Lunedì sera sapremo chi ha vinto, Finalmente
di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. Stiamo tutti aspettando questo imminente silenzio elettorale più o meno come si aspetta l’aria nei polmoni dopo una lunga apnea. Mentre i candidati Neri e Valentini allentano i nervi nelle varie feste e festicciole pre-ballottaggio, possiamo pregare tutti gli addetti alla comunicazione di dismettere taccuini e di premere il pulsantino lampeggiante del pc: non insistete oltre, abbiamo capito!
Abbiamo capito che la stanchezza sta facendo strani scherzi a tutti; che i nervi sono a fior di pelle e che queste due cose – stanchezza e nervosismo – stanno facendo perdere lucidità alle prime file (candidati) e pure alle seconde e alle terze…
Lo dimostra la vicenda di Marco Pierini bacchettato da Sinistra per Siena, per aver espresso la sua personale scelta di andare a votare per Neri. Ma gli “ordini di scuderia” non erano “niente ordini”? Non erano “libertà di voto”? Invece, ad un attacco di Valentini a quella che è stata la bella esperienza delle Papesse, Pierini ha replicato perchè colpito nel vivo ed ecco che, invece di sostenere il capolista di “Siena si muove” la compagine della Vigni si è scagliata contro quest’ultimo. “Ce lo doveva dire prima”… ma dire cosa? Che voleva votare Neri? Che lo voleva dire dal suo profilo Fb? Una spiacevole caduta di stile che non ci saremmo aspettati ad urne chiuse (la Vigni non è direttamente interessata al prossimo turno elettorale) e che francamente lascia spaesati.
E passiamo ai due veri protagonisti della stagione eletturale in chiusura: l’ex sindaco di Monteriggioni ed il cardiochirurgo prestato alla politica.
Ieri sera (6 giugno) li ho tenuti davanti per un’ora e mezza durante la trasmissione Siena diretta Forum su Siena TV. E l’effetto che mi hanno fatto è stato “tumultuoso”.
Questi due “ragazzi” piacciono. Nelle loro diversità sostanziali, nel diverso modo di parlare e di affrontare i problemi, comunque lasciano emergere una base fatta di buona fede. E non è poca cosa, visti i tempi che corrono.
E diciamo pure, tanto per non farci fraintendere, che il sentimento più profondo, guardandoli, è stato quello della tenerezza.
Ci intenerisce, infatti, la loro ferma convinzione – pure dichiarata – di poter tenere a bada i famelici marpioni che entrambi hanno alle spalle. I loro occhi speranzosi solo raramente – e accidentalmente – mostrano qualche incertezza, ma la rapidità con cui riprendono le loro convinzioni in mano, forti della loro personalità e del ruolo che intendono ricoprire con autorevolezza, è sorprendente.
Valentini mal sopporta quel “dito nella piaga” che sono i suoi compagni di partito; quegli “stampatori per simpatia” che ancora dominano il Pd. Rappresentanti della strana coppia sono presenti ad ogni incontro pubblico. Pure a quello con Ermete Realacci al Conca d’Oro qualche giorno fa: il parlamentare Dallai (di mugnaioliano sostegno alle primarie) da una parte e il casual Simone Vigni (pure lui di fede ceccuzziana) dall’altra. Come a mostare, anche fisicamente, l’accerchiamento al mal digerito candidato a sindaco.
I nove consiglieri di ferma rispondenza ai “pretoriani” fedeli al Ceccuzzi non sono colpa diretta del Valentini. Una sua ingenuità ha permesso l’ingresso in massa di questi garanti del sistema. Un sistema di controllo dei circoli che corrisponde al controllo degli elettori e che sta alla base dei disastri fino a qui compiuti per mano di individui convinti della loro immunità. Con questi “democratici” lui dovrà fare i conti e, attraverso loro, dovrà misurare le sue possibilità ogni giorno, raffrontandole quotidianamente con quelle dell’eminenza grigia che ancora tiene i fili del partito. Ben venga, e rapidamente, il congresso provinciale, quello su cui adesso sono riposte le speranze di chi vuole cambiare ma non trova appigli.
Nel frattempo segnaliamo il rosso scolorito sui manifesti del Pd. Mentre il verde pare aver resitito alle intemperie senza perdere smalto (speriamo bene!) il rosso appare ben patito. E pensare che, proprio quel rosso, era la caratteristica dominante della sinistra! Il rosso delle battaglie, degli ideali, della lotta, della difesa dei diritti della collettività, della moralità prima di tutto… e bei tempi andati a seguire… sarà un caso? un segno divino? La trasfigurazione della realtà lì da vedere su tutti i muri?
