Il consigliere Pd ha presentato un'interrogazione al sindaco De Mossi
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SIENA. Bruno Valentini, consigliere comunale Pd, ha presentato la seguente interrogazione.
“Premesso che
– una recente indagine di Confcommercio ha evidenziato che negli ultimi dieci anni nelle città italiane sono diminuiti i negozi al dettaglio, con eccezione dei bar/ristoranti ed in generale degli esercizi destinati alla somministrazione di bevande ed alimenti
– tale tendenza interessa anche Siena, sia nel centro storico che all’esterno di esso
– questo processo è influenzato dalla concorrenza esercitata dalle grandi superfici di vendita e dalla progressiva espansione del commercio elettronico, dove Siena è ai vertici della graduatoria nazionale rapportata alla popolazione residente
– è interesse generale rafforzare le economie urbane e contrastare la desertificazione commerciale dei centri storici, in controtendenza solo per le attività a forte impronta turistica, in particolare nelle città d’arte
– occorre rafforzare i progetti di rigenerazione urbana innovativa per generare maggiori relazioni di prossimità fra negozi di vicinato, persone, spazi fisici, economie locali tanto nei centri storici che nelle periferie, all’insegna della salvaguardia della vivibilità delle città
– un nuovo rapporto fra cultura e turismo può generare nuove filiere produttive in grado di creare opportunità, occupazione, innovazione sociale, maggiore sicurezza, miglioramento dell’accessibilità a basso impatto ambientale, sviluppo dell’economia circolare, riduzione del consumo di suolo
– le Amministrazioni Comunali possono svolgere un ruolo importante, sia sotto il profilo normativo che di animazione sociale ed economica
– a Siena esiste da anni una regolamentazione che riguarda le zone più interne al centro storico (dette zona 1 e zona 2) che vieta l’apertura di nuove attività di somministrazione di bevande ed alimenti, fermi restando i casi di subingresso o trasferimento all’interno della stessa zona e che inoltre limita gli esercizi di trattenimento e svago, sale da ballo, discoteche e le sale da gioco
– tale normativa ha sortito positivi effetti di contingentamento nelle zone interessate, inducendo però molte nuove aperture nelle zone immediatamente limitrofe, come è avvenuto in Pantaneto, via dei Rossi e via Camollia, anche a seguito dei flussi indotti dalle scale mobili
– appare quindi necessario riflettere sulle tendenze in atto nella distribuzione commerciale, valutando l’allargamento della zona 1 (dove va mantenuta la limitazione attuale) ad un anello territoriale più ampio ma non coincidente con l’intero centro storico, in modo da contenere nuove aperture in zone già sovraffollate ed incentivarne eventualmente nelle parti più lontane
– appare parimenti necessario valutare con molta cautela l’apertura di nuove grandi superfici di vendita senza prima aver messo a fuoco come realizzare una equilibrata pianificazione urbanistica della mobilità e di tutela del commercio al dettaglio
Si interroga il sindaco per sapere
— se vi è intenzione di introdurre una ulteriore fascia di limitazione e tutela oltre la zona 1 per contingentare l’apertura di nuove attività di somministrazione bevande/alimenti, pur senza aumentare il numero delle licenza già esistenti nella stessa zona 1, progetto che la precedente Amministrazione aveva già annunciato e su cui si stava già lavorando con le categorie economiche territoriali
– se vi è intenzione di cogliere le opportunità fornite dalla nuova legislazione nazionale in materia per programmare e controllare aperture e trasformazioni commerciali diverse dalla ristorazione e di tutela delle botteghe storiche
– se vi è interesse ad applicare il nuovo codice del commercio approvato dalla Regione Toscana a fine 2018 che prevede una limitazione di superficie per le grandi strutture di vendita e riconferma la possibilità per i Comuni di intervenire per la qualificazione di aree di particolare interesse (come ad es. la situazione di Vico Alto che è a rischio di desertificazione commerciale)
– se c’è disponibilità a confermare/potenziare le misure di incentivazione economica previste dalla precedente Amministrazione in favore di nuove aperture commerciali nel centro storico, anche attraverso agevolazioni fiscali e sulla tassa per i rifiuti, ora che le condizioni del bilancio comunale lo consentono
– se c’è la volontà di trovare interlocuzione con le grandi proprietà immobiliari per contenere i valori degli affitti commerciali in città, che favoriscono la sostituzione della piccola/media imprenditoria locale con le catene commerciali
– se prima di prevedere ed autorizzare nuove grandi superfici di vendita si intenda aprire un confronto preventivo con la città e le categorie economiche interessate per stimarne l’impatto sul tessuto economico e sociale oltre che sul traffico veicolare, visto che finora è mancato il coinvolgimento della comunità senese sulle future scelte di pianificazione urbanistica”.