SIENA. Il Movimento Per Siena ha già presentato, in Commissione urbanistica, le seguenti osservazioni sul Piano operativo, che saranno discusse domani (26 marzo). “La volontà – osserva Pierluigi Piccini – è di evidenziare le lacune ma anche di stimolare un confronto tra i cittadini, in modo da renderli partecipi di decisioni che riguarderanno la vita quotidiana di tutti, in un prossimo futuro”. Di seguito tutte le osservazioni, punto per punto.
– L’elemento che salta agli occhi è di metodo: si evidenzia immediatamente, leggendo il documento, l’assenza di una visione organica. Al contrario, ci sono singoli episodi che compongono il quadro, ma in una logica frammentata.
– A seguito di questa impostazione si accavallano interventi di ridotte dimensioni con progetti di più ampio respiro. Sarebbe quindi più opportuno scadenzare gli interventi anche in termini di spesa, e spostare al Piano strutturale le proposte più ambiziose e di dubbia realizzazione come la metropolitana leggera o il tunnel di Pescaia, per i quali restano forti dubbi che rimangono tali: sono palesemente prive di numeri di fattibilità, come del resto per tutto il Piano.
– Concordiamo con il proposito della ridefinizione dei confini comunali ai sensi dell’art. 4 più volte citato. Chiediamo che tale applicazione sia la più rigorosa possibile, accompagnata da una classificazione delle tipologie edilizie. La combinazione dei due aspetti potrebbe portare, solo per alcune zone, alla ridefinizione dei confini, in via puramente straordinaria, come Costalpino e la parte alta della Coroncina. È altresì possibile prendere in considerazione la sistemazione di aree già definite come Taverne con l’ex mulino e Isola d’Arbia con l’edificio della ex Idit per il quale chiediamo che venga finalmente presa in considerazione la possibilità di un suo utilizzo. La nostra proposta è che venga impiegato per la realizzazione di un centro di arte contemporanea e collegamento fisico fra la città e la campagna.
– Per le aree esterne al perimetro urbanizzato la richiesta è di attivare il piano di co-pianificazione, in modo da avere una visione complessiva delle destinazioni come quelle ricettive, industriali ed artigianali. Dal Piano presentatoci non si evincono i livelli di pianificazione.
– Realizzazione di un progetto di suolo che definisca la cornice della durata rispetto all’edificato.
– Chiediamo che vengano specificati gli interventi sulla mobilità (il rapporto tra il trasporto pubblico e quello privato). Inoltre occorre dare una gerarchia alle proposte sulla sosta. Il Piano è eccessivamente confuso in materia, visto che tutto viene messo sullo stesso livello: parcheggi di grandi dimensioni, parcheggi scambiatori, parcheggi di attestamento, parcheggi interrati già realizzati. Su quest’ultimi chiediamo che vengano messi a disposizione del centro storico come allargamento della sosta per i residenti.
– Paesaggio urbano e extraurbano. Per il primo ribadiamo che le valli verdi non debbano essere toccate, neppure con strane sperimentazioni, mentre è necessario lavorare per la definizione della Fortezza che non può essere disgiunta da un intervento di comparto Fortezza, Stadio, Piazza Matteotti (Eisenman). Per l’extraurbano, e in particolare per le parti agricole è necessario utilizzare i Piani di miglioramento agricolo e i manufatti temporanei. Per non offendere il nostro territorio di pregio si dovrebbero utilizzare le nuove tecnologie che vanno sotto il nome di INTERVISIBILITÁ. Una richiesta che proviene da più parti è quella dell’individuazione di un nuovo canile all’altezza delle culture più attente alla tutela degli animali.
– Altro capitolo è rappresentato dai contenitori, compresi quelli più grandi, di cui non si capisce cosa ci si voglia fare, facendo capire dal documento di Piano che tutto è lasciato all’iniziativa dei privati. La nostra proposta è predisporre dei bandi di assegnazione internazionali che coinvolgano anche gli altri enti cittadini e che facciano comprendere qual’è la visione dell’amministrazione nella selezione delle destinazioni d’uso. Tale iniziativa sarebbe bene che fosse accompagnata da un Fondo immobiliare comunale. Ci permettiamo come esempio di fare una proposta: il Centro elettronico del Monte dei Paschi fra un po sarà dismesso o ridotto notevolmente nelle dimensioni dalla Banca, perché non prevedere un campus universitario cittadino che potrebbe riaprire un uso abitativo del centro storico più generalizzato?
– Andrebbe ripreso lo Schema metropolitano per l’Area senese (SMAS), in modo da riaprire il colloquio con i comuni contermini e la relativa pianificazione, tale questione è completamente assente nel Piano Operativo.
– Chiediamo che vengano definite le aree commerciali: troppe sono le richieste nei contributi e troppe le aree interessate.