E poi ci sono i politici di professione... e lo spauracchio delle primarie. Non manca nulla alla "emozione elettorale"
di Raffaella Zelia Ruscitto
SIENA. E se lo dicono loro, ci possiamo anche credere… come no! C’è solo da individuare bene a quale “loro” ci riferiamo. Ma certo, loro! I candidati allo scranno di sindaco di Siena. Sembrava ieri che “ne resterà soltano uno”… oggi ce ne sono da perdere il conto. Quasi quanto di liste, listine, movimenti e quant’altro.
Ma andiamo con ordine, tanto per non perdere il bandolo della matassa.
C’era una volta Franco Ceccuzzi. Lui, primo candidato alle primarie del centrosinistra – e primo candidato sindaco in assoluto – , sicuro della sua “unicità” e pronto a rimontare sulla poltrona ancora calda. Su di lui tante cose si sono dette… tante ce ne sarebbero da dire… Una cosa è certa, quell’in bocca al lupo fatto al candidato alle primarie del Pd a sorpresa – o mica tanto – Bruno Valentini poteva e doveva essere scritto meglio! “Sinceri auguri – scrive e noi traduciamo per chi ha perso la vena letteraria insita tra le righe – … ma non avevi detto che non ti candidavi?” E poi: “A me non interessano le bazzecole del regolamento…” come se questa questione fosse di “lana caprina” e lui non fosse neppure passato di lì mentre i suoi uomini erano chini sulle sudate carte alla ricerca dei cavilli possibili per blindare la partita.
Invece, dalla vittoria dei renziani a scendere, il candidato Ceccuzzi si è visto sfilare di mano una buona fetta di partito. E non stiamo parlando dei dissidenti (nome fastidioso affibbiato per marchiare chi si era permesso di opporsi al diktat di scuderia). Stiamo parlando di una buona fetta di renziani (escludendo qualche uomo messo dallo stesso Ceccuzzi per garantirsi amici su ambo gli schieramenti) e pure di una piccola parte di bersaniani che, addirittura, scrivono ai Garanti del Pd per far cambiare le regole delle primarie, tanto sono sforate visibilmente dallo spirito democratico insito nella consultazione interna al centrosinistra, per come è stata pensata all’origine.
Insomma: la vicenda senese del Partito Democratico esula dalla mera questione di leader e va oltre. Pare che il partito si sfaldi sotto i duri colpi inferti prima dalle vicende giudiziarie nelle quali si trovano invischiate le maggiori istituzioni senesi dirette da noti esponenti di partito, e poi da una forma di dominio oligarchico” che comincia a fare troppi scontenti. Tic tac… il calendario Maya sta per chiudere il ciclo e l’aria di cambiamento, prima come venticello e poi come brezza sempre più insistente, pare soffiare anche nelle stanze del potere.
Valentini si affaccia e, scegliendo la libera comunicazione FB, parla direttamente ai suoi amici, lasciando spazio alle reazioni dirette prima di inviare la nota stampa ufficiale. Le critiche non mancano ai vertici del suo partito di riferimento. Eleganti, velate ma pure presenti, dalla prima all’ultima riga. Un partito che ha premiato “più la fedeltà che il talento”… E se vi pare poco!
Il sindaco di Monteriggioni non si arresta e affonda parlando di “igiene democratica” attraverso lo strumento delle primarie, purchè non siano “farlocche”. Un timore che hanno in tanti ma che potrebbe essere dissipato da una “strada della chiarezza” percorsa dagli avversari dell’unico candidato ufficiale Ceccuzzi.
Ma cosa intende Valentini quando parla di verità e trasparenza? Qualcuno si è sentito tremare la terra sotto i piedi! Ma che per caso starà parlando di Mps, di buco delle casse comunali o di quello dell’Università? Ma di quale verità parla questo sindaco aspirante a fare il sindaco? Nell’attesa di conoscere più approfonditamente il Valentini pensiero a noi questo candidato alle primarie piace. Ci piace questa uscita dal tavolo dei fedelissimi, insperata quanto audace. Figlia, probabilmente dell’ambizione ma, vivaddio, questa non è una colpa.