Neri, con il suo carattere sanguigno e la sua attitudine all’ironia, ha al suo interno una multifede politica dalla non scontata tenuta. L’obiettivo civico, teso a superare le divergenze destra-sinistra, è stato solo in parte centrato per la presenza di un malcelato PdL. Quel centrodestra che, per la troppa voglia di fare, visti anche i risultati poco entusiastici del primo turno, ha strafatto, dando qualche grattacapo al candidato sindaco. Sulle vicende di Monteriggioni, delle quali ai senesi interessa ben poco, forse era meglio non entrare, o prepararsi meglio.
Ma l’accorata partecipazione del cardichirurgo alle questioni bancarie, il suo fermo e perentorio attivismo e quel non volersi arrendere all’evidente destino ormai segnato della banca, possono far passare in secondo piano gli errori strategici di quelli che dovrebbero essere i politici di professione. Don Chisciotte, passionale ed eroico, riesce sempre a conquistare l’ammirazione. Più del suo fido e concreto scudiero! Nel nostro caso, però, i giganti esistono e non sono mulini a vento. Neri dovrà anche lui vedersela con ex Pd, belusconiani, democristiani… e non tutti, ne siamo certi, pronti a tener fede al progetto civico che anima i fautori di quello che è stato battezzato il “baricentro”.
Le voci sulle composizioni delle due Giunte si rincorrono ma restano voci. Facile sarebbe sparare qualche nome di quelli ricorrenti ma la partita è di quelle mai viste, e allora meglio non confondere le carte. I due aspiranti sindaco fanno scena muta e si rifiutano di svelare la rosa dei papabili. Se di Valentini, all’origine, si diceva che avrebbe voluto al suo fianco professionisti lontani dalla politica, scelti solo per le loro competenze, oggi sono in pochi quelli che scommetterebbero su una squadra con queste caratteristiche, pure e semplici. Di Neri si potrebbe dire lo stesso. Probabilmente, ancora in queste ore, stanno maturando decisioni che non potranno prescindere dagli accordi politici, dagli equilibri interni degli schieramenti in campo… e queste operazioni saranno il primo banco di prova dei due contendenti al controllo di Palazzo Pubblico. Vedremo già da martedì se, in queste schermaglie, l’avranno vinta quelli del compromesso o quelli del rinnovamento senza condizioni.
Con l’aria di cambiamento, con la voglia di rinnovamento che pure filtra tra le maglie ancora strette del “sistema” , Siena aspetta di sapere cosa accadrà lunedì pomeriggio. Si scommette sulla vittoria del Valentini, ovviamente, ma non si vuole perdere il piacere di un duello aperto, come non se ne vedevano da tempo.
Vorremmo, a questo giro, veder vincere davvero un manipolo di uomini capaci, disinteressati, onesti e preparati alle tante difficoltà che dovranno affrontare. Ma, soprattutto, vorremmo non sentirci delusi, sconfitti, frustrati nelle nostre aspettative. Vorremmo poter raccontare, all’indomani dell’insediamento del prossimo sindaco, di aver assistito ad un momento storico, ad una rinascita della politica e della partecipazione. Ma, soprattutto, non vorremmo dover commentare, con voce mesta, che non è cambiato nulla, che i migliori sono rimasti chiusi nell’angolo, con le loro speranze e le loro “visioni” di un mondo migliore.
Vorremmo, infine, poter vedere una Siena consapevole delle proprie capacità, pronta a chiedere dazio a quanti l’hanno violentata e allo stesso tempo impegnata nella ricostruzione meticolosa della propria onorabilità; non disposta a bersi le chiacchiere di quelli che, di fronte allo sfacelo, fanno ancora finta di nulla o peggio, incolpano di diffamazione quelli che hanno descritto il malaffare, l’incapacità e la corruzione che pure erano sotto gli occhi di tutti; pronta e determinata a guidare la rinascita di una società che fino ad oggi ha vissuto in un coma farmacologico, in una assuefazione al benessere che ha disarmato gli animi più combattivi.
La nostra speranza è una fiamma ostinatamente accesa… almeno fino alla prossima settimana!
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