Assurda e inquietante la situazione del cittadino francese che i tribunali condannano a morte
SIENA. L’Osservatorio di Bioetica di Siena denuncia l’assurda e inquietante situazione del cittadino francese Vincent Lambert che i tribunali ritengono debba morire.
Vincent Lambert, tetraplegico a causa di un incidente, da 11 anni è un disabile grave con funzioni vitali stabili: non è in fin di vita, non è attaccato a nessuna macchina. L’unico trattamento che gli viene praticato presso il Centro Ospedaliero Universitario di Reims ove è ricoverato da 6 anni, è l’alimentazione e idratazione tramite sondino. Ma secondo i giudici francesi nutrire e idratare è una «ostinazione irragionevole».
L’ultima perizia medica ufficiale del gennaio 2018, che ha stabilito che il suo stato è irreversibile, è stata contestata da 55 specialisti del settore, perché condotta con metodi non validati. Peraltro questi stessi specialisti hanno dichiarato che continuare a nutrirlo artificialmente non è un’ostinazione irragionevole. I tribunali, però, alla fine hanno deciso ugualmente per la sua morte. La moglie ha dichiarato che Vincent le avrebbe confidato, prima dell’incidente, di non voler vivere in stato di totale dipendenza. Un’affermazione generica e neppure comparabile a un consenso informato o a un biotestamento, secondo il Tribunale amministrativo che si è pronunciato nel gennaio 2014. Invece per il Consiglio di Stato francese nel giugno successivo tale dichiarazione è stata ritenuta attendibile.
Il Comitato delle Nazioni Unite per i diritti delle persone con disabilità lo scorso 3 maggio ha annunciato l’istituzione di una commissione per accertare le condizioni di Vincent e valutare l’adeguatezza dei trattamenti attualmente praticati. Lo stesso Comitato ONU ha anche rivolto alla Francia la richiesta di rinviare la decisione di sospendere i sostegni vitali, in attesa di rendere nota la propria decisione sul caso. Il ministro della sanità francese, pur riluttante, si é impegnato a onorare tale impegno richiesto. Ciò nonostante il dottor Sanchez del Centro Ospedaliero Universitario di Reims ha deciso che interromperà nutrizione e idratazione nella settimana che inizierà il prossimo 20 maggio. A Vincent Lambert, che già nel 2013 dovette resistere per ben 31 giorni ad una totale assenza di nutrizione e idratazione su iniziativa arbitraria di altro medico, è addirittura impedito inoltre di trasferirsi altrove!
Gli avvocati dei genitori del paziente, però hanno ribadito che “non esiste un’emergenza medica per ammettere la sospensione di nutrizione e idratazione per Vincent Lambert e nulla giustifica una violazione così spudorata del diritto internazionale e delle misure provvisorie richieste dall’ONU. Pretendiamo giustizia in modo che sia rispettata la legge internazionale a favore di Vincent Lambert“.
Alla vigilia delle elezioni del Parlamento Europeo, ci chiediamo:
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Perchè tutta questa fretta di mettere a morte una persona che è semplicemente gravemente disabile?
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Perché non è possibile attendere il responso del Comitato Onu?
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Perché procedere ad una vera e propria eutanasia ai danni di una persona che non è in fin di vita, non è un vegetale, non è in una situazione classificabile come accanimento terapeutico e non ha firmato direttive anticipate di trattamento né scritto altro relativamente alle proprie volontà e non ha nominato una persona di fiducia che lo potesse, eventualmente, rappresentare?
Ormai si vogliono convincere le persone che in certe condizioni quella non sia più vita e che il voler continuare a far vivere persone in gravi condizioni debba essere considerata “ostinazione irragionevole”. Insomma convincere che ci sono persone ritenute degne di vivere e altre non degne di continuare a vivere. Ma chi lo decide? Lo Stato?
Il caso di Vincent, che ricorda tragicamente quello di Terry Schiavo e del piccolo Alfie Evans, non è isolato: come lui ci sono altri 2.000 pazienti solo in Francia che oggi insieme ai loro familiari sono molto preoccupati e non è difficile capire perché.
L’Osservatorio di Bioetica di Siena respinge con decisione l’idea che ci siano vite che non valga più la pena vivere e che l’«ostinazione irragionevole» sia proprio continuare a vivere. E respinge con analoga forza ogni decisione che costringa i medici a “proporre” la morte come unica soluzione per i più deboli.
Siamo infatti fermamente convinti che tutto quello che la nostra società è in grado di fare alle persone più fragili è ciò che dimostra il suo vero grado di umanità.
L’Osservatorio di Bioetica di Siena appoggia il presidio che alcune organizzazioni e candidati alle elezioni europee hanno programmato per il 20 maggio alle 12.30 presso Montecitorio per sensibilizzare l’opinione pubblica su questa situazione e auspica una iniziativa da parte della politica locale.