STRASBURGO. Il carabiniere che nel luglio del 2001, durante il G8 di Genova, uccise Carlo Giuliani agi’ per legittima difesa. Lo ha stabilito la Corte europea per i diritti dell’uomo a cui si era rivolta la famiglia del giovane. Per i giudici, il militare che sparo’ a Giuliani non ricorse a un uso eccessivo della forza: “Il carabiniere”, si legge nella sentenza, “si stava confrontando con un gruppo di manifestanti che stava portando avanti un violento attacco al veicolo su cui si trovava”. Il militare ha sparato “solo quando l’attacco e’ proseguito” e quando “ha percepito un rischio reale e imminente per la sua vita e quella dei suoi colleghi”. La Corte ha dato invece ragione alla famiglia Giuliani sostenendo che l’Italia avrebbe dovuto svolgere un’inchiesta per appure se la morte del giovane potesse essere imputabile a una cattiva gestione delle operazioni di ordine pubblico. Per questo motivo, i giudici hanno stabilito che lo Stato dovra’ risarcire 40 mila euro alla famiglia Giuliani. Per i giudici, infine, il governo italiano ha cooperato “sufficientemente” permettendo allla Corte di condurre un “appropriato” esame del caso.