Esperienze, ricordi, emozioni, identità, in un progetto di rete
SIENA – Tra ascolto e racconto di se quindici donne dell’Auser di Sant’Albino e di Montepulciano hanno preso parte attiva alla prima edizione del progetto “Parole in circolo”, conclusosi di recente nell’ambito del Programma Operativo Annuale (POA) della Società della Salute della Zona Amiata Senese Valdorcia – Valdichiana Senese.
Tramite la tecnica della narrazione, le partecipanti (80 anni l’età media) hanno avuto la possibilità di condividere le proprie esperienze ed emozioni, costruendo una rete di relazioni grazie a una serie di incontri, che si sono svolti nei locali dell’Auser di Sant’Albino, che ha collaborato all’iniziativa.
Ogni venerdì pomeriggio a settimane alterne, le donne dell’Auser hanno potuto contare sulla presenza costante della pedagogista (Valeria Rossi), della referente promozione alla salute della Ausl Toscana sud est (Adriana Tonini) e della referente Auser di Sant’Albino (Rosaria Carfì), che hanno anche elaborato e strutturato il progetto. Ogni incontro ha previsto un tema introdotto da varie figure professionali (psicologo, psichiatra, counsellor). Il clima che si è venuto a creare è stato tale che anche le persone più riservate sono riuscite a raccontarsi, condividendo significati profondi del proprio vissuto, detentore di un’identità personale e storica ineguagliabile.
Durante le narrazioni sono emerse numerose tematiche: il rapporto con le figure genitoriali e l’impronta lasciata in loro; il rapporto con i figli negli attuali nuclei familiari; come accettare e sopravvivere a questo tipo di cambiamento; come sentire vicini i figli in una relazione rispettosa e non invadente; la cura della propria persona; la necessità di amarsi e risvegliare la curiosità; ascoltarsi, scegliere ciò che piace, amare il proprio corpo anche nel cambiamento.
E’ luogo comune che la gioia e la felicità appartengano alla giovinezza e la tristezza alla vecchiaia o che i sentimenti provati dagli anziani siano prevalentemente dolorosi. L’anziano si trova a sperimentare i lutti, la perdita di un ruolo sociale, la precarietà economica, l’indebolimento del vigore fisico e dell’autonomia. E ciò comporta angoscia, paura, isolamento e depressione. Queste esperienze negative possono essere superate tramite la ricerca di nuove relazioni significative: il benessere fisico e quello psicologico-emotivo si influenzano reciprocamente. Da qui il bisogno profondo di creare una nuova rete che ridia significato alle relazioni attraverso l’associazionismo, luogo di scambio e di condivisione, com’è ad esempio l’Auser, una rete che permette anche di individuare situazioni di disagio e di intervenire, all’occorrenza, a sostegno di chi è in difficoltà.