di Augusto Mattioli
SIENA. Per celebrare i trent’anni della sua fondazione gli “Amici della Bicicletta di Siena” hanno organizzato una serie di iniziative che hanno come filo comune ovviamente la valorizzazione delle bici come mezzo alternativo all’auto. Iniziative che partiranno da martedì 17 settembre per concludersi domenica 27 ottobre e nelle quali sono previsti incontri, attività per i bambini, pedalate e anche una cena il 26 ottobre per concludersi con un giro attorno alla città il giorno successivo.
“Cresce anche a Siena la voglia di bicicletta – ha puntualizzato Marco Paggetti, presidente dell’associazione che oggi ha 200 soci – e non penso che la nostra città sia poco adatta. Tra l’altro si possono utilizzare anche le bici elettriche”.
La manifestazione più significativa è quella che si svolgerà da venerdi 20 settembre fino a domenica 22 da Filottrano in provincia di Ancona fino a Siena. Filottrano è il paese del campione di ciclismo Michele Scarponi, morto il 22 aprile di due anni fa dopo essere stato investito da un furgone mentre si allenava in vista del giro d’Italia nelle strade del suo paese. Si tratta di una iniziativa nazionale in collaborazione con la fondazione intitolata al ciclista, ha sottolineato Fabio Masotti, dirigente senese degli amici della bicicletta, “con la quale vogliamo portare l’attenzione della gente sulla sicurezza stradale in genere e ovviamente quella dei ciclisti. Il nostro paese è uno dei più pericolosi per chi utilizza le due ruote, chi per fare sport, chi per muoversi nelle città, chi per conoscere il territorio. Quelli più sicuri in Europa sono Norvegia, Olanda, Danimarca e Svezia dove l’uso della bicicletta è molto diffuso. Per cui un maggior numero di ciclisti che viaggiano per le strade porta una maggiore sicurezza. Perché la loro presenza induce chi guida un’auto ad essere più prudente”.
Nel corso del viaggio tra Filottrano e Siena gli organizzatori consegneranno ai sindaci delle località attraversate un documento con le loro proposte sulla sicurezza nelle strade.
Ecco la parte riguardante gli incidenti. “Secondo i dati Istat relativi al 2017 e il 2018, i morti sulle strade italiane sono stati rispettivamente 3.378 e 3.325; un numero enorme, la principale causa di morte per bambini e giovani dai 5 ai 29 anni. E i dati che abbiamo per la prima metà del 2019 non promettono niente di buono, anzi, fanno registrare un aumento delle vittime per violenza stradale relativamente alle fasce giovanili di età. D’altra parte, i dati sulla motorizzazione auto in Italia ci dicono che sono 625 i mezzi circolanti ogni 1000 abitanti, il dato più alto tra i paesi europei, se escludiamo quello del Lussemburgo. Se poi estendiamo la ricerca anche ai motoveicoli, arriviamo alla cifra, unica in Europa, di un mezzo a motore ogni abitante, inclusi neonati e ultraottantenni.
Ma ora torniamo al numero dei decessi dovuti a incidenti stradali. Nel 2017, il 25% delle vittime (oltre 850) ha interessato pedoni e ciclisti, le cosiddette “categorie deboli o fragili”; 254 sono stati i ciclisti uccisi (professionisti, amatori, cicloturisti e ciclisti urbani), ovvero una vittima ogni 35 ore. Un numero elevatissimo, se lo confrontiamo con quello, ugualmente insostenibile, di altre categorie di utenti della strada (automobilisti, motociclisti ecc.), in considerazione della cifra assolutamente inferiore di coloro che in Italia utilizzano la bicicletta rispetto a chi va in auto o in moto”.
Domenica 22 settembre si terrà alla Fortezza un incontro sul tema strade sicure presente Marco Scarponi, fratello di Michele e il giornalista Marco Pastonesi.