Ci piace questo timido tentativo di voler parlare chiaro: certo ci aspettiamo molto ma molto di più… evidentemente esistono tempi tecnici per rodare la macchina di una solida e credibile opposizione interna ad un partito che appare come moai dell’isola di Pasqua: immobile e inamovibile nel suo centro di potere. Ammesso e non concesso che queste primarie, alla fine, si facciano. Il regolamento è da cambiare. Lo chiedono da più parti. E adesso si chiede pure la posticipazione della data della consultazione eletturale, per consentire una raccolta di firme che sia meno affannata e più volta al pluralismo e alla partecipazione. Chissà che in via Rosi non ci ripensino e facciano un passo verso la vera democrazia. Tanto, cosa c’è da perdere in questa operazione? Che magari non vince Ceccuzzi? Ma i vertici del Pd devono per forza tifare per qualcuno o possono lasciare davvero voce e spazio agli elettori? Resta un mistero degno delle migliori puntate di Voyager…
Di queste ore un altro candidato alle eventuali primarie di centrosinistra. Proposto dal Sel: è Pasquale d’Onofrio. Medico anestesista, primario alle Scotte, ex consigliere comunale. Un uomo stimato, come professionista e come persona. La sua candidatura appare un ulteriore elemento di strappo ad un copione già scritto. Il motto della sua campagna è “Sorprendiamo Siena”. Mai parole furono più cariche di buoni auspici!
Lo avevamo detto e lo andavamo ripetendo. Laura Vigni candidata. E, alla fine, è andata così. Riunendo il suo Circolo a Rifondazione Comunista e alla neonata Siena si muove, la battagliera ex-consigliere di opposizione, torna a vestire i panni del candidato sindaco, riunendo con maggiore consapevolezza e convinzione lo spirito della sinistra in città. E da donna di sinistra parla, senza mezzi termini, denunciando la distorsione della politica vissuta durante i suoi pochi Consigli Comunali, e chiedendo a gran voce, anche lei, trasparenza e partecipazione attiva contro il malcostume, in una città che ancora soffre della intimidazione da parte del potere.
Altro candidato certo alla prossima tornata elettorale è Enrico Tucci. Uscito sbattendo la porta dal PdL, non condividendone le scelte “restauratrici”, ha trovato in Pietraserena e in “Siena c’è” le sue “firme” di riferimento. Un cammino in salita per l’attivissimo medico (anche lui come D’Onofrio) che, pur facendosi conoscere per la sua intransigenza in Consiglio Comunale avrà bisogno di altri appoggi strutturati per far pesare la sua notorietà. Una notorietà indiscutibile nata e cresciuta all’ombra di giuste battaglie soprattutto in ambito sanitario.
Ma di medici in lizza ce ne sono altri. Eugenio Neri, vero outsider delle prossime elezioni, è anche lui medico. Un cardiochirurgo i cui studi sono noti a livello internazionale. Nicchiaiolo, lui la “vocazione politica” se così si può dire, l’ha ereditata dal padre Achille, come la contrada. Achille sì che ha fatto il consigliere comunale: per 20 anni!
Eugenio no. Lui si è tenuto fuori dalla politica. Fino ad oggi. Oggi, forse rispolverando una passione per la cosa pubblica trascurata per seguire la carriera medica, in Italia e all’estero, lo troviamo a capo della compagine di maggiore ampiezza di queste elezioni: il cosiddetto Baricentro Civico composto da Impegno per Siena, Movimento Civico Senese, Nero su Bianco, Ora Siena, Sena Civitas – Moderati di Centrodestra per Siena e #Siena2030. Anime diverse, non legate strettamente al tradizionale posizionamento nell’emiciclo, che puntano ad un obiettivo di aggregazione e condivisione per cercare, in questi principi, la forza per uscire dalla crisi della città.
