica pizza e fichi, la Benetton l’ha portato in tribunale e vuole bloccarlo per i prossimi due anni impedendogli di firmare per l’Efes, e adesso cerca un coach straniero, forse Bozidar Maljkovic, uno dei plurititolati coach slavi, vincente con la Jugoslastika, in Spagna e Grecia. A Treviso non credono decisamente ai coach italiani, e sbagliano. Spiegano che a parte Messina tutti hanno fallito. Ma lì ha fallito anche Obradovic, il cannibale della panchina, e forse questo problema andrebbe rovesciato. Hai sul mercato un coach come Luca Bechi, un’opzione come Rudy Hackett, beh, chi non risica non rosica. Anche se vero che il nuovo presidente Andrea Benetton ha bisogno di andare sul sicuro.
Senza aspettare comunque il nome del nuovo coach intanto ha firmato con un biennale il playmaker serbo Stefan Markovic, 197 centimetri, nelle ultime stagioni all’Hemofarm Vrsac nel primo quintetto e Miglior Difensore del campionato serbo, dove la sua squadra ha giocato la finale per il titolo contro il Partizan. Markovic, che giocherà con la sua Nazionale i Mondiali, ha 22 anni (è nato a Belgrado il 25 aprile 1988), viene descritto come “un playmaker moderno”, molto aggressivo e atletico, con “ottima visione di gioco”. Peccato aver scaricato Daniel Hackett, ma questo è un altro dei problemi del nostro basket (anche dove c’è a volte molta competenza), quello di non avere pazienza. Troppe graticole sulfuree alla fine hanno certamente favorito Siena.
P. S. L’attualità mi ha costretto a rinviare la puntata dedicata alle scelte di Simone Pianigiani che, sappiamo, ha convocato il 33enne Carraretto per la nazionale, così nessuno potrà scrivere che nessun campione d’Italia è in azzurro.