SIENA. Presentazione ufficiale per il nuovo tecnico della Robur Siena, Alessandro Dal Canto. A introdurre il nuovo allenatore è stato il direttore sportivo Davide Vaira:
“Devo ringraziare la proprietà per la fiducia accordatami, mi è bastato parlare 10 minuti con Alessandro quando ci siamo incontrati per capire che era l’allenatore giusto per la Robur, non ho avuto un minimo di esitazione. Non era facile, il mister era legato ad un’altra società, ma lo abbiamo voluto fortemente, la proprietà mi ha spinto molto in quella direzione, accettando il rischio. L’ambizione e la fame sono le caratteristiche del nostro nuovo corso, dobbiamo avere fame, tutti. In attacco puntiamo ciecamente su Alessandro Cesarini, in serie C può spostare gli equilibri e ci sta che in settimana arrivi un altro attaccante forte, poi abbiamo chiuso con Ortolini che non ho mai fatto la C ma che ha fame e voglia, integrerà il reparto, poi abbiamo altre idee. In ritiro dovremmo andare con 4/5 del reparto offensivo. L’idea è quella di chiudere diverse operazioni in settimana per avere la rosa al completo al 70-80%, mettendo in mano al mister almeno 20-22 giocatori di movimento da valutare. Vogliamo prendere giocatori bravi, se sono giovani meglio, l’allenatore del Siena ha libertà di scelta al 100%, in serie C sono convinto che ci vogliano 7-8 giovani bravi. De Santis e Damian? Dipende da loro, hanno grandi qualità, il mister li valuterà in ritiro e poi decideremo insieme il da farsi. Aramu? Avevamo parlato con il suo agente e con Mattia, inizialmente le distanze erano notevoli a livello economico, poi ha cambiato agente e da lì non ci sono stati più contatti: a me non piace pregare i giocatori, non vado in chiesa a pregare, abbiamo fatto scelte diverso, gli auguro tutto il bene del mondo e che trovi la categoria che cerca. Il portiere? Ci stiamo orientando su un giovane, lo scorso anno mi ero fissato su Contini, quest’anno mi sono fissato su un portiere e spero di portarlo presto a Siena”.
Queste le dichiarazioni di Dal Canto: “È stata lunga perché dovevo risolvere il discorso della rescissione del contratto con l’Arezzo, siamo andati per tempi maggiori rispetto a quello che pensavamo. Normale che quando c’è una società che ti vuole e la volontà è di venire si aggiustano sempre le cose. Con qualche montagna russa, ma succede. Ho avuto un ottimo impatto con il vice presidente Federico Trani e con il direttore sportivo Davide Vaira, si è trovata subito una chimica. Ho percepito grande fiducia e grande volontà di avermi qua, avrei fatto fatica a non venire in una società così blasonata. La chiamata di una società come il Siena fa gola non solo a me. Non mi sono fermato al campanilismo delle tifoserie. Credo di aver lavorato professionalmente bene ad Arezzo e farò altrettanto a Siena”. Ad Arezzo sono stato bene, sono stato trattato bene ma il mio lavoro era terminato, ho avuto la percezione che la cosa dovesse finire. Questo non vuol dire che non poteva essere migliorato il progetto Arezzo. Era il mio percorso che era difficile da migliorare. Ho una mia idea di come sono andate le cose, ho le mie ambizioni e ho preferito fare una scelta differente. Se poi la gente si diverte a dire dell’altro, dormo uguale. In tutto il minestrone del calcio l’anello debole è l’allenatore. Se l’anno dopo le cose vanno male, la prima persona che salta sono io. Ad Arezzo siamo partiti con un programma di basso profilo, l’obiettivo principale era la salvezza e siamo arrivati a giocarci una semifinale per andare in B. Qui a Siena la società si è strutturata per concorrere a grandi obiettivi, la partenza e la responsabilità sono diverse. Mister Mignani ha prodotto un certo tipo di calcio e la società ha cercato un allenatore con la stessa identità. Se l’ho sentito dopo aver firmato? Sì, secondo me è una prassi corretta informarsi sul dove si va, una cosa doverosa aldilà del fatto che siamo amici. Michele ha fatto due signore stagioni, il calcio passa anche da episodi. Sono partito ad allenare i giovani e resto dell’idea che tutti gli allenatori dovrebbero lavorare nei settori giovanili. Perché puoi sbagliare senza che il ragazzo se ne accorga, è una palestra fondamentale. Io, senza volerlo scegliere, ho fatto un percorso inverso, iniziando subito ad alto livello, perdendo la finale per la A col Padova. L’anno successivo abbiamo fatto un campionato ad alto livello, con tante aspettative, e o non ero pronto o non era la mia ora. Poi sono andato scendendo, ho commesso degli errori. Ora sono diventato più maturo, il corso degli eventi mi ha cambiato, ho avuto la fortuna di incontrare Lamma che mi ha equilibrato, oggi professionalmente sono una persona migliore. Vivo la mia professione non più con ansia. Belmonte? L’ho sempre chiesto da allenatore. Si appresta a fare un lavoro nuovo, deve stare sereno, professore non è nato nessuno. Ad Arezzo ho allenato un gruppo di ragazzi bravi, di grandi qualità. Il gruppo che c’è a Siena mi sembra molto simile a quello di Arezzo. Il mercato? Valuteremo dove intervenire durante il ritiro. Serrotti? La trattativa l’ha esclusivamente intavolata il direttore. E’ un giocatore che volevano tutti, ha fatto 40 partite a ritmo elevato, aveva richieste dalla B. Sono contento di avercelo io. Può coprire tutti i ruoli, ha grande qualità, è arrivato tardi perché ha commesso errori prima, che possono essere di vario tipo. Non è possibile che abbia fatto solo 4-5 anni di Lega Pro”.