
di Enrico Campana
SIENA. La figuraccia italiana ha avuto il suo epilogo, senza voler entrare nel merito delle posizioni politiche, gli impegni presi si rispettano, soprattutto quando si tratta di sport e di un interesse generale e promozionale.
Come anticipato da www.ilcittadinoonline.it 48 ore dopo i sorteggi Torino ha rinunciato per il momento a organizzare le Final Four, nonostante gli impegni presi dalla precedente giunta regionale del Piemonte e l’annuncio ufficiale dato il 15 di febbraio all’ombra della Mole dal Commissioner Jordi Bertomeu e da Mercedes Bresso.
Bertomeu ha confermato, a 5 giorni di distanza, anche un’altra notizia da noi data in anteprima riguardo alla scelta sostitutiva di Barcellona. E quindi nel giro di soli 8 giorni c’è stato un vero e proprio balletto: il giorno 7 luglio, durante l’assemblea dei club europei è stata taciuta la possibilità di una rinuncia della Regione Piemonte, il giorno dei sorteggi è stata indicata dal sito dell’Eurolega Parigi quale sede ufficiale della finale, il 13 – dopo la nostra anticipazione – è comparsa la notizia della rinuncia di Torino e il 15 la decisione di organizzarla a Barcellona dal 6 all’8 maggio e per la terza volta nel Palau Sant Jordi.
Nel Palasport olimpico nel 1998 la Kinder Bologna vinse la sua prima Coppa dei Campioni battendo 58-44 l’Aek Atene. I soli 44 punti rappresentano ancor oggi il picco negativo per una finale. Nel 2003 il Barcellona conquistò dopo 5 tentativi sfortunati in 19 anni proprio in casa sua il primo trofeo continentale, grazie a coach Svetislav Pesic e MVP Dejan Bodiroga che poi approdarono a Roma. Fece storia anche la prima finale lontano 1969 che vide vincitore l’Armata Rossa Mosca sul Real Madrid per 103-99, una grandissima partita di cui si ricordano i 37 punti di Vladimir Andreev e un fatto più unico che raro, il doppio ruolo di Armenak Alachachan come giocatore e allenatore.
“Oltre alle buone relazioni con la municipalità e la professionalità ed esperienza e impianti come quello olimpico e le modernità della città, Barcellona è la città ideale per ospitare l’evento”, ha detto Jordi Bertomeu mentre il sindaco della città catalana Jordi Hereu ha sottolineato da parte sua che “il rapporto fra Barcellona e l’Eurolega è un modello di riferimento futuro per ognuno”.
Dopo l’1-0 della Spagna sull’Italia nella sfida per organizzare i mondiali, ecco il 2-0, un clamoroso autogol. E nessuno al solito batte ciglio. Ricordiamo che le squadre italiane qualificate di diritto sono Siena, Roma e Milano e che Caserta lotta per uno dei due posti del torneo di qualificazione. La Spagna ha addirittura 5 formazioni, il Barcellona campione in carica, il Real Madrid, il Caja Laboral Vitoria neo-campione di Spagna, l’Unicaja Malaga (dove giocherà Terrel McIntyre) e Valencia vincitore dell’Eurocup. E pensare che il basket spagnolo ha imparato da quello italiano, e quest’anno ospiterà anche il Dream Team sulla via dei Mondiali in Turchia dove l’Italia ha rinunciato a una wild card contro un modesto investimento da 600 mila euro e la Federazione abbia un partner come lo Studio Livolsi e abbia stipulato un contratto per il marketing con l’agenzia del socio di Dino Meneghin.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
SIENA. La figuraccia italiana ha avuto il suo epilogo, senza voler entrare nel merito delle posizioni politiche, gli impegni presi si rispettano, soprattutto quando si tratta di sport e di un interesse generale e promozionale.
Come anticipato da www.ilcittadinoonline.it 48 ore dopo i sorteggi Torino ha rinunciato per il momento a organizzare le Final Four, nonostante gli impegni presi dalla precedente giunta regionale del Piemonte e l’annuncio ufficiale dato il 15 di febbraio all’ombra della Mole dal Commissioner Jordi Bertomeu e da Mercedes Bresso.
Bertomeu ha confermato, a 5 giorni di distanza, anche un’altra notizia da noi data in anteprima riguardo alla scelta sostitutiva di Barcellona. E quindi nel giro di soli 8 giorni c’è stato un vero e proprio balletto: il giorno 7 luglio, durante l’assemblea dei club europei è stata taciuta la possibilità di una rinuncia della Regione Piemonte, il giorno dei sorteggi è stata indicata dal sito dell’Eurolega Parigi quale sede ufficiale della finale, il 13 – dopo la nostra anticipazione – è comparsa la notizia della rinuncia di Torino e il 15 la decisione di organizzarla a Barcellona dal 6 all’8 maggio e per la terza volta nel Palau Sant Jordi.
Nel Palasport olimpico nel 1998 la Kinder Bologna vinse la sua prima Coppa dei Campioni battendo 58-44 l’Aek Atene. I soli 44 punti rappresentano ancor oggi il picco negativo per una finale. Nel 2003 il Barcellona conquistò dopo 5 tentativi sfortunati in 19 anni proprio in casa sua il primo trofeo continentale, grazie a coach Svetislav Pesic e MVP Dejan Bodiroga che poi approdarono a Roma. Fece storia anche la prima finale lontano 1969 che vide vincitore l’Armata Rossa Mosca sul Real Madrid per 103-99, una grandissima partita di cui si ricordano i 37 punti di Vladimir Andreev e un fatto più unico che raro, il doppio ruolo di Armenak Alachachan come giocatore e allenatore.
“Oltre alle buone relazioni con la municipalità e la professionalità ed esperienza e impianti come quello olimpico e le modernità della città, Barcellona è la città ideale per ospitare l’evento”, ha detto Jordi Bertomeu mentre il sindaco della città catalana Jordi Hereu ha sottolineato da parte sua che “il rapporto fra Barcellona e l’Eurolega è un modello di riferimento futuro per ognuno”.
Dopo l’1-0 della Spagna sull’Italia nella sfida per organizzare i mondiali, ecco il 2-0, un clamoroso autogol. E nessuno al solito batte ciglio. Ricordiamo che le squadre italiane qualificate di diritto sono Siena, Roma e Milano e che Caserta lotta per uno dei due posti del torneo di qualificazione. La Spagna ha addirittura 5 formazioni, il Barcellona campione in carica, il Real Madrid, il Caja Laboral Vitoria neo-campione di Spagna, l’Unicaja Malaga (dove giocherà Terrel McIntyre) e Valencia vincitore dell’Eurocup. E pensare che il basket spagnolo ha imparato da quello italiano, e quest’anno ospiterà anche il Dream Team sulla via dei Mondiali in Turchia dove l’Italia ha rinunciato a una wild card contro un modesto investimento da 600 mila euro e la Federazione abbia un partner come lo Studio Livolsi e abbia stipulato un contratto per il marketing con l’agenzia del socio di Dino Meneghin.
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