SIENA. Gent. Signor Sindaco, ho preso la decisione di scriverle a mezzo stampa e le chiedo perdono se le rubo alcuni minuti di attenzione.
Le offro qualche spunto di riflessione e di approfondimento in un ambito, quello culturale, nel quale, in passato, ho operato in prima persona a livello istituzionale. Dimensione culturale che ancora oggi continuo a curare con interesse e passione a livello personale e professionale. Mi sono preso la briga di scriverle in quanto alle ultime elezioni lei ha ricevuto anche il mio consenso necessario a rompere l’accordo di puro potere stipulato, con disinvoltura agghiacciante ed in barba ai cittadini, da due vecchie conoscenze della politica senese. Voto personale che è stato utile per “mandare a casa” il partito di maggioranza politica che per oltre settant’anni ha guidato, attraverso una piccola e modesta oligarchia partitica, la città e il territorio circostante a Siena. Partito ad oggi incapace di elaborare una qualsiasi forma di analisi critica e di necessaria autocritica e che non ha ancora trovato il coraggio morale di prendere almeno le distanze da coloro che hanno provocato il disastro bancario di MPS e affari collegati.
Le scrivo perché lei, fra le responsabilità che il compito istituzionale le attribuisce, ha il dovere di lavorare senza posa per una nuova affermazione culturale della città. Lei ha fra le mani un’occasione storica: la creazione di una nuova stagione culturale capace di coinvolgere le nuove generazioni e tutte le persone che amano e che possono dare un libero contributo culturale a Siena e alla sua terra. Si apra alla città, crei interazione, promuova scambio, stimoli pensiero critico.
Non mancano i contenuti e gli ambiti per i quali progettare e realizzare:
A) ormai ogni città di riconosciuto valore storico, artistico e culturale elabora alcuni mesi prima il programma/proposta che intende promuovere nei dodici mesi successivi onde evitare improvvisazione, occasionalità e permettere ad un vasto pubblico di prendere nota in largo anticipo delle iniziative. La proposta espositiva di proporre in città le sculture di Alberto Inglesi è stata, per fare un piccolo esempio, una interessante e lodevole idea, ma non è stata accompagnata, a mio parere, da un corredo informativo adeguato.
B) Spero che il nuovo direttore faccia fare al Santa Maria della Scala un ulteriore salto di qualità in termini di proposta culturale. Non possono bastare alcune lodevoli iniziative di nicchia se queste non vengono inserite all’interno di una proposta annuale culturale ed espositiva a caratura nazionale/internazionale. La sua amministrazione deve “costringere” i senesi ad interessarsi in misura maggiore e ad avvertire come eccellenza unica la dimensione culturale del Santa Maria della Scala. Crei un organismo di coordinamento proattivo riguardante le strutture culturali e museali senesi e non disdegni di dialogare in modo concreto con le realtà esistenti al di là delle mura cittadine.
C) Pensi all’assessorato alla cultura/e (proprio in virtù del valore di Siena come bene culturale di valore assoluto) come ad un vero e proprio assessorato cerniera capace di dialogare, all’interno della macchina comunale, con gli altri settori e di esprimere, in ultima analisi, il proprio parere indispensabile anche nei confronti di scelte operative riguardanti, per esempio, il paesaggio, l’ambiente, l’urbanistica, il decoro pubblico e privato, ecc,. Si prenda cura delle questioni paliesche, ma eviti di far apparire la città come una comunità incapace di progettare il proprio futuro e di guardare oltre la dimensione unica, vitale ed identitaria del Palio e delle contrade. E’ urgente che Siena, come altre città italiane, trovi la capacità di anticipare il proprio futuro, sapendo e possedendo la straordinaria “fortuna” di poter attingere continuamente dalla forza e dalla materia del proprio passato più lontano oltre che da quello storicamente e culturalmente più recente.
Mi stia bene e buon lavoro! Con viva cordialità.
Gianni Resti, cittadino senese consapevole