Anche in Toscana si deve pensare ad una soluzione sinergica
SIENA. Viviamo un periodo in cui le grandi realtà economiche del territorio, floride e munifiche nei bei tempi che furono, non possono più far fronte comune alle esigenze storico-culturali della città. Lo sguardo delle ultime amministrazioni comunali, compresa l’attuale, è rivolto specie al turismo per le risorse che la città non può più esprimere. Ma si sono veicolate ricette col denominatore comune di riuscire a promuovere solo alcune attività utili a richiamare solo una certa qualità turistica.
Sembra mancata la sinergia per completamente valorizzare il patrimonio, non solo inteso come artistico monumentale ma anche come territorio, quel meraviglioso paesaggio toscano nel quale la città si trova incastonata.
E siccome fare sinergia presuppone l’apporto di tutti i cittadini, suggerisco di dare uno sguardo attento all’attività svolta dall’Associazione Abbonamento Musei, sorta a Torino nel 1995 cooptando Torino Città Capitale Europea. L’Associazione annovera tra i propri soci principali sia enti pubblici che privati e alcuni musei principali come il Museo Nazionale del Risorgimento. La filosofia dell’associazione è quella di creare e sviluppare progetti a sostegno dello sviluppo culturale del territorio e dei suoi cittadini: in questa direzione promuove e coordina iniziative e manifestazioni culturali finalizzate a diffondere e migliorare la conoscenza e la fruizione dei musei e la valorizzazione del patrimonio culturale del territorio ove opera.
Nasce così l’idea dell’Abbonamento Musei quale strumento di sostegno alla domanda di cultura dei cittadini del territorio regionale di riferimento e di prossimità. In pratica attivando convenzioni con molti musei si permette ai cittadini di visitare il territorio, inteso come realtà museale, sia pubblica che privata, nonché monumentale, quasi fosse un immenso museo da poter visitare con un singolo accesso. Sul fenomeno allora ventennale, Francesca Leon scriveva così nel 2015 sul “Giornale delle Fondazioni”:
“Ma l’analisi puntuale della dimensione economica dimostra che il rimborso riconosciuto ai musei dall’Abbonamento è di poco inferiore al biglietto medio da essi incassato. Il minor incasso è ampiamente ripagato dal fenomeno del «ritorno» a visitare gli stessi musei e le stesse mostre, che rappresenta più del 24% delle visite effettuate con l’Abbonamento. Questo comportamento è abilitato proprio dal possesso della tessera, comportamento che la barriera del biglietto inibisce. A questo si deve aggiungere la possibilità per i musei di utilizzare gli strumenti di comunicazione destinati a questo pubblico (rivista quadrimestrale, sito web, newsletter elettronica settimanale e attività riservate) senza costi a loro carico. Per i piccoli musei spesso questa comunicazione è l’unica forma di pubblicità che sono in grado di sostenere.
I dati di vendita dimostrano che gli utenti considerano l’Abbonamento Musei conveniente, altrimenti non correrebbero a comprarla in così tanti. Ma non è solo una convenienza legata al prezzo. Il 46% degli abbonati, infatti, usa la tessera al di sotto della soglia di convenienza e il 9% non la usa mai. Se questi ultimi sono da considerarsi abbonati “per caso” e quindi poco inclini al rinnovo, perché il 46% non usa la tessera in modo conveniente e la rinnova lo stesso? Evidenzia la ricerca che «L’affinità culturale con il patrimonio museale, l’impegno che si contrae con sé stessi a dedicarsi tempo e quiete nei musei, il programma di visitare il territorio regionale, il fantasticare sui percorsi possibili sono tutti fattori di forte motivazione che possono trovare ostacoli nelle effettive disponibilità di tempo e negli impegni, nella concorrenza di altre modalità del tempo libero proprio e famigliare, in impedimenti estemporanei, senza perciò pregiudicare l’investimento emotivo e non solo economico realizzato con la tessera. In qualunque momento le sue potenzialità restano intatte, l’offerta culturale è a portata di mano, l’ingresso al museo non ha barriere d’accesso».”
Ritengo che questo progetto, che gravita in Piemonte da ormai 25 anni ed è stato replicato anche in Lombardia possa riuscire a trovare terreno fertile anche in Toscana dove Siena ha i numeri e le possibilità per riuscire non solo ad intercettare turismo di qualità ma anche per coinvolgere i propri cittadini e la provincia facendoli sentire parte attiva.
La garanzia di una base finanziaria certa a cadenza annuale, suddivisa tra tutti i musei e monumenti coinvolti nella convenzione, permetterà non solo di programmare in anticipo il calendario museale di riferimento per l’anno a venire ma oltremodo, riuscendo a garantire una certa costanza negli accessi, ad innalzare il livello degli eventi proposti e delle mostre permanenti. Si potrà poi pensare anche fattivamente ad evento permanente avente come protagonista il Palio valutando sia la concentrazione in un museo appositamente scelto che la diramazione dei flussi verso i vari rioni. Un opportunità da cogliere quindi che permette ai cittadini di Siena, Firenze della Toscana tutta di sentirsi soci del patrimonio culturale e architettonico che vivono quotidianamente. Programmazione, proposte di restauro ma anche consulenza dovranno essere le parole d’ordine di una rinascita pensata, voluta ma soprattutto condivisa.
Ferdinando Curini