"Democracia e Desenvolvimento" è organizzata dall’Università di Siena in collaborazione con l’Università brasiliana Faculdades Alfa-Alves Faria
SIENA. E’ in corso all’Università di Siena la quinta edizione della Summer school in diritto costituzionale “Democracia e Desenvolvimento”. Coordinato da Tania Groppi e Andrea Pisaneschi per l’Università di Siena e da André Ramos Tavares e Thiago Matsushita per l’Università brasiliana Faculdades Alfa-Alves Faria, il corso si inserisce nell’ambito dell’attività di collaborazione svolta dal Gruppo di ricerca e formazione sul diritto pubblico, europeo e comparato (Dipec) dell’Università di Siena con università latinoamericane.
La Ssummer school è aperta a studenti, dottorandi, ricercatori e operatori del diritto interessati alle recenti tendenze del diritto costituzionale, con particolare attenzione ai temi della globalizzazione del diritto e del dialogo tra ordinamenti. Gli studenti iscritti a questa quinta edizione sono circa 70 provenienti principalmente da università del Brasile.
L’iniziativa nasce dall’accordo di cooperazione e dal primo protocollo firmati nel 2015 dall’Università di Siena e dalle Faculdades Alfa-Alves Faria: sulla base di tali accordi le due istituzioni, oltre a organizzare il corso estivo, si sono impegnate ad incrementare lo scambio di studenti e ricercatori, svolgendo programmi comuni di ricerca e organizzando iniziative scientifiche e culturali.
Il corso è articolato su nove giorni di lezioni, per un totale di 60 ore, costituite sia da lezioni frontali che da discussioni di casi concreti. Tutte le attività, presso il Dipartimento di Giurisprudenza, sono in lingua spagnola e portoghese da docenti ed esperti provenienti, oltre che dal Brasile e dall’Italia, anche da Spagna, Francia, Norvegia, Germania ed Ecuador. Quest’anno il corpo docente ha visto anche la presenza di tre magistrati provenienti dalle corti supreme del Brasile: Enrique Ricardo Lewandowski, Alexandre de Moraes e Reynaldo Soares da Fonseca. La seconda settimana di lezioni è stata aperta dalla lectio del professor Luigi Ferrajoli, emerito di Filosofia del diritto dell’Università di Roma Tre.