"Le volontà dei territori vengono calpestate: sarà sempre la Regione che avrà il potere decisionale"
AMIATA. Da SOS Geotermia – Rete Nazioale Nogesi riceviamo e pubblichiamo.
“Con l’informativa preliminare alla proposta di modifica del PAER, PIANO AMBIENTALE ED ENERGETICO REGIONALE, ai fini della definizione delle ANI, aree non idonee per la geotermia, presentata in Consiglio regionale Toscana il 12 marzo scorso, l’assessora Fratoni conferma che il “pacco” ai sindaci e ai territori è servito. Le volontà dei territori vengono calpestate, sarà sempre la Regione che avrà il potere decisionale, come il marchese del Grillo…
La Regione Toscana ci ha abituato a normative che nei contenuti smentiscono puntualmente i principi e le finalità dichiarate a premessa con grande enfasi. Questo è accaduto anche con la informativa sulle aree non idonee alla geotermia, presentata in Consiglio regionale dall’Assessora Fratoni. Infatti:
1- SUL CLIMA, si continua a prevedere altre centrali flash ad alta entalpia nei comuni già sede di tali impianti, definendole pulite e rinnovabili, capaci di contrastare il cambiamento climatico. E’ un falso scientifico, perché tali centrali inquinano e sono clima alteranti più delle centrali a combustibili fossili e in Amiata più delle centrali a carbone di pari potenza elettrica! Si vedano le dichiarazioni dei più autorevoli scienziati dell’Università di Siena e di Firenze a Verbale della audizione della Commissione Ambiente del Consiglio Regionale del 9.1.2019 in merito alle tecnologie flash in esercizio in Toscana, vecchie e superate, e sulla quota di riduzione delle emissioni del solo 10% di Co2, prevista dalla nuova normativa regionale!
2- SULLE ACQUE, tra i criteri di esclusione e non idoneità dei siti non c’è traccia della difesa delle falde idriche, perché la Regione Toscana è in omissione di legge per la non individuazione delle aree di ricarica delle falde idriche. Inoltre le centrali flash, che immettono in atmosfera ENORMI quantità di vapore d’acqua, non sono tenute a rispettare un bilancio idrico (altra omissione di legge) sito specifico. Anche per le centrali a ciclo binario, si continua a far finta di non sapere che le camicie di cemento, che inizialmente separano le falde idropotabili attraversate dai pozzi geotermici, sono poco durature, poiché la forte acidità dei fluidi e il normale movimento degli strati geologici le rendono fragili e instabili (vedi cosa ha detto il geologo prof.Borgia in audizione della suddetta Commissione Ambiente).Insomma siamo alla cultura da terzo mondo…
3-SUL PAESAGGIO, è scritto nel paragrafo 4 che: “Ad esempio, un impianto geotermico a reimmissione dei fluidi (ciclo binario), come la quasi totalità di quelli attualmente proposti nel territorio regionale, ha una taglia che non supera i 5 MW. Il suo impatto nel territorio è assimilabile a quello di un capannone industriale/agricolo”. Se a scrivere questa sciocchezza fosse uno studente, ci sarebbe da bocciarlo. Se è una Giunta regionale, c’è da rimanere senza parole. Se poi si aggiunge a conferma, che un impianto geotermico: ” può contribuire a consolidare e creare l’identità del paesaggio della geotermia” allora siamo alla mediocrità culturale senza possibilità di recupero;
4- SULLA DEMOCRAZIA E PARTECIPAZIONE e rispetto di quanto indicato dai Sindaci e Giunte Comunali, è scritto: “Tanto più spiccata sarà la vocazione agricola, agrituristica o altro, e tanto più tale vocazione contribuirà (anche in termini dinamici) allo sviluppo del territorio, tanto maggiore dovrà risultare il contributo compensativo che l’attività geotermica dovrà garantire per insediarsi nel territorio”. Il che testimonia una cultura mercificatoria e molto mediocre (vedi dati socio-economici di miseria, vecchiaia e abbandono della alta Val di Cecina da cent’anni dedicata alla geotermia). Infine questa è la loro idea di partecipazione e democrazia: “In altri termini, con l’individuazione delle aree non idonee non viene esclusa in maniera assoluta la possibilità di agire, salvo segnalare che in quelle aree sarà relativamente più difficile ottenere le necessarie autorizzazioni”. Quindi ritengono le popolazioni locali costituite da sudditi settecenteschi, non da cittadini del novecento…”