SIENA. Una mostra, “Paul Fusco – Fotografo testimone 1968-2008”, presso i Magazzini del Sale, ospitera gli scatti di uno dei più grandi fotografi di reportage viventi. La mostra sarà aperta dal 7 aprile al 7 giugno prossimo.
Ad essere esposte circa cento immagini, provenienti da tre delle sue serie più famose: “RFK Funeral Train”, “Chernobyl” e “Bitter Fruit”.
La mostra sarà inaugurata alle 17.30 nella Sala del Concistoro di Palazzo Pubblico, dove l’assessore alla Cultura Marcello Flores d’Arcais e Federico Busonero incontreranno l’autore.
"La mia immagine preferita è quella in cui si vedono un padre e un figlio su un ponticello di legno che salutano portandosi la mano alla fronte, dietro di loro la madre ha la mano al petto. Il giovane è a torso nudo, hanno i capelli arruffati. Quella è la foto simbolo dell'America dopo l'omicidio di Bobby: quella famiglia era povera, combatteva per sopravvivere e vedeva passare via la possibilità di una vita diversa. I Kennedy avevano dato speranza alla gente e ora quella gente vedeva tramontare il sogno. Se ne andava con quel treno, era chiuso in quella bara. Il colpo fu enorme – continua Fusco -, il crescente ottimismo era di nuovo stato infranto e quelli che più avevano bisogno di speranza affollarono i binari dell’ultimo treno di Bobby storditi dall’incredulità e videro la loro speranza intrappolata in una bara che passava e scompariva dalle loro vite”.
La serie “Chernobyl”, invece, documenta le vittime di uno degli incidenti nucleari più terribili della storia, le cui conseguenze permarranno ancora per migliaia di anni. L’obiettivo di Fusco si concentra sulle vittime innocenti di quel disastro: bambini piccoli, o che sarebbero nati di li a poco con terribili deformità, mentre la sezione dedicata a “Bitter Fruit”, propone una testimonianza visiva sulle atrocità prodotte dalla guerra in Iraq. Le migliaia di vite perdute di giovani soldati americani e le file di bare avvolte nella bandiera nazionale che l’amministrazione Bush non ha mai permesso a nessuno di vedere e fotografare. Il servizio fotografico di Fusco distrugge il muro di ipocrisia, disvelando il fallimento di un sogno e del pensiero di Bush secondo cui “solo il nemico subisce perdite”.
Paul Fusco è membro ordinario dell’Agenzia Magnum, una delle più importanti agenzie fotografiche del mondo, famosa, anche, per la peculiarità di scegliere, e iterpretare, aspetti della società non evidenziati dal giornalismo tradizionale. Fondata nel 1947 da Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, David Seymour, George Rodger, Maria Eisner e Rita Vandiver, continua con estrema professionalità a raccontare il mondo attraverso le immagini.
Per informazioni sulla mostra 0577/292226 o museocivico@comunesiena.it.
Ad essere esposte circa cento immagini, provenienti da tre delle sue serie più famose: “RFK Funeral Train”, “Chernobyl” e “Bitter Fruit”.
La mostra sarà inaugurata alle 17.30 nella Sala del Concistoro di Palazzo Pubblico, dove l’assessore alla Cultura Marcello Flores d’Arcais e Federico Busonero incontreranno l’autore.
"La mia immagine preferita è quella in cui si vedono un padre e un figlio su un ponticello di legno che salutano portandosi la mano alla fronte, dietro di loro la madre ha la mano al petto. Il giovane è a torso nudo, hanno i capelli arruffati. Quella è la foto simbolo dell'America dopo l'omicidio di Bobby: quella famiglia era povera, combatteva per sopravvivere e vedeva passare via la possibilità di una vita diversa. I Kennedy avevano dato speranza alla gente e ora quella gente vedeva tramontare il sogno. Se ne andava con quel treno, era chiuso in quella bara. Il colpo fu enorme – continua Fusco -, il crescente ottimismo era di nuovo stato infranto e quelli che più avevano bisogno di speranza affollarono i binari dell’ultimo treno di Bobby storditi dall’incredulità e videro la loro speranza intrappolata in una bara che passava e scompariva dalle loro vite”.
La serie “Chernobyl”, invece, documenta le vittime di uno degli incidenti nucleari più terribili della storia, le cui conseguenze permarranno ancora per migliaia di anni. L’obiettivo di Fusco si concentra sulle vittime innocenti di quel disastro: bambini piccoli, o che sarebbero nati di li a poco con terribili deformità, mentre la sezione dedicata a “Bitter Fruit”, propone una testimonianza visiva sulle atrocità prodotte dalla guerra in Iraq. Le migliaia di vite perdute di giovani soldati americani e le file di bare avvolte nella bandiera nazionale che l’amministrazione Bush non ha mai permesso a nessuno di vedere e fotografare. Il servizio fotografico di Fusco distrugge il muro di ipocrisia, disvelando il fallimento di un sogno e del pensiero di Bush secondo cui “solo il nemico subisce perdite”.
Paul Fusco è membro ordinario dell’Agenzia Magnum, una delle più importanti agenzie fotografiche del mondo, famosa, anche, per la peculiarità di scegliere, e iterpretare, aspetti della società non evidenziati dal giornalismo tradizionale. Fondata nel 1947 da Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, David Seymour, George Rodger, Maria Eisner e Rita Vandiver, continua con estrema professionalità a raccontare il mondo attraverso le immagini.
Per informazioni sulla mostra 0577/292226 o museocivico@comunesiena.it.