E con Neri di candidati a sindaco di professione “medico” fanno tre. Sarà un caso… ma pare proprio che Siena abbia bisogno di una “cura” per risollevarsi da quello che spesso noi abbiamo definito “coma”.
Veniamo alla nota dolente… almeno per i più accaniti commentatori di questo quotidiano. In questi giorni sono tutti impantanati sul “chi sta dietro chi”. Un gioco divertente, in verità, ma che oggi, alla luce di quanto sta accadendo – ed accadrà – a Siena, lascia il sacrosanto tempo che trova!
Cari, amatissimi lettori (uno per uno): impossibile che nelle compagini civiche – per lo più- che si sono create intorno alle prossime elezioni non ci sia qualcuno che, in passato, è stato impegnato in questa o quella sigla politica; che ha ricoperto questo o quell’incarico. Non vi mettete a cercare, tanto non la troverete. I nomi dei politici o presunti tali sono spesso gli stessi. E se qualcuno ha avuto modo di “attaccare” Michele Pinassi… è quanto dire! E’ chiaro che il gioco del denigrare, del far venire il dubbio, del piallare tutti sullo stesso sottile strato di fango, è partito. “Perchè se sono sporco io – pensano alcuni – lo sono anche gli altri, e allora non c’è differenza!”.
Forse, per cavare le gambe da questo variegato mondo – e sia lodato il Cielo per questa varietà che è comunque e sempre ricchezza e pluralismo – occorre concentrarsi sui programmi. Lo so, è una ovvietà sconfinata! Ma pure non così astratta come in passato.
Di vicende che meritano una soluzione (pena il declino definitivo della città e del Paese), a Siena ce ne sono a josa. Gravi, meno gravi e gravissime: da esse dipende il benessere di un gruppo di lavoratori o di una intera economia. A furia di demonizzare e di cercare la pagliuzza nell’occhio dell’avversario abbiamo dimenticato la trave che ci impediva di guardare oltre il nostro naso.
Discontinuità non è una parola coniata da Ceccuzzi e neppure inventata da qualche politico nel tentativo di mascherare la “continuità” mettendoci un “dis” davanti… questa parola deve diventare, concretamente, un primo passo verso la liberazione dagli stereotipi che spesso – quasi sempre – catturano la nostra attenzione facendoci perdere il nocciolo della questione. E facendoci diventare vittime di chi, per interessi personali, manipola o indirizza i nostri pensieri e le nostre opinioni.
Salvare Siena è la priorità. Cercare soluzioni è una necessità. Possiamo, in questo momento, trascurare cos’è la destra e cos’è la sinistra. E possiamo anche trascurare chi ha intenzione di continuare a nascondersi dietro a chi. Quello che preme capire è la ricetta che ciascuno dei candidati intende servire alla città. Una ricetta commestibile (e non avvelenata come le ultime che abbiamo mandato giù), fatta con ingredienti credibili, realizzata da persone con facce e curricula credibili.
Se, per caso, ascoltando qualche candidato vi verrà da ridere perchè quello che dirà sarà incomprensibile, inattuabile, banale e poco risolutivo, ovvio o addirittura offensivo della dignità o dell’intelligenza di chi ascolta perchè smarcatamente falso o ipocrita, allora scartatelo come vostro sindaco. Anche se ha il sostegno del vostro “partito del cuore”.
Chi lo ha detto che il sentimento indica sempre la strada giusta da seguire? Io, per esperienza personale, posso garantire che il più delle volte queste strade risultano lastricate di rischi, spesso sede di agguati da parte di chi non sa neppure cosa voglia dire avere un cuore, ma che conosce bene le debolezze di chi, invece, ne fa eccessivo o esclusivo uso.
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