I senesi dovranno cercare il loro rappresentante. Una scelta non facile
di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. Ci eravamo lasciati con i primi quattro candidati a sindaco alle prossime amministrative 2013. Pinassi, Tucci, Valentini e Vigni.
Proseguiamo con la seconda quaterna, sempre saldi sui nostri propositi di conoscenza e (devoti nelle nostre preghiere).
Ripartiamo con un ex consigliere: Marco Falorni. Impegno per Siena non è nata oggi. La sua valenza civica, di chiara opposizione al potere senese, non ha macchie. Falorni si è sempre distinto per la sua pacata determinazione, per la mai urlata resistenza senza soluzione di continuità, ad uno status quo, dai banchi dell’opposizione. Ha cominciato la sua campagna elettorale tra le fila del Baricentro Civico di Eugenio Neri, essendone uno degli “ideatori” insieme con Alessandro Piccini, ex presidente del Consiglio Comunale. Ma poi, poco convinto, probabilmente, dalle successive adesioni al gruppo di partenza, ha preferito fare la scelta di correre da solo. Una candidatura di rincorsa, forte, al momento, della inattaccabilità personale del candidato. Al suo nome ed alla sua storia hanno aderito anche i vertici locali della Lega Nord. Il candidato sindaco Maurizio Montigiani ha ritirato la candidatura, ha rinunciato al simbolo, per sostenere Impegno per Siena. Da capolista ha messo al servizio della “causa” tutte le battaglie del Carroccio: gli esposti presentati su Ampugnano (madre di tutte le inchieste), sull’Università, sulla Banca, sulla Provincia… una serie di lotte allo stapotere imperante che non sono nate all’ombra di qualche blanda campagna elettorale ma che hanno contribuito a scoperchiare il vaso di Pandora che era diventata Siena. Nelle prime uscite di questa campagna “flash” Falorni pare abbia dismesso le vesti del “moderato” per indossare quelle del “rivoluzionario”. I suoi interventi da “picconatore”, con qualche ironica battuta che non guasta, hanno sorpreso gli uditori.
Del cardiochirurgo Eugenio Neri abbiamo seguito la formazione della coalizione a suo sostegno. Abbiamo imparato a conoscere la sua genuina e schietta dialettica e quel sentire Siena e raccontarla nei suoi aspetti bellissimi e nelle sue profonde ferite. Lui, luminare nel suo settore, pare essersi adeguato a ricoprire un ruolo nuovo, rappresentativo di una società civile stanca di farsi mal governare e per questo pronta a mostrare la buona volontà e l’entusiasmo del fare. Quattro le liste che lo sostengono: Siena Rinasce, Nero su Bianco, Moderati di centrodestra, Fratelli di Siena. Se le ultime due sono di derivazione piddiellina, le prime due sono più complesse da definire. Siena Rinasce potrebbe essere indicata come la lista della “varietà”: da alcuni membri del Movimento Civico Senese, di matrice missina, ad altri di chiara appartenenza agli ex Ds senesi. I legami con l’ex sindaco Cenni non sono mai stati nascosti e neppure rinnegati. Nero su Bianco, invece, è collegata a quei “dissidenti” che hanno negato il loro assenso al bilancio. Quello dopo il quale Ceccuzzi ha rimesso il suo mandato da sindaco. Il Neri si è definito “onorato” di avere accanto uomini che si sono rifiutati di approvare un documento finanziario inesatto, senza coperture adeguate, difficile da leggere e da comprendere. Uomini e donne che si sono opposti ad una operazione tipica del “sistema Siena”, insomma. Uomini e donne che, insieme a quelli di Ora Siena, restano il punto dolente della coalizione del Neri e di cui lo stesso candidato si dichiara “garante”.
