La storia di una famiglia che è incappata nell'acquisto della prima casa e, dopo una trafila giudiziaria di 15 anni, rischia pure di perderla
SIENA. Salve, a scrivere è una famiglia disperata che abita in un piccolo paese nella provincia di Siena. I nostri problemi sono iniziati nel lontano 2005 quando abbiamo deciso di comprare la nostra prima casa. Dopo una lunga meditazione ci siamo decisi a fare il “grande passo”: l’acquisto della prima casa, un investimento concreto e in grado di dare stabilità e sicurezza alla nostra famiglia. Il resto della storia mostra che avevamo torto e questa decisione si è rilevata un incubo, a causa un costruttore disonesto e di una giustizia lenta, farraginosa e profondamente ingiusta. È per questo che, con il cuore in mano, scriviamo un po’ di giustizia! Queste storie non devono accadere mai più!
La casa già dal primo inverno ha mostrato segni di mala costruzione, tanto da esser dichiarata insalubre antigienica dalla USL: l’unica stanza abitabile era il salone dove abbiamo dormito per circa 13 anni. Abbiamo instaurato un dialogo con il costruttore, che ci ha fatto molte promesse ma non si concretizzavano mai, così ci siamo rivolti ad un legale e siamo stati costretti a intraprendere una causa civile nei confronti del costruttore.
Il processo civile nei confronti dell’impresa costruttrice, avanzato presso il Tribunale di Siena, è durato circa 9 anni e ha visto il cambio di quattro giudici e 2 CTU. Entrambi i CTU hanno rilevato un danno nella costruzione per circa € 40mila. Tuttavia l’ultimo giudice, dopo 9 anni di processo, dopo 2 ctu ha deciso che non avevamo denunciato dei termini e ci ha posto a carico spese di soccombenza per circa € 40mila. Cioè: abbiamo fatto 9 anni di processo, cambiato 3 giudici nessuno dei quali ha mai rilevato la prescrizione dei termini di azione civile, tantoché sono stati nominati dei CTU che hanno rilevato dei danni ingenti nell’appartamento, e l’ultimo giudice (che non era nemmeno un giudice ma un got, mentre per giudicare la nostra causa ci sarebbe stato bisogno di un giudice togato) rileva la prescrizione dei termini dell’azione civile ponendoci a carico spese di soccombenza insostenibili per una famiglia: € 40mila sono quasi un terzo del valore di tutto l’immobile!!
Dopo la sentenza siamo stati subito contattati da un avvocato di Firenze, che ci ha proposto di ricorrere in Appello avverso la sentenza di primo grado, da lui considerata gravemente viziata e profondamente ingiusta. Il processo di Appello è durato circa quattro anni, si è concluso proprio in questo anno, e ci ha visto ancora una volta soccombenti. Nel corso del procedimento la ditta costruttrice è fallita, il nostro avvocato non ha riassunto il procedimento presso il tribunale fallimentare, così la domanda è risultata improcedibile. Non solo, il nostro legale ha avanzato domanda di manleva verso l’assicurazione della ditta costruttrice: domanda inammissibile che ci è costata un aggravio di spese per ulteriori € 10mila; ovviamente il nostro legale dice di aver fatto tutto il possibile.
Adesso che tutto è finito possiamo procede alla stesura di un impietoso “bilancio finale”: abbiamo dormito per circa 15 anni nel salone con la casa disastrata; per recuperare il bene abbiamo dovuto accollarci tutti quanti i costi (circa € 40mila); per chiedere giustizia siamo stati costretti a rivolgerci al Tribunale che dopo quindici anni di causa, ove è emerso un danno in tutti gli atti dei tecnici, ci ha definitivamente posto a carico spese legali di soccombenza per circa € 50mila, così noi rischiamo seriamente di perdere l’immobile! A queste spese vanno aggiunte tutte quelle sostenute per le parcelle degli avvocati. Infine si deve tener conto del tempo perso dietro il processo, dell’angoscia, dell’ansia verso il futuro che ancora oggi ci perseguita. A questo mi sorge inevitabilmente un dubbio: abbiamo fatto bene a denunciare? E l’unica risposta che riesco a darmi è NO!
Noi siamo in possesso di tutta quanta la documentazione da subito!
Ringrazio in anticipo per l’attenzione.
Lettera firmata