Il progetto promosso da Federico Montagnani e coordinato da Coldiretti che è stato presentato in Commissione Agricoltura
SAN GIMIGNANO. E’ dal forte attaccamento al territorio e alle tradizioni che nasce il progetto che cambierà le sorti del settore olivicolo. Un’idea lungimirante che ha preso vita sulle colline di San Gimignano e mira a dare nuove opportunità di sviluppo al settore olivicolo. Ieri 9 aprile il drone di “Olimpolli” è “volato” al Senato dove si è svolta presso la Commissione Agricoltura e Produzione Agroalimentare l’audizione dei partner del Progetto sull’impollinazione degli olivi con l’ausilio di droni. I Senatori hanno voluto approfondire la messe a punto di innovazioni che potrebbero sostenere la produttività olivicola delle nelle aree colpite da Xilella.
Il progetto, nato come Gruppo Operativo con il finanziamento della Regione Toscana per la misura 16 del Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020, prevede la messa in funzione, all’interno di alcune aziende agricole olivicole, di un sistema per controllare, tramite droni, della fioritura e distribuzione del polline sui fiori, verificandone l’allegagione estiva e quella a raccolta.
Hanno partecipato all’audizione in Senato alcuni dei molti soggetti che partecipano al progetto tra i quali: Claudia Fedi di Coldiretti Toscana, coordinatrice del progetto, Claudio Cantini del CNR Invalsa, Giampiero Cai e Marco Romi dell’Università di Siena, partner scientifico, Federico Montagnani della Tenuta Montagnani, partner agricolo, Paolo Marras di AERMATICA 3D, Partner per la tecnologia di agricoltura di precisione e Stefano Ulivi di Impresa Verde Grosseto. Altri soggetti coinvolti sono: Olearia Santella di Grosseto, Impresa Verde Siena, Biotac e Center For Comunication Generative dell’Università di Firenze.
In sostanza con questo progetto si da vita ad una impollinazione assistita dell’olivo con ausilio di droni. E’ uno studio che vuole risolvere il problema della bassa percentuale di olive prodotte dalla pianta in proporzione ai suoi fiori. Il polline dell’olivo, viaggia trasportato dal vento anche per lunghe distanze. Incontrando particolari condizioni, come ad esempio l’umidità dell’aria, germina prima del dovuto, risultando poi inefficace ai fini riproduttivi. Infatti solo il 2-3% dei fiori diventeranno olive. Il polline, ancora attivo, viene raccolto direttamente dalle piante. Questa operazione può essere fatta direttamente dagli agricoltori, oppure possono decidere di acquistare tale prodotto da terzi, in quanto esistono già aziende specializzate in questo tipo di operazione che vendono polline di olivo a case farmaceutiche per produrre antistaminici. Una volta raccolto e tolte le impurità, il polline, in condizioni ideali di temperatura ed umidità, può essere conservato e utilizzato l’anno successivo. La presentazione ha suscitato l’interesse dei Senatori della Commissione che si sono complimentati con la compagine del Progetto Olimpolli.