Di Alessandro Corsini, candidato sindaco per l’associazione 53100 si può dire ben poco. Una candidatura che in tanti non sanno spiegare. La sua lista ha 24 nomi (alcuni dei quali ben noti a Siena) ma, sulla sua possibilità di fare un buon risultato alle prossime elezioni, dato anche l’alto numero di liste, in pochi sembrano avere voglia di credere. Si favoleggia di una valenza prettamente “utilitaristica” di questo candidato. Un candidato funzionale all’ala ormai minoritaria del Pd, quella uscita sconfitta dalle primarie? Quella ceccuzziana, per capirci… Restando nel “si dice” si parla anche di voti disgiunti che garantirebbero i numeri per i consiglieri Pd “fedeli alla nomenklatura” ma sposterebbero i consensi dal Valentini al Corsini… Roba da non credere. E infatti, non intendiamo crederci. Questa sarebbe un’operazione decisamente troppo sporca per non venire smascherata durante lo spoglio delle schede. Nessun uomo avvezzo a questi conti si esporrebbe con lucida consapevolezza ad una operazione del genere. Resta, comunque, il dubbio di questa lista i cui componenti avrebbero certo potuto emergere con le loro competenze, anche in altri raggruppamenti elettorali (negli altri sette) preesistenti, dando un contributo costruttivo e “di unità” ad una campagna elettorale che, delle volte, “un senso non ce l’ha”…
Ultimo ma non ultimo (anche solo per la sua presenza sulla scena politica senese, e sempre in veste di protagonista) abbiamo Mauro Marzucchi. In tanti lo avevano dato pronto a trovare un accordo con Bruno Valentini. Poi, incredibilmente (il discorso fatto per Corsini vale anche per lui) l’ex assessore ha annunciato la sua candidatura per Siena Futura. Vice sindaco, assessore al bilancio e comunque persona benvoluta a Siena per quella aria bonaria e per la disponibilità dimostrata nei confronti di situazioni problematiche, Marzucchi resta indissolubilmente legato alla passata gestione del potere senese. Poi, come se non bastasse, c’è la questione dei conti non proprio rassicuranti, del Comune. Conti ai quali lui non può sottrarsi per una eventuale oltre che opportuna e doverosa spiegazione.
Finita la carrellata dei temerari che, per ragioni diverse (conosciute intimamente solo da loro), si sono candidati per ricoprire il posto di sindaco della Siena “post-disastro”, a chi osserva non resta che studiare tutto quello che queste persone rappresentano. Gli interventi passati e quelli futuri (da qui a venti giorni). Armati di quella freddezza che spesso salva nelle situazioni di alto pericolo, i senesi dovranno, in questo caldo maggio, scegliere il loro rappresentante a Palazzo Pubblico. Ogni candidato merita una riflessione. Una valutazione che potrà prescindere dalle ideologie (qualcuno le ritiene “passate”), dagli schieramenti, dal grado di “civismo” ma che, per poter essere davvero funzionale al bene di Siena non potrà trascurare la storia, la dignità e le caratteristiche morali delle persone. In tanti, leggendo queste ultime due righe si ritroveranno a pensare, sconsolatamente, “eh già, magari accadesse!”. Lo sconforto generale, quello che ci fa vedere di ogni candidato prima gli aspetti “in ombra” e poi quelli “alla luce” – che Dio solo sa quanto è giustificato e umanamente comprensibile – non può bastare per farci girare la testa dall’altra parte. Non può bastare per nobilitare l’indifferenza, la mancanza di impegno, la poca voglia di partecipare per aumentare il grado di consapevolezza e quindi la scelta davvero convinta. Forse, in passato, il voto di molti è stato dettato dalla convenienza personale, dalla ignoranza, dalla abitudine… un privilegio, questo, che è costato caro, troppo caro per potercelo permettere ancora.
Questi uomini e questa donna vanno guardati in faccia senza preconcetti. Nei loro occhi e nelle loro azioni, nella loro storia e nelle loro argomentazioni vanno cercate, scavate – e trovate – con un caparbio puntiglio, le leve recondite del loro impegno. Occorre pretendere da loro, fin da ora, una visione “alta” del compito che intendono assumersi, fatta di correttezza, rettitudine, scarsa propensione al compromesso di comodo, o peggio, di facciata. E quel coraggio delle scelte difficili che saranno chiamati a prendere per il bene collettivo. E non per altro.
Bisogna fortemente credere che, tra questi, ce ne sia uno che possa rappresentarci senza farcene vergognare tra qualche tempo.