"Ma l’occupazione alberghiera cala, a fronte della crescita di offerte al limite della legalità"
FIRENZE. Federalberghi Toscana accoglie con favore l’iniziativa della Regione Toscana che si è dotata per prima in Italia di un “Codice affitti”, un portale che regola le locazioni turistiche per comunicare i dati degli alloggiati nelle strutture alberghiere e rispondere alle richieste della regolamentazione della cosiddetta “sharing economy”, che spesso causa situazioni di abusivismo e concorrenza sleale. Si tratta di un importante passo avanti nell’introduzione di maggiore legalità nel settore, con la possibilità di garantire una maggiore trasparenza. Allo stesso tempo, Federalberghi Toscana chiede di mantenere alta l’attenzione sul fenomeno, in quanto i dati messi in luce dal rapporto annuale di BankItalia destano forti preoccupazioni nel mondo della ricettività.
“Accogliamo positivamente il Codice Affitti, ma chiediamo alla Regione Toscana di continuare a lavorare per la trasparenza e la legalità nella ricettività turistica. La presenza di alloggi messi offerti su AirBnB in Toscana è la più alta a livello nazionale – commenta il presidente Daniele Barbetti – con una grande intensità e diffusione su tutto il territorio, andando a formare circa un quinto del totale dei posti letto disponibili a livello regionale. Il rapporto tra le abitazioni offerte sul portale online e le abitazioni vuote censite dall’Istat è pari in media al 7%, con molte punte di oltre il 10%, raggiungendo il massimo nella città di Firenze”.
L’ampia offerta disponibile sui portali della ‘sharing economy’ si va a scontrare con l’indice lordo di utilizzo alberghiero, che già a livello nazionale è tra i più bassi in Europa. Se in Italia le presenze sono più che raddoppiate tra le strutture a quattro o cinque stelle, sono invece sensibilmente in calo nelle strutture a una o due stelle. In tale indice di utilizzo dell’offerta alberghiera, sempre secondo i dati pubblicati da Bankitalia su elaborazione Istat, la Toscana ha subito un calo del 3,5% tra il 2000 e il 2017. Questo è un altro elemento che mette in relazione l’eccesso di offerta e la concorrenza sleale causata dalla ‘sharing economy’ a danno delle piccole imprese turistiche del nostro territorio
“Il Codice Affitti è un passo avanti nella giusta direzione, perché quella della ‘sharing economy’ non è una forma integrativa del reddito ma un’attività economica a tutti gli effetti, che dovrebbe operare nello stesso mercato e alle stesse regole delle altre imprese turistiche. I dati dimostrano che non siamo di fronte a una compensazione della mancanza di offerta, in quanto l’indice di occupazione alberghiera è in calo e le nostre imprese saranno le prime a risentire degli effetti dannosi di questa situazione, con conseguenze sociali ed economiche che devono ancora mostrare tutti i loro effetti” – conclude il presidente Barbetti.